I Tg di venerdì 24 giugno – Abbiamo perso una stella. La scelta della Gran Bretagna, che contro le previsioni di ieri notte ha votato per l’uscita dall’Unione, ammutolisce mezza Europa, facendo crollare le borse come mai si era registrato (Milano sprofonda con un -12,6%). In una giornata “senza precedenti” anche il nostro lavoro di “osservatori” deve segnalare un fatto assolutamente inconsueto: non accadeva da anni che tutti i titoli di tutti i Tg fossero dedicati ad un’unica vicenda.
L’ammiraglia Rai sul futuro prossimo, la sorte dell’UK ed il destino dell’Unione, interroga l’ex presidente Romano Prodi (presente anche sul Tg2). Sempre Tg1 affronta nel complesso tutti i temi salienti: le difficoltà a cui andranno incontro il mezzo milione di italiani che vivono nell’UK (servizi per tutti, buono quello del Tg2 che intervista il ministro Gentiloni), l’insoddisfazione delle europeiste Scozia e Irlanda del Nord che rischia di frantumare il Regno Unito e lo spartiacque tra gli anziani e i giovani inglesi che si sentono europei, il pericolo dell’ “effetto domino” con le destre estremiste di Francia e Olanda che esultano e, ovviamente, le riflessioni sulle conseguenze che l’inattesa uscita dell’UK porterà sul mercato reale. La risposta delle istituzioni europee che accusano il colpo, con Juncker che “invita” la Gran Bretagna a “spicciarsi ad andarsene”, viene illustrata sia da Tg1 che da Tg La7, che in un servizio ci spiega come faccia comodo proprio agli inglesi una uscita “la più lenta possibile”. Ma su diverse testate prendono corpo anche le emozioni, e stasera è il Tg4 di Cecchi Paone che parla apertamente di “vera catastrofe” presentandone come “colpevole” proprio il premier inglese dimissionario. Per concludere sul tema, segnaliamo due servizi del Tg2: il primo, che mette assieme gli immigrati di seconda generazione inglesi agli oltre 2.100 profughi salvati oggi nel Mediterraneo, e l’intervista all’economista Mario Baldassarri che, affrontando le conseguenze “reali” della scelta britannica, al di là degli effetti che si avranno sulle politiche di una Europa germanocentrica, segnala come nel breve periodo l’unico rischio forte che incombe sull’Europa è quello della speculazione, che già mira a spolpare i paesi mediterranei (Spagna e Italia).
In una giornata per necessità “monotematica”, anche l’intervento di Papa Francesco in visita in Armenia viene ripreso principalmente per l’invito all’Europa, orfana della Gran Bretagna, ad occuparsi della gente che soffre per la mancanza di adeguate politiche sociali.
Come spesso capita, la sintesi più azzeccata c’è la fornisce, Mentana che con la Brexit afferma che “cambia la storia”.