Le previsioni agricole globali indicano uno spostamento dei consumi di carne, latticini e cereali dai paesi Ocse alle economie emergenti, mentre nei paesi ad alto reddito si è osservata una maggiore attenzione verso alimenti biologici e prodotti sostenibili. Le variabili climatiche e geopolitiche influenzeranno invece prezzi e reperibilità dei prodotti agricoli.
In agricoltura, per innovare c’è bisogno di immaginare come vorremmo che fosse il nostro Paese tra 30/50 anni, senza perdere di vista dove siamo e in quale epoca storica, ambientale, economica e culturale viviamo. L’intervista a Enrico Dall’Olio, AD di Agribioenergia.
Il mercato delle IG vale in Europa 74,8 miliardi di euro, e un prodotto IG su quattro è italiano. Per valorizzare questa ricchezza bisogna puntare su un futuro tecnologico per i marchi DOP e IG, prodotti di punta del Made in Italy, e a una Agricoltura 4.0 basata su trasparenza e tracciabilità.
Il settore agroalimentare italiano genera oltre 522 miliardi di euro e rappresenta il 15% del Pil nazionale. Il settore va protetto e implementato, innanzitutto attraverso il rafforzamento di partnership e alleanze tra pubblico e privato, e in vista degli eventi climatici estremi che minano le attività del comparto.
“L’agricoltura italiana come bene comune” è il titolo dell’indagine svolta dall’Istituto Eurispes che investiga sul significato contemporaneo del concetto di bene comune. Dalle interviste in profondità emerge una idea romantica di campagna, condizionata anche dal luogo in cui si vive.
L’agricoltura italiana è considerata una parte fondamentale dell’economia da circa l’86% dei rispondenti. Negative le opinioni su GDO, specialmente da parte di giovani e cittadini, mentre nei territori rurali è vista anche come una risorsa. Natura, cibo, paesaggio, patrimonio e tradizioni sono le parole chiave.