Egeo – la conta continua …

I Tg di venerdì 22 gennaio – La nuova strage sulla tratta del Mare Egeo (45 i morti, di cui 20 bambini) ottiene l’apertura su Tg1 e Tg3, e titoli su tutte le testata salvo Studio Aperto. Alle immagini, che purtroppo si ripetono sempre uguali, dei salvati dai barconi, si contrappongo quelle delle grandi riunioni della Commissione Europea. “Schengen traballa ma non crolla” riassume nel titolo Tg La7, segnalando come le posizioni di Italia e Germania convergano nella difesa del principio di libera circolazione. Buono approfondimento del Tg2 sull’Europa prima e dopo Schengen. Tg3 riprende nei servizi le denunce rivolte da Amnesty International al governo turco, colpevole di oppressioni e violenze sui migranti ospiti nel suo territorio. 

L’intervento di Papa Francesco, che in un incontro alla Sacra Ruota ha invitato a non confondere le unioni civili con il matrimonio, risuona fragorosamente nella discussione sulle unioni civili in Parlamento. Apertura per Tg5 e Tg4, per il quale il pontefice “entra a gamba tesa” in un dibattuto già rovente. “Ci volevano le parole del Papa” considera anche Mentana, mentre i Tg Rai ci spiegano come dei 6.000 emendamenti arrivati al testo Cirinnà 5.000 e più siano stati avanzati dalla Lega. Tra tutti i servizi solo quello del Tg3 si “permette” di analizzare le parole del Papa nel contesto in cui sono state pronunziate, ossia all’interno di un più ampio – e conciliante – discorso con per argomento il sinodo della famiglia.
Molto lo spazio al vertice odierno nel Pd (apertura per Tg2 e Tg La7) con l’intervento del premier Renzi mirato ad “alzare i livelli” del dibattito parlando sia di Schengen che di unioni civili. Nessuna testata sembra però assecondarlo, e molto spazio viene dedicato alle tensioni interne al partito dopo la nomina dei vicepresidenti verdiniani di ieri. Ma se Verdini è per Mentana il “convitato di pietra” della giornata politica italiana, sempre Tg La7 ci segnala come la vicenda analoga della nomina con i voti di Sel e M5S del forzista Matteoli ad una segreteria non abbia destato alcun interesse. 

Dopo la “magica” ripresi di ieri, Tg1, Tg3 e Tg La7 tornano sugli odierni interventi di Draghi che contribuiscono a garantire una chiusura positiva per i mercati europei (servizi per Tg2 e Tg5). Se sulle testate Mediaset la tempesta è passata, Tg3 ci ricorda nei servizi come le debolezze che rendono vulnerabili gli istituti di credito nazionale restano dove sono, mentre Tg La7 ci segnala l’interesse mostrato dai gruppi bancari stranieri, tra cui il francese BNP Paribas, verso MPS. Tg2 propone un breve intervento del ministro Padoan che garantisce la “stabilità” degli istituti bancari nostrani a dispetto delle fluttuazioni della borsa.

Il coprifuoco in vigore nella capitale tunisina dopo giorni di dure proteste, compare solamente nei titoli di Tg3 e Tg La7 (servizio per Tg1 e Tg5). Molto amara la riflessione di Tg La7, che osserva “come la Tunisia, unico paese uscito “democraticamente” dalla rivoluzione dei gelsomini” oggi vacilli a causa di una stagnante crisi economica a cui il terrorismo ha contribuito fortemente con gli attacchi al turismo.
La super tempesta Jonas, che si prepara ad aggredire la costa ovest degli Stati Uniti minacciando oltre 70 milioni di persone, compare nei titoli e nei servizi di molte testate. Un’attenzione assai maggiore riceve però il crollo di tre piani di un palazzo romano sul lungotevere (apertura per Studio Aperto, copertina per il Tg 5, servizio per tutti).

In chiusura alcuni servizi che hanno a che fare i temi dell’immigrazione. Presenti su Tg4 e Studio Aperto due testimonianze di segno opposto: quella di un immigrato eroe che, disarmando un rapinatore, ha ottenuto un permesso di soggiorno, e quella di una donna islamica che, dopo 10 anni dalla morte della figlia uccisa dal marito “perché troppo occidentale”, lo ha perdonato. Sui Tg delle 20 a pesare è la vicenda di Don Chizzolini, un parroco nel savonese noto per aver espresso posizioni fortemente contrarie all’accoglienza e che, nel corso di un funerale, non avrebbe benedetto la salma di una donna marocchina, nonostante questa fosse in procinto di convertirsi al cristianesimo.

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