Caporalato, anche la grande distribuzione va riformata

Analizzare i processi che inducono a situazioni diffuse di grave sfruttamento lavorativo nelle campagne italiane aiuta a comprendere le condizioni reali di vita di centinaia di migliaia di persone e le responsabilità di un sistema che non termina con il rapporto di lavoro tra imprenditore agricolo e bracciante.

Spesso migranti, migliaia di persone ogni giorno sono reclutate mediante caporale e condotte a lavorare nelle campagne italiane per pochi euro l’ora. Molti analisti, senza esitazione, parlano di condizioni paraschiavistiche.

Tra le risposte messe sinora concretamente in atto si registra quella repressiva. Non era affatto scontata sino a pochi anni fa ed è questa il frutto di molti studi, ricerche, denunce e inchieste giornalistiche. Una delle operazioni più brillanti in questa direzione è stata messa in campo il 5 luglio. È stata chiamata, e non a caso, operazione “Freedom”. È stata un’importante operazione condotta dalla Polizia di Stato contro il caporalato. Sono state identificate 235 persone (tra datori di lavoro e dipendenti), 26 le aziende controllate e diverse persone arrestate per reati inerenti lo sfruttamento della manodopera.

L’operazione ha visto impegnate le Squadre Mobili di Caserta, Foggia, Latina, Potenza, Ragusa e Reggio Calabria, coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine.

In provincia di Latina due imprenditori del Comune di Sabaudia, attraverso la squadra mobile pontina, sono stati tratti in arresto. L’accusa è di caporalato e sfruttamento del lavoro. Una norma recente (lex 199 dell’ottobre dello scorso anno, sostenuta nel suo iter parlamentare anche dallo sciopero del 18 aprile 2016 organizzato a Latina dai lavoratori e dalle lavoratrici indiane insieme a In Migrazione e CGIL), approvata quasi all’unanimità dal Parlamento italiano e frutto di lunghe battaglie nei territori più esposti al caporalato e allo sfruttamento, ha visto dunque la sua reale applicazione determinando responsabilità penali in capo non solo al caporale, generalmente un migrante, ma anche nei confronti del datore di lavoro, responsabile in primis e beneficiario superiore del sistema di sfruttamento. La morte della bracciante italiana Paola Clemente ad Andria ha indotto ad una presa di coscienza collettiva in tal senso e senza alcun dubbio ha incentivato l’approvazione della nuova norma.

Tornando all’arresto dei due imprenditori pontini si rileva che i lavoratori indiani individuati dalla Polizia sembravano apparentemente in regola, con buste paga da 700 euro e comunicazioni realmente effettuate all’ufficio del Lavoro.

Indagando meglio però è emerso un quadro sconcertante. Il luogo di residenza dei lavoratori indiani infatti era concesso in affitto a 500 euro mensili che venivano decurtati dalla busta paga di uno dei lavoratori, che poi veniva ripagato (cento euro a testa) da ognuno dei coinquilini. I braccianti hanno inoltre confidato che la paga era di quattro euro l’ora e non di nove come appariva dalle buste paga e previsto dal relativo contratto di lavoro. Inoltre la giornata lavorativa era di 11 ore e non 8. Per questo la Polizia ha arrestato i due soggetti ritenuti più attivi nel meccanismo di sfruttamento: il presidente della cooperativa che organizzava il lavoro e il suo socio, proprietario del terreno. Un sistema rodato e organizzato che ambisce ad una apparente legalità sotto la quale si nasconde l’inferno dello sfruttamento, del caporalato e della povertà.

Ma non si può delegare il contrasto allo sfruttamento lavorativo alle sole Forze dell’ordine e alla Magistratura. Serve maggiore impegno da parte delle istituzioni e della politica.

Si consideri ad esempio, tra le altre, le responsabilità della grande distribuzione organizzata. Il prezzo del pomodoro da industria supera di poco gli 80 euro a tonnellata. Poco più di 8 centesimi al kg. Un prezzo che l’industria di trasformazione ha fissato lo scorso marzo. Per gli agricoltori un prezzo estremamente basso, imposto grazie allo strapotere del comparto industriale che concorre così a generare le condizioni dello sfruttamento lavorativo.

I pomodori, ad esempio, si raccolgono retribuendo i lavoratori circa 3 euro al quintale. Una retribuzione assai al di sotto di quanto stabilito dai vari contratti provinciali del lavoro. Una riforma della grande distribuzione non è più rinviabile e soprattutto ormai questione politica ed etica oltre che economica. Insieme alla repressione, pure di fondamentale importanza, è necessario scardinare il sistema di sfruttamento lavorativo che comprende ma non si esaurisce nel solo caporalato, allargando l’azione riformatrice della politica a settori più vasti a partire da quello della GDO e dell’industria della trasformazione. Senza questo percorso, coraggioso, si rischia solo di arrestare persone ma salvare interessi e sistemi che riducono donne e uomini a vivere condizioni paraschiavistiche.

