Negli ultimi tempi i rapporti tra Turchia e Russia si erano incanalati verso una sostanziale normalità. Una normalità che però non poteva nascondere la profonda diversità degli interessi geostrategici tra i due paesi. La questione siriana ha messo a rischio anche l’approvvigionamento del gas russo alla Turchia. Ma perché questo azzardo di Erdogan verso Putin.
Che cosa c’è dietro un azzardo così grave?
La questione riguarda le ambizioni turche rispetto a tutta la zona oggi dilaniata da più di una guerra civile. Assad contro i ribelli di ciò che resta della primavera araba, il califfato contro tutti, i curdi, ruolo nuovo iraniano, la Russia che si sente accerchiata e non vuole rinunciare ad esserci.
E poi i problemi interni alla Turchia, i curdi su tutto. Le ultime elezioni sono state vinte da Erdogan in una chiave fortemente nazionalista. Un nazionalismo che è nuovamente diventato il fattore unificante del paese e delle élite che lo governano, militari compresi. Scontro durissimo, vedi l’assassinio dell’avvocato dei curdi in strada dopo una manifestazione. E sì che Erdogan aveva fatto della risoluzione della questione curda un elemento qualificante del suo programma di governo.
E poi l’abbattimento del caccia russo per aver sconfinato per 17 secondi in territorio turco. La uccisione di uno dei due piloti. Pugnalata ha detto Putin, infuriato. Atto legittimo ribatte Erdogan.
A pensarla male ci si azzecca sempre, diceva, sorridendo un attento e intelligente politico italiano.
L’attivismo di Putin ha cambiato l’intero quadro della situazione e messo all’angolo gli altri conprimari.
Ha detto anche che la coalizione è a guida americana e che distrutto il terrorismo si parlerà del dopo.
Contemporaneamente schiera batterie antimissili verso la Turchia, così, tanto per farsi capire.
Erdogan farà le scuse che gli sono state espressamente richieste?