È morto Marco Pannella.
Stupore e dolore per tutti quelli che lo consideravano immortale, come immortali le sue idee di civiltà, di verità, di cittadinanza e di libero arbitrio. La tolleranza come guida comportamentale anche verso tutti quelli che facevano finta di non capire e si rifugiavano nelle forme più stolte del conformismo banale e piccolo borghese clerico fascista.
Una Italia che sembrava guardare indietro invece che avanti, che credeva o faceva finta di credere al pericolo comunista. Una Italia piccola e paurosa, che temeva di ragionare con la propria testa che si affidava ai soliti noti che avevano solo l’obiettivo di mortificarla ed umiliare la sua sete di democrazia reale.
Una Italia stantia e vigliacca che aveva solo bisogno di una spallata decisa e decisiva data dalla nuova cultura metropolitana fatta di studenti e professionisti: il nuovo voto di opinione. E il divorzio fu.
Il divorzio finalmente fu, una vittoria immensa anche se in ritardo rispetto al resto della Europa e del mondo civile. Una vittoria contro una chiesa cattolica drammaticamente e ciecamente arretrata di fronte ai diritti civili e terrorizzata di fronte alla modernità ed alle sue tensioni morali e politiche. La non violenza come forma di lotta e di riscatto degli indifesi. Questa intuizione fu esemplare moralmente e politicamente. Commovente vedere il vecchio leone che riceve l’omaggio del presidente del consiglio Renzi. Un riconoscimento pieno e sincero verso un uomo che ha vissuto generosamente.
Pannella capì per primo che la difesa di uno Stato sempre più laico, e quindi di tutti, è la sfida di questo nuovo millennio.