Nel 2023 i paesi OCSE hanno accolto oltre 6,5 milioni di nuovi immigrati permanenti, un dato che evidenzia i cambiamenti economici e sociali in atto e che si associa al fenomeno dell’imprenditoria migrante che in in Italia coinvolge il 13,7% dei lavoratori stranieri.
Le rimesse economiche dei migranti rappresentano una risorsa per il paese d’origine che le riceve, oltre a un diritto e un mezzo di emancipazione di molte famiglie dalla povertà. Ma allo stesso tempo, queste possono creare squilibri nel tessuto sociale: una ricchezza, dunque, che andrebbe guidata da progetti di investimento strutturati.
Il nuovo Patto europeo su migrazione e asilo ha generato notevoli perplessità sul fronte dei diritti umani e della solidarietà tra Stati Ue, in particolare sul trattamento dei minori e sulla possibilità data agli Stati membri di rifiutarsi di ospitare i richiedenti asilo in cambio di un contributo finanziario alla gestione dei processi di rimpatrio.
La questione della presenza degli stranieri nelle scuole implica un’ambivalenza di obiettivi: migliorare la qualità dell’istruzione a prescindere dalla discendenza, oppure comprimere il diritto costituzionale all’apprendimento. La scuola deve avere una funzione di istruzione e integrazione sociale.
I minori stranieri non accompagnati arrivati in Italia nel 2023 sono finora 11.630. Nel 2022 sono sbarcati sulle nostre coste 14.044 MSNA a fronte di 62.256 migranti. Si tratta di minori che non hanno adulti a prendersi cura di loro, che spesso si allontanano dai centri di accoglienza e non vengono più seguiti dal sistema.
Nel 2022 sono entrate irregolarmente in Europa 330 mila persone, portando al centro del dibattito politico europeo e italiano la “questione migranti”. Ma tra i punti di discussione c’è la disparità di trattamento tra rifugiati ucraini e rifugiati provenienti da altre zone interessate dalle migrazioni.