 

Le opinioni espresse dai nostri autori sono personali e non rispondono alla linea editoriale del magazine L’Eurispes.it

Ultime notizie
corse
Intervista

L’insularità possibile: il caso Corsica. Intervista a Marie-Antoinette Maupertuis, Presidente dell’Assemblea corsa

La Corsica è uno dei modelli europei in merito all’insularità e alle iniziative intraprese per favorire la coesione territoriale e l’autonomia fiscale necessaria per l’economia corsa, dinamica ma gravata da una “crescita depauperante”. Ne parliamo con l’Onorevole Marie-Antoinette Maupertuis, economista e Presidente dell’Assemblea della Corsica.
di Daniela Pappadà
corse
corse
Osservatori

Insularité possible: le cas de la Corse. Entretien avec Marie-Antoinette Maupertuis, Présidente de l’Assemblée de Corse

Insularité possible: entretien avec l’Honorable Marie-Antoniette Maupertuis, Presidente de l’Assemblee de Corse.
di Daniela Pappadà
corse
intelligenza
Intervista

Intelligenza artificiale e regole: serve un impegno dell’Unione sui diritti sostanziali

Intelligenza artificiale e diritto, ne parliamo con Giusella Finocchiaro, Professoressa ordinaria di diritto privato e diritto di Internet all’Università di Bologna. Per non cadere in un rischioso processo di “burocratizzazione digitale” bisogna partire da elementi culturali prima che giuridici, senza perdere di vista i princìpi.
di Massimiliano Cannata
intelligenza
Sicurezza

Tecnologia, sicurezza e istruzione: intervista a Nunzia Ciardi, Vice Direttore Generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale

La tecnologia è entrata di forza nella scuola grazie alla DAD, che in pandemia ha permesso a milioni di studenti di seguire le lezioni da casa. Bisogna continuare su questa strada e sfruttare le potenzialità offerte dalla tecnologia in àmbito scolastico e formativo secondo la dott.ssa Nunzia Ciardi, Vice Direttore Generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale.
di Massimiliano Cannata
scuole italiane
Immigrazione

Scuola e cittadini italiani di domani

La questione della presenza degli stranieri nelle scuole implica un’ambivalenza di obiettivi: migliorare la qualità dell’istruzione a prescindere dalla discendenza, oppure comprimere il diritto costituzionale all’apprendimento. La scuola deve avere una funzione di istruzione e integrazione sociale.
di Angelo Perrone*
scuole italiane
insularità
Intervista

Insularità e perifericità: costi e correttivi nell’intervista al Prof. Francesco Pigliaru

L’insularità si lega spesso all’idea di una compensazione economica, ma bisogna distinguere tra condizioni di prima e seconda natura legate all’insularità, come spiega il Prof. Francesco Pigliaru nell’intervista dedicata al tema delle isole e della continuità territoriale.
di redazione
insularità
insularità
Intervista

Il diritto costituzionale all’insularità: intervista al Prof. Tommaso Edoardo Frosini

Il professor Tommaso Edoardo Frosini, Ordinario di diritto pubblico comparato nell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, evidenzia le attinenze tra diritto costituzionale all'insularità e uguaglianza, così come sancito dalla nostra Costituzione, e individua trasporti e digitale come i settori nei quali investire per le isole.
di redazione
insularità
medici
Sanità

Sanità a rischio, pesa la carenza di medici e l’assenza di chirurghi

Sanità a rischio: dalla carenza di medici all’assenza di chirurghi. Questo sarà il prossimo futuro senza una programmazione “a monte”, e l’aumento dei posti in Scuola di Specializzazione non è sufficiente a risolvere la carenza di personale medico.
di ROCCO LEGGIERI*
medici
l'algoritmo d'oro e la torre di babele
Diritto

L’algoritmo d’oro e la torre di Babele

“L’algoritmo d’oro e la torre di Babele” di Caterina e Giovanni Maria Flick è un saggio sugli effetti della tecnologia sulla nostra civiltà, con un invito alla conservazione dell’umano e alla sua conciliazione con il progresso tecnologico.
di Ilaria tirelli
l'algoritmo d'oro e la torre di babele
Istruzione

Scuola, più fondi e voglia di futuro: intervista a Ivana Calabrese

Nell’àmbito del Secondo Rapporto su Scuola e Università dell’Eurispes, dialoghiamo con Ivana Calabrese di Ashoka sul tema dell’Istruzione in Italia, ma innanzitutto sul futuro di una istituzione che passa attraverso docenti capaci e fondi per l’innovazione.
di Massimiliano Cannata