Papa Francesco porta la Chiesa nel Terzo millennio

«Aver cura dei poveri non è comunismo, è Vangelo».

Papa Francesco ci ha conquistati con la sua capacità di essere “umile tra gli umili”, ma anche grazie alla sua personalità carismatica e, vale proprio la pena dirlo, travolgente, nella sua semplicità. Non sono certo solo la bontà, la compassione e una straordinaria ironia le qualità che sembrano aver convinto credenti e non.

L’arrivo di Bergoglio sul soglio di Pietro ha portato grandi novità all’interno della Chiesa. La decisione e il coraggio con i quali il Pontefice ha affrontato la questione dei preti pedofili e il duro monito contro una Chiesa dei poteri e della finanza sono solo alcuni degli esempi del “pugno di ferro” usato da Francesco per far fronte alle questioni spinose che attanagliano da decenni la vita della Chiesa.

Insomma, Francesco lavora per traghettare la Chiesa nel Terzo millennio e ridarle quel ruolo di vicinanza ai fedeli che i processi di secolarizzazione hanno lungamente intaccato.

Questo viene confermato anche dai risultati dell’indagine Eurispes (2015) che vede aumentare la fiducia riposta dagli italiani nella Chiesa cattolica fino a toccare il 62,6%, un risultato mai registrato negli ultimi 6 anni.

Il consenso nei confronti della Chiesa si rinnova e cresce soprattutto tra i giovanissimi: dal 27,1% al 51,1% tra quanti hanno dai 18 ai 24 anni di età e dal 34,3% al 53,5% tra i giovani dai 25 ai 34 anni. Anche separati e divorziati (63,6%) svettano tra i più fiduciosi e attestano il proprio gradimento; questa è di certo la categoria nei confronti della quale l’apertura del Vaticano si è rinnovata, grazie al nuovo imprinting del Pontefice.

«Misericordia, coraggio e porte aperte» ecco le parole d’ordine di Papa Francesco per riportare la Chiesa cattolica ad essere una guida e una vera agenzia di senso e di orientamento, non solo per i fedeli, ma anche e soprattutto per i non credenti. Una Chiesa più aperta e più vicina alla realtà di tutte quelle persone che in questo momento storico si trovano in condizione di disagio e sofferenza. La riscoperta dalla semplicità e della solidarietà come valori imprescindibili che generano a loro volta benessere e coesione sociale.

Una ricetta che sembra aver dato i suoi frutti raccogliendo un plauso che, senza timore di sbagliare, si può definire globale.

È senza dubbio il dirompente “effetto Bergoglio” ad aver inciso quest’anno sull’aumento della fiducia degli italiani nei confronti della Chiesa cattolica.

Il giudizio positivo rispetto al papato di Francesco è plebiscitario, tanto da poter parlare di un dirompente “effetto Bergoglio”: l’89,6% degli italiani è convinto stia dando nuovo slancio alla Chiesa, il 79,2% ritiene sia addirittura più avanti dei fedeli rispetto ai temi etici e l’89% è convinto che lo sia più delle gerarchie ecclesiastiche.

Questo sentire positivo cambia solamente alla domanda se, rispetto ai temi etici, il Papa riuscirà a superare le resistenze delle gerarchie ecclesiastiche: gli scettici sono il 44%, mentre i fiduciosi il 55,6%.

Insomma, i due anni di pontificato appena festeggiati hanno portato frutti inattesi oltre Tevere e il presentimento del Papa sulla breve durata della sua missione sta impegnando gli opinionisti in cerca della giusta lettura: una pensiero scaramantico, un’ammissione di stanchezza dovuta ai troppi gravosi impegni o una possibile rinuncia?

Nel frattempo, con un altro annuncio a sorpresa, in piena linea con il robusto, e a volte spiazzante carattere di Bergoglio, il Papa indice per l’8 dicembre prossimo un Giubileo straordinario.

Una grande occasione per la Capitale. Come prevedibile, senza neanche scomodare Nostradamus, le polemiche hanno preso subito il sopravvento. La più calda riguarda il ritorno economico per le strutture di accoglienza legate al Vaticano e gli investimenti strutturali e di personale necessari per accogliere i pellegrini. Forse varrebbe la pena, per una volta, cogliere l’opportunità economica che i flussi di fedeli genereranno con il loro arrivo, cercando buon compromesso. D’altronde quale sarebbe l’alternativa?

Rimane solo una certezza: il prossimo Giubileo sarà un momento di altissima spiritualità e di raccoglimento religioso, un evento planetario straordinario che va letto con attenzione e può rappresentare una risposta alla perdita di identità e di valori del momento storico in cui viviamo.

 

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