In occasione del suo intervento alla cerimonia inaugurale della 38° Assemblea nazionale delle Province d’Italia (UPI), tenutasi a Lecce il 25 novembre scorso, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella non si è limitato ad un semplice saluto augurale, ma ha ritenuto di svolgere alcune e incisive considerazioni sull’ancora incompiuto processo riformatore riguardante il funzionamento di tali enti territoriali. Il Capo dello Stato, infatti, nel ricordare come le Province, unitamente ai Comuni, alle Città metropolitane e alle Regioni, siano elementi costitutivi della Repubblica, non ha potuto fare a meno di sottolineare la circostanza che la legge 7 aprile 2014, n. 56 (meglio conosciuta come legge Delrio), ha avviato un processo riformatore che tuttavia si è interrotto e non è stato ripreso, né compiuto.
L’intervento presidenziale ha toccato temi riguardanti i diversi profili inattuati attinenti al ruolo e alle funzioni delle Province
L’intervento presidenziale, toccando temi riguardanti i diversi profili inattuati attinenti al ruolo e alle funzioni delle Province (dall’attualità o meno della loro dimensione territoriale, alla natura della Provincia come ente intermedio tra Comuni e Regioni; dall’avvertita esigenza di una programmazione territoriale che non riguardi esclusivamente Stato e Regioni, alla effettiva e piena realizzazione del principio di sussidiarietà verticale), ha costituito un’autentica lectio magistralis, i cui destinatari in prima battuta sono stati i partecipanti all’assise nazionale ma i cui contenuti sicuramente non potranno che essere attentamente vagliati da Parlamento e Governo e, altresì, dai Consigli regionali ormai del tutto completamente rinnovati. Ciò al fine di attivare un percorso normativo per impedire che le Province siano destinate, come ha ammonito Sergio Mattarella, “a un eterno limbo”.
La legge Delrio e l’eterno limbo delle province
Al di là degli importanti e doverosi spunti di riflessione offerti dall’intervento presidenziale, si può aggiungere come a undici anni dall’entrata in vigore della legge Delrio, oltre a rimanere inattuate parti importanti delle innovazioni apportate al sistema organizzativo dell’ente Provincia, si sono nel tempo aggrovigliate questioni di natura procedurale attinenti al funzionamento degli organi deliberativi e di gestione di tali enti che il più delle volte hanno richiesto l’intervento risolutore dei giudici amministrativi. Tale evenienza non costituisce certo un buon segnale di efficienza e speditezza, oltre a rendere ancor più difficoltosa alle comunità di riferimento la conoscenza dei meccanismi decisionali su situazioni che le riguardano.
Un riesame dell’intera materia, in grado di ridefinire sul piano normativo natura, funzioni e assetti dell’ente Provincia non potrà che favorire una positiva ricaduta sul soddisfacimento di diritti dei cittadini e sulla funzionalità dei servizi erogati, in un quadro, fortemente auspicato dal Presidente Mattarella, di unità e di cooperazione tra istituzioni e parti politiche.

