È stato siglato a Pechino, lo scorso 12 maggio, un importante accordo per il rilancio della collaborazione strategica tra il leader cinese Xi Jimping e il sovrano marocchino Mohammed VI. Nei 15 memorandum contenuti nell’accordo viene siglata la collaborazione nel campo dell’industria e dell’energia, sino ad arrivare alla cooperazione nel settore del turismo e dell’educazione. L’intesa, oltre all’importanza per i suoi contenuti, sembrerebbe segnare una nuova e importante tappa nel processo di penetrazione di Russia e Cina nel Continente africano e più precisamente nel Nord Africa.
Solo lo scorso gennaio infatti, la China Harbour Engineering Company e la China State Construction Engineering Corporation hanno siglato con il Ministero dei trasporti algerino un accordo da 3,3 Bilioni di dollari per la costruzione di un nuovo porto mercantile nella zona di Cherchell, a circa 60 Km dalla capitale Algeri. Il nuovo scalo portuale, secondo le due compagnie cinesi, sarà operativo in 6 anni e sarà dotato di 23 banchine. Si stima che il nuovo hub sarà in grado di gestire traffico di 6.5 milioni di container all’anno.
Mentre già nel 2014 il direttore generale della compagnia nucleare governativa russa Rosatom, Sergey Kiriyenko, ed il ministro dell’energia algerino Youcef Yousfl avevano siglato un memorandum d’intesa sulla cooperazione nel campo dell’energia nucleare. Il progetto dovrebbe portare alla costruzione della prima centrale nucleare in Algeria. L’accordo prevede, oltre all’individuazione di giacimenti di uranio, una collaborazione nel campo della ricerca per l’impiego delle tecnologie nucleari nei settori della medicina dell’agricoltura e della biologia, dotando così il paese delle infrastrutture e del know how necessario per rilanciare un comparto importante come quello energetico. Come recentemente affermato dal Ministro degli esteri russo Serghey Lavrov, in merito al progetto, in un’intervista al quotidiano L’Espression: “la cooperazione nel settore energetico è una componente importante del nostro commercio bilaterale e per creare legami economici”. Nel 2001 durante la visita del Presidente Abdelaziz Bouteflika a Mosca, il Presidente Vladimir Putin aveva annunciato una cooperazione di lungo termine con lo scopo di preparare l’Algeria alla “Post-oil Age” e tra i due leader venne firmata una Dichiarazione di Collaborazione strategica.
La strategia delle due potenze sembrerebbe dunque quella di assicurarsi risorse energetiche e la gestione, anche se parziale, di importanti asset nel Continente africano, in cambio di lavoro, know how e della costruzione di infrastrutture che potrebbero proiettare l’Africa verso una nuova era di sviluppo.
È questa la ricetta della win-win Cooperation, una cooperazione bilaterale affermata nella “Dichiarazione congiunta tra la Federazione Russa e la Repubblica Popolare Cinese” già nel 2002, nella quale Russia e Cina auspicavano la nascita di un nuovo ordine mondiale all’insegna dell’uguaglianza e la leale cooperazione tra gli Stati.
Resta da chiedersi quale impatto avranno queste politiche di investimento e le nuove infrastrutture, soprattutto sul traffico di merci nel Mediterraneo, ma soprattutto quale sarà il ruolo dell’Italia in questo scenario.
Di recente è stato presentato dal governo cinese il progetto “One belt one Road” per la creazione della “Nuova via della Seta” all’interno del quale Venezia potrebbe ricoprire il ruolo di primo scalo commerciale per le merci provenienti dall’Asia e destinate ai paesi europei, data la sua proiezione geografica nel cuore d’Europa.
La nuova rotta Shanghai-Nord Adriatico accorcerebbe di ben 8 giorni la navigazione per le porta container che oggi sono costrette a spingersi fino ad Amburgo, Rotterdam o Anversa dove si trovano i maggiori hub portuali d’Europa.
Che la strategia delle potenze euroasiatiche possa realmente portare un futuro Win per il Mediterraneo?