“Lei è l’uomo della speranza”.
Con queste parole Barack Obana ha omaggiato e ammesso la valenza universale di Papa Bergoglio.
Un gesto non da poco e parole molto, molto importanti, di un uomo molto potente e con molti avversari sopratutto nel suo paese. Ricordo ancora con un sorriso, ma con un gusto un po’ amaro, gli sfottò sul colore della pelle di Obama di Berlusconi e simili al tempo del primo mandato del Presidente americano.
Lo stesso vale per Bergoglio. Mentre era a Cuba ho sentito con le mie orecchie, in quella che era, apparentemente, una civilissima città del Nord-Est questo commento: “Dio mio, dove andremo a finire. Anche il papa è un comunista”.
I comunisti, uno slogan con il quale tutti gli idioti in mala fede della contemporaneità vogliono liquidare un argomento importantissimo cioè come ripensare il futuro del mondo.
Ma perchè tante stupidità. Forse, semplicemente, perchè pensare, a molti, costa una fatica insopportabile. Poi c’è il richiamo della tribù. Mimetizzarsi nel conformismo della specie di appartenenza, quella di chi non vuole pensare, fare finta di vivere e far la voce grossa per i propri complessi di inadeguatezza culturale, morale e comportamentale.
Poi, naturalmente, quando l’evidenza diventa incontrovertibile, diventare fans di una cosa ormai passata. Sì, la democrazia è atta anche per chi non ha una idea su nulla, e questo è il suo bello, anche se complicato.
Obama è uno straordinario Presidente, che ha capito molte cose, e che fa in modo nuovo gli interessi dell’America.
Bergoglio ha fatto recuperare alla Chiesa ritardi centenari, con un linguaggio semplice, ma che affonda le sue radici in una storia millenaria e controversa, e il Papa fa capire sempre che lui è consapevole di tutto.
Cuba. La visita è un trionfo non solo del Papa, ma della parte più debole di Cuba che ha trovato in Bergoglio un testimone e un difensore attento e pronto, Obama lo ha onorato come conviene che sia onorato un grande e raffinato politico di valenza mondiale ed interrazziale.
Barack è l’uomo del pacifico, della nuova grande frontiera americana e sa che Bergoglio si occuperà molto del continente latinoamericano. Si sono capiti in un amen.
Fidel, nel suo tramonto, ha capito che le ideologie si svuotano di fronte alla realtà. Ma, forse, lo ha sempre saputo.