Revenge Porn, la vendetta può colpire chiunque

«Il revenge porn ha raggiunto, negli ultimi anni, proporzioni allarmanti, dichiara il Prof. Avv. Roberto De Vita, Presidente dell’Osservatorio Cyber Security dell’Eurispes. I casi di cronaca e gli studi che hanno analizzato il fenomeno della diffusione non consensuale di immagini private a sfondo sessuale a scopo di vendetta evidenziano il rischio di una esposizione generalizzata: nessuno è escluso, dagli adolescenti fino ai rappresentanti delle Istituzioni, passando per personalità pubbliche e per cittadini comuni». Un fenomeno globale che, ancora una volta, dimostra quanto possa essere fragile l’identità nell’ecosistema digitale. Un recentissimo studio statunitense (American Psicological Association, 2019) evidenzia come le persone colpite siano quasi 1 su 10, con percentuali ancora più elevate nel caso dei minori. Se a questo aggiungiamo che il 51% delle vittime contempla la possibilità del suicidio, ci rendiamo conto della gravità del problema (www.cybercivilrights.org/wp-content/uploads/2014/12/RPStatistics.pdf).
Spiega De Vita: «Il revenge porn è parte di un più ampio fenomeno, la pornografia non consensuale (NCP), non necessariamente connesso a “vendette di relazione” e che attiene alla condivisione/diffusione digitale, senza il consenso della persona ritratta, di immagini di carattere sessuale: immagini riprese consensualmente o volontariamente nel corso di un rapporto sessuale o di un atto sessuale ma destinate a rimanere private o ad essere condivise privatamente; immagini carpite da telecamere nascoste; immagini sottratte da dispositivi elettronici; immagini riprese nel corso di una violenza sessuale».
Esistono numerosi siti che diffondono la NCP e incoraggiano i propri utenti a caricare, per vendetta, foto e video intimi dei loro ex-partner. È anche frequente che offrano il servizio nell’ambito di forum, dove gli altri utenti hanno la possibilità di postare commenti dispregiativi o volgari nei confronti delle persone ritratte nelle immagini, che nel 90% dei casi sono donne (endrevengeporn.org).
Secondo uno studio statunitense del 2014, il 50% delle foto intime sono corredate da nome, cognome e link ai profili social personali, il 20% da indirizzi e-mail o numeri di telefono.
Di conseguenza, questo fenomeno può avere pesanti ripercussioni sul piano lavorativo. Infatti, secondo studi di Microsoft e di CareerBuilder, circa l’80% dei datori di lavoro utilizza i motori di ricerca e i social media per raccogliere informazioni sui candidati per i posti di lavoro e, circa il 70% delle volte, ne consegue un’esclusione dovuta ad una cattiva web reputation.
Un altro studio del 2019, pubblicato da Cyber Civil Rights Initiative, ha evidenziato come l’8,02% degli adulti intervistati abbia riportato di essere stato vittima di NCP. La maggior parte delle vittime (circa il 70%), ha subìto la condotta dell’attuale partner (31,15%) o di un precedente partner (39,75%).
«I dati riguardanti i minori – dichiara il Presidente dell’Osservatorio Cyber Security dell’Eurispes – sono ancora più preoccupanti, anche a causa del crescente uso del sexting. Uno studio condotto nel 2018 in seno alla American Medical Association ha stimato che su 110.380 partecipanti minorenni, rispettivamente il 14,8% e il 27,4% di questi aveva inviato o ricevuto sexts. Inoltre, il 12% aveva inoltrato almeno uno di questi sext senza consenso».
In molti casi, i minori che hanno inviato le loro foto sono stati costretti o hanno ricevuto forti pressioni in tal senso. In base ad un’indagine condotta dal Massachusetts Aggression Reduction Center, al 58% degli intervistati è capitato di ricevere pressioni per inviare sexts. La maggior parte delle volte questi episodi sono avvenuti nell’ambito di rapporti stretti.
Sul piano normativo, le Filippine sono state tra i primi Stati ad emanare una legge contro il revenge porn, con l’“Anti-Photo and Video Voyeurism Act of 2009”. A seguire, numerosi Stati, in Europa e nel mondo, hanno disciplinato il fenomeno: tra questi figurano Israele (2014), Giappone (2014), Inghilterra e Galles (2015), Scozia (2016), Francia (2016) e 46 Stati Usa (a cui si aggiungono il District of Columbia e Guam).
In Italia solo di recente è stata introdotta una disciplina specifica sul revenge porn. All’interno del cosiddetto Codice Rosso, in vigore dal 9 agosto 2019, è stato inserito il nuovo art. 612 – ter c.p., “Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti”. La pena prevista è la reclusione da uno a sei anni e la multa da euro 5.000 a euro 15.000.
«Da un punto di vista tecnico – spiega il Prof. Roberto De Vita –, è possibile avere protezione nei confronti dei fenomeni esposti con una denuncia immediata, che attivi l’assistenza di public e private enforcement, rappresentati rispettivamente da reparti specializzati delle Forze dell’ordine, come la Polizia Postale e delle Comunicazioni, e dai consulenti privati che con questi collaborano. Ad esempio, in caso di sextortion, se si è in possesso delle immagini con le quali si sta venendo ricattati, è possibile rintracciarle ed eliminarle. Peraltro, collaborando con siti come Facebook o YouTube, è possibile fornire le immagini; in tal modo, conoscendo già l’impronta del file, questi sono in grado di impedirne la pubblicazione prima ancora che avvenga».
I minori sono le vittime più esposte e più vulnerabili: la loro intera vita di relazione è progressivamente strutturata attraverso i social network e costruita attraverso la condivisione di immagini. Un recente report del Dipartimento di Giustizia statunitense ha messo in evidenza come il mercato della pedopornografia si stia sempre più alimentando attraverso le immagini condivise privatamente tra minori stessi e poi diffuse senza il loro consenso, attraverso le immagini rubate ai più giovani o estorte attraverso la sextortion.
Quando poi si verificano in concreto questi episodi, i minori hanno inoltre maggiore difficoltà a cercare e trovare aiuto. Molto spesso, come nei casi di cyberbullismo, tendono ad isolarsi e a nascondere il problema, ritardando l’attivazione del sostegno e il contenimento tecnico della diffusione, che è invece sempre possibile. Non è un caso che in molti paesi siano attive campagne nelle scuole finalizzate ad una effettiva educazione dei minori al comportamento digitale responsabile e per informare su come difendersi, reagire e fermare la sextortion (diffusa anche tra minori stessi) e che in buona parte dei paesi a democrazia avanzata siano attive linee di emergenza dedicate ai minori riguardanti specificatamente il fenomeno del revenge porn.
L’Eurispes, considerate la rilevanza e la diffusione del fenomeno in constante evoluzione, ha deciso di avviare, attraverso l’Osservatorio sulla Cyber Security, un ampio e articolato progetto di ricerca sul tema, il primo in Italia, i cui primi risultati saranno presentati ad inizio 2020.

