Pat Metheny, uno dei più grandi chitarristi jazz contemporanei col quale aveva collaborato nel disco “Secret Story”, lo ha definito “Il poeta della melodia”. Jean-Baptiste Thielemans detto Toots, nato a Bruxelles nel 1922 e deceduto lo scorso 22 agosto, aveva attraversato il mondo con il suo strumento, l’unico che si può trasportare in una tasca: l’armonica a bocca. Un signore con i capelli corti, baffetti e gli occhiali da vista spessi con una grossa montatura scura, sempre la stessa, neanche l’esigente new-look dello show business nel tempo era riuscito a cambiarlo. Usava l’armonica cromatica e questa, a differenza della diatonica con la quale si possono suonare solo alcune note della tonalità per cui è stata accordata, è dotata di una piccola leva al lato detta registro che permette l’utilizzo di tutte e dodici le note di una scala musicale.
Per dare un’idea figurata può suonare tutti i tasti del pianoforte compresi quelli neri. Toots Thielemans aveva iniziato a suonare la fisarmonica da autodidatta all’età di soli tre anni nel bar dei suoi genitori dove si esibiva, non era solo un eccezionale armonicista ma anche un grande chitarrista di Jazz.
Da ragazzo aveva contratto una polmonite e un suo amico gli aveva regalato una chitarra, durante la lunga degenza della malattia, ispirato dal grande chitarrista di jazz Django Reinhardt, aveva iniziato a studiarla con progressi strabilianti. Una peculiarità che lo ha sempre contraddistinto era il fischio col quale armonizzava simultaneamente le note della chitarra durante i temi e gli assolo.
A soli venti anni era un musicista professionista, nel dopoguerra si esibì a Bruxelles con la cantante Edith Piaf e il violinista Stephan Grappelli, nel ’49 condivise il palco nel Paris Jazz Festival col re Be-Bop il sassofonista Charlie Parker e l’anno dopo fece parte della Big Band del clarinettista Benny Goodman.
Da lì il passo verso l’America fu automatico e nel ’51 vi si trasferì divenendo presto cittadino americano. La sua versatilità stilistica gli permise di suonare con i più grandi artisti di tutto il mondo: Miles Davis, George Shering, Elis Regina, Quincy Jones, Milton Nascimento, Jaco Pastorius.
Fece capolino anche in Italia nel ’74, qualcuno ricorderà con Mina durante la sigla del programma Mille Luci nel brano “Non gioco più”. Il suo suono inconfondibile ha siglato anche le colonne sonore di diversi film: “Un uomo da marciapiede” con Dustin Hoffman, “French Kiss”, “The Getaway”. Il brano più rappresentativo di sua composizione si intitola “Blusette”, uno standard del Jazz che è stato registrato in più di cento versioni.
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