Proprio questa settimana si festeggia l’Europa e la recente vittoria di Macron in Francia sembra diffondere una brezza quasi estiva sui venti di crisi che da qualche tempo soffiano a cerchio sull’Unione. Un’Unione che – su questo sembrano tutti d’accordo – va rafforzata e rilanciata.
Ma a distanza di oltre mezzo secolo quanto sono forti e radicati nei cittadini europei, e soprattutto nei giovani, le idee di Europa unita e il senso di identità e appartenenza europeo e che cosa si può ancora fare in tale direzione?
Lo abbiamo chiesto a Gianni Pittella, Presidente del Gruppo Socialisti & Democratici al Parlamento Europeo, impegnatissimo sul fronte e tra i maggiori sostenitori e promotori di iniziative e azioni nell’ambito dei programmi di mobilità UE, ma non solo, che nel tempo hanno avuto l’obiettivo di coinvolgere il più ampio numero di cittadini.
Onorevole Pittella, quanto hanno contribuito le iniziative europee di mobilità e istruzione a formare la coscienza civica europea dei giovani?
“Quest’anno il programma Erasmus + – risponde Gianni Pittella – ha celebrato il suo trentesimo anniversario. In questi anni, tale programma ha fornito a migliaia di giovani l’istruzione e le competenze necessarie per migliorare la propria cultura, apertura mentale e non da ultimo la professionalità. Quello che però spesso si dimentica è che questi tipi di programmi europei hanno suscitato un senso di appartenenza ad una comunità. Varie valutazioni d’impatto hanno sottolineato l´autentico valore di questa mobilità. Queste evidenziano come andare all’estero abbia fornito ai giovani europei le competenze per affrontare il complesso mercato del lavoro di oggi e di domani, ed abbia migliorato le prospettive in termini di carriera. Gli studenti Erasmus hanno il doppio delle possibilità di trovare lavoro ad un anno dalla laurea rispetto ai loro coetanei. Inoltre, l’azione educativa tra i giovani, svolge un ruolo fondamentale nella promozione dell’integrazione sociale, rafforzando la comprensione interculturale e sviluppando un senso di appartenenza ad una comunità anche locale, ma partendo da un punto di vista più ampio, quello europeo”.
Dal Suo osservatorio politico, quanto ritiene sia radicato il sentimento europeo dei giovani nei confronti delle Istituzioni europee in un momento storico in cui vengono messi in dubbio i principi fondamentali dell’Europa?
“Ai giorni nostri, dobbiamo rivolgere la nostra attenzione sulla situazione dei giovani in tutta Europa. Aumentare la crescita economica e combattere l’alto livello di disoccupazione giovanile, ancora inaccettabile, dovrebbe essere la priorità e su questo ho caratterizzato il mio impegno europeo. Ho detto prima con chiarezza: dobbiamo renderci conto della necessità di coordinare meglio le attività delle istituzioni dell’Unione Europea dedicate ai giovani. Ad esempio, bisogna prestare maggiore attenzione a quei “millennials” che voteranno per la prima volta in occasione delle elezioni del Parlamento europeo del 2019. I giovani sono fondamentali non solo per l´economia nazionale e europea, ma anche per l’istruzione, la cultura, lo sport, le nuove tecnologie – in una parola: il futuro, rappresentano il nostro futuro. Vorrei vedere il riflesso delle politiche giovanili in senso trasversale, in tutta la legislazione dell’Unione Europea. Perché l’Europa non è solo a Bruxelles e abbiamo il dovere di far sentire tutti i cittadini e tutte le regioni pienamente consapevoli della loro appartenenza all’Unione Europea. Lotterò affinché la nostra Istituzione si avvicini sempre di più alla società in cui viviamo, migliorandola, divenendone il riflesso”.
Che cosa si può fare ancora per fortificare l’atteggiamento dei giovani e dei cittadini europei verso le Istituzioni europee?
“Se vogliamo una Europa capace di affrontare le sfide del 21esimo secolo, dobbiamo dotarla dei poteri necessari per operare concretamente per il bene comune, in modo efficace, aperto e trasparente. La democrazia e la sovranità a livello europeo devono arricchire la democrazia e la sovranità a livello nazionale. Ciò richiede una sensibilizzazione sull’Europa e sul pluralismo da parte dei media, bisogna informare i cittadini sui propri diritti, mettendoli nelle condizioni di fare scelte decisive per la vita democratica dell’Unione, a partire dalla definizione delle priorità europee e dalla scelta del Presidente della Commissione Europea. Inoltre, abbiamo bisogno di un vero Piano Europeo per la Gioventù, basato sull’occupazione con il rafforzamento della Garanzia Giovani, ampliando le possibilità del programma Erasmus + per i nostri giovani”.