Ultime notizie
corse
Intervista

L’insularità possibile: il caso Corsica. Intervista a Marie-Antoinette Maupertuis, Presidente dell’Assemblea corsa

La Corsica è uno dei modelli europei in merito all’insularità e alle iniziative intraprese per favorire la coesione territoriale e l’autonomia fiscale necessaria per l’economia corsa, dinamica ma gravata da una “crescita depauperante”. Ne parliamo con l’Onorevole Marie-Antoinette Maupertuis, economista e Presidente dell’Assemblea della Corsica.
di Daniela Pappadà
corse
corse
Osservatori

Insularité possible: le cas de la Corse. Entretien avec Marie-Antoinette Maupertuis, Présidente de l’Assemblée de Corse

Insularité possible: entretien avec l’Honorable Marie-Antoniette Maupertuis, Presidente de l’Assemblee de Corse.
di Daniela Pappadà
corse
intelligenza
Intervista

Intelligenza artificiale e regole: serve un impegno dell’Unione sui diritti sostanziali

Intelligenza artificiale e diritto, ne parliamo con Giusella Finocchiaro, Professoressa ordinaria di diritto privato e diritto di Internet all’Università di Bologna. Per non cadere in un rischioso processo di “burocratizzazione digitale” bisogna partire da elementi culturali prima che giuridici, senza perdere di vista i princìpi.
di Massimiliano Cannata
intelligenza
Sicurezza

Tecnologia, sicurezza e istruzione: intervista a Nunzia Ciardi, Vice Direttore Generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale

La tecnologia è entrata di forza nella scuola grazie alla DAD, che in pandemia ha permesso a milioni di studenti di seguire le lezioni da casa. Bisogna continuare su questa strada e sfruttare le potenzialità offerte dalla tecnologia in àmbito scolastico e formativo secondo la dott.ssa Nunzia Ciardi, Vice Direttore Generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale.
di Massimiliano Cannata
scuole italiane
Immigrazione

Scuola e cittadini italiani di domani

La questione della presenza degli stranieri nelle scuole implica un’ambivalenza di obiettivi: migliorare la qualità dell’istruzione a prescindere dalla discendenza, oppure comprimere il diritto costituzionale all’apprendimento. La scuola deve avere una funzione di istruzione e integrazione sociale.
di Angelo Perrone*
scuole italiane
insularità
Intervista

Insularità e perifericità: costi e correttivi nell’intervista al Prof. Francesco Pigliaru

L’insularità si lega spesso all’idea di una compensazione economica, ma bisogna distinguere tra condizioni di prima e seconda natura legate all’insularità, come spiega il Prof. Francesco Pigliaru nell’intervista dedicata al tema delle isole e della continuità territoriale.
di redazione
insularità
insularità
Intervista

Il diritto costituzionale all’insularità: intervista al Prof. Tommaso Edoardo Frosini

Il professor Tommaso Edoardo Frosini, Ordinario di diritto pubblico comparato nell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, evidenzia le attinenze tra diritto costituzionale all'insularità e uguaglianza, così come sancito dalla nostra Costituzione, e individua trasporti e digitale come i settori nei quali investire per le isole.
di redazione
insularità
medici
Sanità

Sanità a rischio, pesa la carenza di medici e l’assenza di chirurghi

Sanità a rischio: dalla carenza di medici all’assenza di chirurghi. Questo sarà il prossimo futuro senza una programmazione “a monte”, e l’aumento dei posti in Scuola di Specializzazione non è sufficiente a risolvere la carenza di personale medico.
di ROCCO LEGGIERI*
medici
l'algoritmo d'oro e la torre di babele
Diritto

L’algoritmo d’oro e la torre di Babele

“L’algoritmo d’oro e la torre di Babele” di Caterina e Giovanni Maria Flick è un saggio sugli effetti della tecnologia sulla nostra civiltà, con un invito alla conservazione dell’umano e alla sua conciliazione con il progresso tecnologico.
di Ilaria tirelli
l'algoritmo d'oro e la torre di babele
Istruzione

Scuola, più fondi e voglia di futuro: intervista a Ivana Calabrese

Nell’àmbito del Secondo Rapporto su Scuola e Università dell’Eurispes, dialoghiamo con Ivana Calabrese di Ashoka sul tema dell’Istruzione in Italia, ma innanzitutto sul futuro di una istituzione che passa attraverso docenti capaci e fondi per l’innovazione.
di Massimiliano Cannata