L’indagine Eurispes dedicata alle opinioni degli italiani sui temi etici, contenuta nel Rapporto Italia 2025, ha esplorato anche il concetto di giustizia sociale attraverso una serie di affermazioni e soluzioni in merito. Sul piano della giustizia sociale, interventi correttivi al fine di porre rimedio ad eventuali forme di svantaggio e di discriminazione nei confronti di determinate categorie di persone (minoranze etniche, persone LGBT+, donne, persone di colore, minoranze per orientamento/identità sessuale) rappresentano una soluzione più o meno condivisa a seconda dello specifico aspetto analizzato. Dai dati Eurispes del 2025 emerge che favorire l’inserimento lavorativo delle minoranze etniche è la misura che ottiene il maggior numero di consensi e che trova d’accordo quasi sei italiani su dieci (59,7%), mentre sull’affermazione “è giusto che gli uomini si sentano in colpa nei confronti delle donne perché godono di vantaggi nel mondo del lavoro e nel riconoscimento sociale” soltanto il 36,3% degli intervistati si è dichiarato d’accordo.
Per il 54,4% degli italiani è giusto che l’inserimento lavorativo delle persone LGBT+ venga favorito il più possibile
Concordano con l’affermazione che sia “giusto che l’inserimento lavorativo delle persone LGBT+ venga favorito il più possibile” il 54,4% degli italiani, mentre “è giusto che i bianchi si sentano in colpa nei confronti delle persone di colore perché godono da sempre di vantaggi” secondo il 34% dei cittadini intervistati dall’Eurispes. Infine, il 48,6% dei cittadini è d’accordo sull’affermazione che sia “giusto che il mondo dello spettacolo favorisca una sempre maggiore presenza di minoranze etniche e di orientamento/identità sessuale”
Le fasce di popolazione più giovane dimostrano maggiore sensibilità verso le condizioni di svantaggio e discriminazione
Scorporando il dato in base all’età emerge come siano le fasce di popolazione più giovane a dimostrare maggiore sensibilità verso le condizioni di svantaggio e discriminazione vissute dalle categorie di persone individuate nel sondaggio: il 67,2% dei 18-24enni si dichiara a favore di un inserimento lavorativo agevolato delle minoranze etniche per colmare eventuali svantaggi subiti, mentre tale percentuale scende al 56,8% tra i 45-64enni. Il medesimo meccanismo in favore delle persone LGBT+ è visto con favore dal 65% dei 18-24enni, mentre condivide tale opinione meno di un over 64 su due (48,4%). Secondo il 42% dei 18-24enni provare un sentimento di colpa da parte degli uomini nei confronti delle donne a causa dei vantaggi dei primi in àmbito lavorativo e sociale rappresenta un’ipotesi ammissibile, mentre tale percentuale scende al 34,9% tra i 45-64enni e al 33,5% tra i 35-44enni. Una percentuale consistente di consenso, soprattutto tra i giovani, raccoglie la proposta di favorire una sempre maggiore presenza di minoranze etniche e di orientamento/identità sessuale da parte del mondo dello spettacolo: il 60,1% dei 18-24enni si dichiara d’accordo, mentre tale opinione è condivisa soltanto dal 45,3% dei 35-44enni e dal 44,7% degli over 64.
Le posizioni maggiormente avanzate sulla giustizia sociale crescono all’aumentare del livello di istruzione
Scorporando il dato in base al titolo di studio emerge che, complessivamente, le posizioni maggiormente avanzate crescono all’aumentare del livello di istruzione. Le maggiori percentuali di consenso su tutti i quesiti si registrano tra chi possiede il diploma di maturità e la laurea o titolo superiore, fatta eccezione per il quesito relativo alle disparità tra uomo e donna in àmbito lavorativo e sociale, rispetto al quale le posizioni a favore espresse da chi possiede la licenza elementare o non possiede alcuno titolo di studio (38,9%) si allineano a quelle di chi possiede una laurea o titolo superiore (39,9% di consensi). Su tutte le altre questioni proposte, l’accordo maggiore proviene, invariabilmente, da coloro i quali hanno effettuato un percorso formativo di livello superiore.

