Fine del campionato 2019. Il calcio, non per gioco ma per business. I numeri

L’Italia è il Paese europeo in cui maggiormente si parla e si discute di calcio. In media, 8 ore a testa durante la settimana e 39 milioni sono i biglietti venduti ogni anno per eventi calcistici. Il calcio incide anche per il 35% sul volume d’affari generato dallo spettacolo in Italia e occupa direttamente 40mila persone, creando un indotto economico stimato in 18,1 miliardi di euro. Sono i dati pubblicati dalla FIGC nel Bilancio Integrato del 2017 e raccolti nel Rapporto Italia 2019 dell’Eurispes.
Con la sua capacità di raggiungere milioni di persone, il calcio, soprattutto in Italia, non è più un semplice gioco o un passatempo, ma un vero e proprio business, divenuto negli anni una leva che contribuisce alla crescita del Pil del Paese.
A confermare l’importanza culturale di questo sport in Italia è anche l’indagine condotta a luglio 2018 da Doxa per Findomestic: ad essere interessata al calcio è il 79% della popolazione attiva tra i 18 e i 64 anni. In particolare, il 18% degli italiani, principalmente uomini di età compresa tra i 35 e i 44 anni (24%), vive il calcio come una vera e propria passione. Il 26% si considera abbastanza interessato a questo sport e il 35% si definisce un tifoso occasionale, che si lascia coinvolgere soltanto dalle competizioni più importanti, sia nazionali che internazionali. Il 21% degli intervistati, invece, non nutre alcun interesse verso questo sport. Il calcio, inoltre, attrae anche un discreto pubblico femminile, sebbene le donne dichiarino di essere soprattutto tifose occasionali (45%) che si appassionano esclusivamente in occasione dei grandi eventi.
Durante gli ultimi Mondiali di calcio in Russia è emersa la tendenza all’aggregazione e all’interazione tra i tifosi di tutto il mondo, grazie soprattutto ai Social Media. Le interazioni sui Social durante la Coppa del Mondo 2018 hanno, infatti, fatto registrare numeri di molto superiori rispetto a quelli dei Mondiali in Brasile nel 2014. Tutto ciò si traduce in business, che genera visibilità per gli sponsor, dal momento che possono sfruttare le migliaia di interazioni che i follower hanno con i campioni che seguono. Questi, infatti, diventano dei veri e propri “influencer”, data l’enorme mole di persone che riescono ad aggregare su Internet.
Lo studio FIGC-Deloitte, dal titolo “Il conto economico del Calcio italiano”, che ha analizzato i bilanci delle società di calcio professionistico e i relativi dati circa l’organizzazione e lo svolgimento dei campionati dilettantistici e giovanili, ha certificato un valore di costo pari a 4 miliardi e 257,9 milioni di euro (di cui il 73% è da ricondursi esclusivamente ai campionati professionistici). Le voci di costo più rilevanti sono quelle legate alle retribuzioni per calciatori, dirigenti, personale.
Inoltre, l’industria del calcio concorre direttamente all’aumento dei redditi di famiglie ed imprese, in particolare per un ammontare totale di 22,5 miliardi di euro e garantisce un’occupazione a quasi 250mila persone. Il calcio contribuisce alla crescita della ricchezza nazionale per una percentuale pari al 7%.
Questi numeri evidenziano lo stretto legame fra questa industry e la crescita economica nazionale. Si è stimato, infatti, che sia la vittoria ai Mondiali del 1982 sia quella del 2006 contribuirono ad un aumento del Pil, rispettivamente dello 0,7% e dell’1,9%.
Le principali manifestazioni calcistiche costituiscono una vera e propria ricchezza per le reti televisive che ne detengono i diritti; a ciò si aggiunge l’importante giro d’affari legato al merchandising delle squadre ed al mercato pubblicitario.
Conseguentemente, i club calcistici sono diventati dei veri e propri brand che, in quanto tali, hanno un valore economico e sempre più spesso valutano l’opportunità di utilizzare i propri valori sottostanti, in nuovi contesti prodotto-mercato, facendo leva sulla forza originaria.
Forbes ha stilato una classifica dei club calcistici con il maggior fatturato al mondo, in cui trovano spazio cinque squadre italiane, con la Juventus primo club nazionale ad essere nella top 20. Tra le squadre italiane compaiono anche Roma, Milan, Inter e Napoli.

Per approfondire, è possibile consultare la scheda 45 del Rapporto Italia 2019 nella versione integrale

https://eurispes.eu/rapporto-italia-2019-il-business-del-calcio-in-italia/

 

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