Digital Amnesia

Secondo un recente studio di Kaspersky Lab, l’“effetto Google”, – cioè una sorta di impigrimento della memoria dato dalla possibilità di trovare informazioni online su ogni tematica – riguarda anche la capacità di ricordare le informazioni personali salvate sui dispositivi mobile. L’indagine ha coinvolto un campione di 6.000 utenti (di cui 1002 italiani) di età superiore ai 16 anni e residenti in sei Paesi europei tra cui Regno Unito, Germania, Spagna, Italia, Francia e Benelux. Dalla ricerca è emerso che in Italia il 38% degli utenti non è in grado di comporre il numero dei propri figli senza sbirciare nella rubrica del telefono e il 20% non ricorda neppure quello di partner e genitori. Le percentuali sono più alte se guardiamo ai numeri di ufficio (42%), sorelle/fratelli (45%) e amici (53%). Quando, però, è stato chiesto ai nostri connazionali di tornare un po’ indietro con la memoria e ricordare il numero di telefono dell’abitazione di quando avevano 10 o 15 anni, più della metà (72%) lo ha ricordato immediatamente.

Rispetto alla media europea, pare che l’Italia conservi ancora una buona memoria. Le percentuali degli utenti europei “smemorati” sono un po’ più alte: non ricorda a memoria i numeri di telefono dei propri figli il 57% (nel Regno Unito la percentuale raggiunge addirittura il 71%), degli amici il 67% e dell’ufficio il 51%. Circa un terzo non è riuscito a ricordare il numero del proprio partner.

I risultati emersi dall’indagine di Kaspersky Lab suggeriscono che la nostra incapacità di conservare nella memoria informazioni importanti deriva dal fatto che deleghiamo la responsabilità di ricordare ai dispositivi digitali come ad esempio gli smartphone. Poco meno della metà (40%) degli italiani intervistati afferma che i loro smartphone contengono quasi tutto quello che serve sapere o ricordare.

Kaspersky Lab ha dato a questo fenomeno il nome di Digital Amnesia: ovvero il fatto di affidarsi in modo esclusivo ai dispositivi digitali perché ricordino le informazioni al nostro posto. Lo studio ha riscontrato casi di digital amnesia in tutti i gruppi di età ed equamente ripartiti tra uomini e donne.

Non stupisce quindi che gli intervistati abbiano ammesso che la perdita o la compromissione di dati archiviati sui dispositivi digitali, soprattutto smartphone, avrebbe per loro un impatto emotivo devastante. In una situazione di questo tipo il 22% ha affermato che verrebbe sopraffatto dal panico poichè i dispositivi digitali sono l’unico posto in cui archivia immagini e informazioni importanti mentre il 36% proverebbe grande tristezza poiché non avrebbe più accesso a ricordi importanti.

“I dispositivi connessi arricchiscono le nostre vite ma hanno anche dato vita ad un fenomeno che ha preso il nome di Digital Amnesia di cui dobbiamo ancora capire le implicazioni a lungo termine sulla nostra memoria. I numeri di telefono di coloro a cui teniamo di più sono ora a portata di un click quindi non abbiamo più bisogno di memorizzarne i dettagli. Inoltre, l’83% degli italiani coinvolti nell’indagine afferma che sarebbe impossibile ricordare la quantità di numeri e indirizzi che, in un mondo sempre più connesso, ciascuno di noi possiede. Gli utenti riconoscono che la perdita o la compromissione di queste informazioni preziose non solo costituirebbe un inconveniente ma sarebbe una grossissima fonte di stress per molti utenti. Kaspersky Lab ha realizzato questa indagine per sensibilizzare gli utenti su quelli che sono i rischi a cui sono esposti i dati e fornire loro gli strumenti necessari per proteggere ciò a cui tengono di più, installando ad esempio un software per difendere dispositivi e dati da qualsiasi rischio,” ha dichiarato Morten Lehn, Managing Director di Kaspersky Lab Italia.

Sorprende però scoprire che, nonostante i risultati confermino una crescente dipendenza dai dispositivi digitali, diventati custodi dei ricordi della maggiorparte degli utenti e nonostante l’impatto emotivo che perderli potrebbe avere, gli utenti europei non proteggono adeguatamente i propri dispositivi con delle soluzioni di sicurezza. Sebbene l’Italia abbia le percentuali più alte rispetto al resto d’Europa di utenti che dichiarano di proteggere i propri dispositivi con soluzioni di sicurezza supplementari, rimane comunque una buona fetta di nostri connazionali che non lo fa a sufficienza. Solo il 43% di loro installa soluzioni di sicurezza IT supplementari su smartphone e il 27% su tablet (24%). Il 13,5% ha ammesso addirittura di non usare alcuna protezione.

“Il cellulare – grazie alla presenza sociale che garantisce 24/7 – è ormai considerato parte imprescindibile del nostro “io esteso” e i dati della ricerca confermano gli studi accademici quando indicano le emozioni negative associate al rischio di perdita dei dati in esso contenuti. È’ quindi innegabile l’importanza che riveste il concetto di protezione dei propri dati e ricordi; non solo come strumento di identificazione personale e validazione sociale ma anche come bisogno di sicurezza e protezione necessari al benessere psico-fisico dell’individuo” ha dichiarato Sofia Scatena docente di Psicologia del Marketing e dei Nuovi Media Sociali presso la facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica di Milano

“Quando avevo 10 anni (mezzo secolo fa) mi ricordavo tutti i numeri di telefono di cui avevo bisogno e anche alcuni usati dai miei familiari. Oggi senza la memoria del cellulare non riuscirei neanche a telefonare a mio figlio quindi anch’io posso riconoscermi vittima della digital amnesia. Per questo faccio in modo di avere l’agenda, le foto e tutti gli altri file duplicati su più hard disk e chiavette USB aggiornati automaticamente o salvo i dati sul cloud”, ha dichiarato Patrizio Di Nicola, Università La Sapienza di Roma, Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale.

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