Fare jogging e pulire le strade. Ma perché non ci abbiamo pensato prima? In Svezia, dove c’è una forte sensibilità ecologica ma anche buone abitudini sportive, questo binomio è già una realtà che si chiama plogging, da ‘running, corsa’ e ‘plocka upp’ che in svedese significa ‘raccogliere, ripulire’.
Una moda che ormai raccoglie migliaia di appassionati, armati di guanti e di uno zaino o di un sacchetto dove riporre i rifiuti trovati lungo il percorso della corsa.
Una vera e propria attività sportiva – che ha avuto origine negli Stati Uniti nel 2014, (la cosiddetta ‘trash run’), ma che non ha avuto abbastanza successo, e che generalmente viene praticata in gruppo. Oggi il plogging dalla Svezia si sta diffondendo rapidamente in tutta Europa anche grazie ai social media, strumento utile per chiamare a raccolta tutti coloro che vogliono dedicarsi a questo ‘sport’ ma anche per postare le foto e i selfie che testimoniano i risultati raggiunti, con annesse foto dei rifiuti raccolti e depositati negli appositi cassonetti.
Ovviamente la competizione – che non prevede premi o medaglie – la vince chi riesce a raccogliere la maggiore quantità di rifiuti durante la corsa, e la ricompensa è solo morale, oltre all’apprezzamento degli altri runners. Gli esperti inoltre confermano che il movimento del plogging, che prevede i piegamenti per raccogliere cartacce, lattine e bottiglie, mozziconi di sigarette, oggetti di plastica e il gesto di abbassarsi, produce notevoli benefici al nostro corpo.
Ma su questa pratica sportiva c’è anche il placet degli psicologi che ne sottolineano il valore educativo e il benessere che produce, nel plogger, la consapevolezza di avere contribuito alla salvaguardia dell’ambiente oltre che alla cura del proprio corpo. Sui social, gli appassionati del plogging si scambiano informazioni sui siti e sui percorsi più indicati per la corsa ma anche su quei luoghi che necessitano di una maggiore attività di pulizia, oltre a consigli sull’equipaggiamento migliore e sul modo corretto di muoversi in questa disciplina.
E che si tratti di uno sport completo senza alcuna controindicazione, lo dicono gli esperti, che lo inseriscono tra i tipi di allenamento più efficaci, come quelli della categoria HIIT (High Intensity Interval Training) che si praticano in palestra. In Italia questo attività sportiva e ambientale non ha ancora preso piede ma, considerato lo scarso livello di pulizia delle nostre città, scuramente inferiore agli standard svedesi, sarebbe auspicabile un suo boom tra coloro, e sono tanti, che amano correre all’aria aperta.