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Le troppe distrazioni dell’Europa

di
Luciano Maria Teodori

In Italia, per ridurre dell’1% il debito, abbiamo distrutto il 10% di capitale umano.

Questo è il dato drammatico della realtà sociale italiana e non solo.

Il professor Prodi avverte di stare molto attenti alla ostilità della stampa estera: che non ci sia dietro un piano  per “offrire ai mercati internazionali una pecora zoppa da mangiare”. Le autorità europee non hanno voluto tener conto delle differenze strutturali delle economie e non funziona utilizzare le stesse regole per paesi con differenze strutturali importanti. Quindi, come diceva Garibaldi a Bixio, o si fa (Italia) l’Europa o si muore.

Si ha l’impressione che un angelo sterminatore abbia obnubilato la mente di molta parte della classe dirigente politica del continente europeo. In nome delle leggi del libero mercato si è persa la cognizione di quello che sta succedendo.

E non si tratta di essere nostalgici di un mondo e di regole che tutti sappiamo essere superate e dannose per la sfida globale.

È che si è buttato il bambino con l’acqua sporca. La disoccupazione giovanile è addirittura superiore a quella degli anni trenta del secolo scorso, e si sente una frenesia immotivata di liberarsi di ogni regola. L’ascensore sociale è bloccato da anni e non si rimetterà in moto con le ricette e le chiacchiere dei populisti di ogni risma.

Non à vero che c’è troppa politica, al contrario ce ne è troppo poca.

La Gran Bretagna ha fatto una scelta che mi lascia perplesso per gli scenari che fa intravedere. Un gioco pericoloso e ancora non delineato con chiarezza.

L’Est insegue fantasmi del passato.

Bisogna assolutamente ricominciare a ragionare. Le sfide sono molte e si sono accumulate.

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