Nei paesi a basso reddito, circa il 20/30 per cento dei minori lascia la scuola e inizia a lavorare prima dei 15 anni anni di età. Secondo le stime più recenti sarebbero 168 milioni i minori che lavorano, di cui 120 milioni hanno tra i 5 e i 14 anni.
È quanto evidenzia un nuovo rapporto dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) realizzato in concomitanza della Giornata mondiale contro il lavoro minorile, il prossimo 12 giugno 2015.
Dal “Rapporto globale sul lavoro minorile 2015: aprire ai giovani la strada al lavoro dignitoso” emerge che i giovani costretti a lavorare da bambini tendono ad accontentarsi di un lavoro familiare non retribuito o di un impiego mal pagato.
Il Rapporto segnala inoltre la priorità di una doppia sfida da affrontare: quella di eliminare il lavoro minorile e, insieme, di garantire un lavoro dignitoso per i giovani. L’analisi condotta in 12 paesi ha monitorato i percorsi professionali di ex bambini lavoratori e di quelli che hanno abbandonato gli studi.
I principali risultati emersi hanno delineato una sorta di identikit del minore che si trova precocemente immesso nel mercato del lavoro:
- il coinvolgimento prematuro nel lavoro minorile è associato a livelli bassi di istruzione e, successivamente, a impieghi che non rispondono ai criteri di lavoro dignitoso;
- i minori che abbandonano la scuola prematuramente hanno meno probabilità di accedere ad un posto di lavoro stabile e corrono più rischi di rimanere esclusi dal mondo del lavoro;
- in molti paesi, una elevata percentuale di minori tra i 15 e 17 anni svolge lavori classificati come pericolosi o peggiori forme di lavoro minorile;
- i minori impiegati in lavori pericolosi è probabile abbiano lasciato la scuola prima del raggiungimento dell’età minima di accesso al lavoro.
Per attivare interventi tempestivi e agire sul fenomeno deve essere rivolta particolare attenzione ai 47,5 milioni di giovani tra i 15 e i 17 anni che svolgono lavori pericolosi e alla particolare vulnerabilità delle adolescenti e delle giovani donne.
«Il nuovo rapporto sottolinea la necessità di un approccio politico coerente che affronti allo stesso tempo il lavoro minorile e la mancanza di posti di lavoro dignitoso per i giovani. Assicurare che i bambini vadano a scuola e ricevano una istruzione di qualità, almeno fino all’età minima di accesso al lavoro, avrà conseguenze per tutta la loro vita. È l’unico modo per un bambino di acquisire le conoscenze e le competenze necessarie per continuare ad apprendere e per la sua futura vita professionale», ha dichiarato il Direttore Generale dell’ILO, Guy Ryder.
Per rispondere a questa sfida, il Premio Nobel per la pace 2014 Kailash Satyarthi che interverrà l’11 giugno alla Conferenza Internazionale del Lavoro dell’ILO, chiede un cambiamento di mentalità: «Quando pensiamo ai nostri figli, immaginiamo per loro un futuro da medici, ingegneri e professori — il mondo è loro. Ma quando si parla di altri bambini, pensiamo, ok, sono bambini poveri, lasciamoli lavorare, li aiuteremo poi. Dobbiamo considerare tutti i bambini come nostri figli».
Giornata mondiale contro il lavoro minorile: gli eventi nel mondo
Il tema della Giornata 2015 è «NO al lavoro minorile – SI all’istruzione di qualità» . Il 12 giugno sono previsti eventi e iniziative di vario tipo in 55 paesi del mondo . A Ginevra, Kailash Satyarthi e la First Lady del Panama, Lorena Castillo de Varela, interverranno ad una discussione con altri delegati della Conferenza Internazionale del lavoro dell’ILO.
L’evento a Ginevra richiamerà l’attenzione anche sulla nuova campagna per la ratifica del Protocollo ILO sul lavoro forzato adottato nel giugno 2014. L’ILO stima vi siano 5 milioni di bambini in condizioni di schiavitù e pratiche simili. La maggioranza non ha accesso all’istruzione di base.
In Italia, Papa Francesco ha ricordato la Giornata mondiale contro il lavoro minorile nel corso dell’Angelus del 7 giugno in Piazza San Pietro con queste parole «Venerdì prossimo si celebra anche la Giornata mondiale contro il lavoro minorile. Tanti bambini nel mondo non hanno la libertà di giocare, di andare a scuola, e finiscono per essere sfruttati come manodopera. Auspico l’impegno sollecito e costante della Comunità internazionale per la promozione del riconoscimento fattivo dei diritti dell’infanzia». Anche a Milano, a margine di EXPO2015, sono state organizzate diverse manifestazioni in collaborazione con tutti i partecipanti all’iniziativa dell’ILO «La musica contro il lavoro minorile».