Con la legge costituzionale dell’11 febbraio 2022 è stata introdotta una seconda nuova disposizione all’articolo 9 della Costituzione italiana, dedicata specificamente alla tutela degli animali. Tale disposizione si distingue da quella relativa alla biodiversità, in quanto non si riferisce alle specie animali nel loro complesso, bensì ai singoli animali considerati individualmente, in quanto esseri viventi. Pur trattandosi di una novità significativa, questa tutela conserva una natura prevalentemente antropocentrica, rispondendo cioè a logiche e finalità connesse alla protezione dell’uomo. Ciò riflette un’impostazione diffusa anche a livello internazionale, dove la protezione degli animali è spesso influenzata dai contesti socio-culturali dei singoli ordinamenti.
La tutela degli animali è un tema che sta particolarmente a cuore agli italiani: il 78,7% è contrario alla vivisezione, il 68,3% alla caccia, il 76% agli animali nei circhi
La tutela degli animali è un tema che sta particolarmente a cuore agli italiani ed è tra gli argomenti investigati dall’Eurispes anche nel Rapporto Italia 2025. Molti si dichiarano contrari a pratiche che ne implicano lo sfruttamento o il danneggiamento: si dichiara contrario alla vivisezione il 78,7% degli italiani, contrario alla caccia il 68,3%, all’utilizzo delle pellicce il 79,4% e all’utilizzo degli animali nei circhi il 76%. Analizzando il dato diacronicamente, non emergono differenze sostanziali nella serie storica: sulla vivisezione si esprimeva a sfavore il 78,9% degli italiani nel 2021 ed il 78,7% nel 2025. Una media variabile tra 6 e 7 italiani su 10 si sono espressi contrari alla nel corso degli anni (63,5% nel 2021, 76,1% nel 2022 e 68,3% nel 2025). Sull’utilizzo di pellicce si è passati da un 82,1% di contrari nel 2022 ad un 79,4% nel 2025. Per l’utilizzo degli animali nei circhi, invece, si è passati dall’80,1% di pareri contrari nel 2022 al 76% nel 2025.
Il 71,4% degli italiani si dichiara contrario agli allevamenti intensivi per uso alimentare
Il 71,4% degli italiani si dichiara contrario agli allevamenti intensivi per uso alimentare, il 66% è contrario all’abbattimento di animali in sovrannumero rispetto alla sostenibilità del territorio in aree extraurbane o in sovrannumero vicino o all’interno di aree urbane (60,1%). Solo per quanto concerne l’abbattimento di animali potenzialmente pericolosi per l’uomo se si avvicinano alle aree abitate, la percentuale degli sfavorevoli fa registrare una certa flessione (54,7%). A tale proposito, non si possono ignorare le vicende degli abbattimenti degli orsi in seguito ad aggressioni o semplici avvicinamenti agli esseri umani (come nel caso dell’orso M91, che si era accostato ad un escursionista, in Trentino, senza aver mostrato segni di aggressività) e che ha sollevato un acceso dibattito presso l’opinione pubblica e associazioni animaliste.
Sull’abbattimento degli animali potenzialmente pericolosi per l’uomo, la percentuale dei favorevoli aumenta col progredire dell’età
Scorporando il dato in base all’età, la tutela degli animali è un tema che tocca il cuore degli italiani senza notevoli scarti tra le diverse stagioni della vita. Per quanto riguarda l’abbattimento degli animali potenzialmente pericolosi per l’uomo, la percentuale dei favorevoli aumenta col progredire dell’età (37,2% dei favorevoli tra i 18-24enni a fronte del 55,7% degli over 64). Le pratiche più invise, a tutte le età, sono l’utilizzo degli animali nei circhi, l’utilizzo delle pellicce e la vivisezione.
I cittadini più sensibili alla tutela del benessere animale sono gli abitanti delle Isole
Analizzando il dato in base all’area geografica di appartenenza, i cittadini più sensibili alla tutela del benessere animale, nel complesso, appaiono essere gli abitanti delle Isole: contrari alla vivisezione il 90,5%, contro l’utilizzo delle pellicce l’87,3%. Fanno eccezione i quesiti relativi l’abbattimento di animali in sovrannumero vicino o all’interno delle aree urbane (42,3% di risposte favorevoli) o, anche se in misura minore, degli animali in sovrannumero rispetto alla sostenibilità del territorio in aree extraurbane (33,6%). Dai dati Eurispes emerge che sono favorevoli all’abbattimento di specie in sovrannumero, rispettivamente, il 50,6% e il 40,5% degli abitanti del Centro e del Nord-Ovest. Anche nelle aree insulari il sovrappopolamento dei cinghiali rappresenta un problema particolarmente sentito, sotto vari aspetti, una vera e propria emergenza, a causa dei danni agricoli che causano importanti danni economici, della perdita di biodiversità a causa della predazione di specie endemiche e dei danni legati alla sicurezza. La percentuale a favore dell’abbattimento di animali potenzialmente pericolosi per l’uomo (orsi, lupi) se si avvicinano alle aree abitate, comprensibilmente, è più alta nelle aree del Nord-Est (55,2%) e del Nord-Ovest (50,5%), in ragione del tipo di fauna autoctona e dei problemi ad essa legati, come illustrato poco sopra.
La tutela degli animali è un tema che tocca il cuore degli italiani senza notevoli scarti tra le diverse età o indirizzi politici
Per area politica, è contrario alla vivisezione l’87,8% dei sostenitori del centro e il 74,5% di quelli della sinistra. Valori simili si ritrovano praticamente in tutti gli items proposti, con percentuali tra il 70% ad oltre l’80% di pareri contrari, fatta eccezione, come già rilevato poco sopra, per i quesiti riguardanti l’abbattimento di animali potenzialmente pericolosi per l’uomo, di quelli in sovrannumero nei pressi dei centri abitati, per i quali i pareri a favore crescono. In ogni caso chi si esprime a favore non supera il 54,7% (sostenitori del centro-destra) per quanto riguarda la prima questione ed il 46,6% (centro-sinistra) per quanto concerne la seconda.

