Il rapporto tra uomo e animali varia tra culture, epoche storiche e contesti geografici ed è in continua evoluzione a causa di alcune sfide. Tra di esse vi è sicuramente il bilanciamento tra l’impiego degli animali per scopi utilitaristici e l’eticità dello stesso impiego. La sempre maggiore consapevolezza, empatia e rispetto per tutte le forme di vita pone infatti la comunità davanti ad alcune riflessioni sulla legittimità dello sfruttamento e sul benessere degli animali. Quello con gli animali è quindi un rapporto in continua trasformazione e ciò è maggiormente vero se si considerano gli animali domestici. Infatti, oggi la convivenza con gli animali domestici si è diffusa in molte parti del mondo: offrono compagnia, sostegno emotivo e altri benefici per la salute. Sono diventanti dei membri a pieno titolo delle famiglie.
L’aumento di animali domestici può essere dovuto a fattori demografici, come la diminuzione delle nascite e l’aumento delle famiglie unipersonali
L’aumento significativo del numero di animali domestici può essere dovuto a fattori demografici, come la diminuzione delle nascite e l’aumento delle famiglie unipersonali, a fattori culturali, quali la sempre maggiore sensibilità verso il benessere degli animali e il benessere che gli animali portano all’uomo. Di contro, il fenomeno dell’abbandono e del randagismo non è ancora stato superato e la crisi economica ha reso più difficile sostenere i costi associati alla cura degli animali domestici. Ciò ha fatto sì che anche la pet economy sia diventata un settore in rapida espansione con numero che secondo la stima di Bloomberg Intelligence (Global Pet Industry Market, 2024), arrivano a circa 325 miliardi di euro nel 2025 e potrebbe potenzialmente raggiungere oltre i 456 miliardi di euro entro il 2030. In Italia, nel 2023 il valore complessivo della pet economy è stato stimato intorno ai 6,8 miliardi di euro (Ufficio studi Coop) e conta quasi 27.000 imprese attive nel 2025 (Unioncamere e Infocamere).
In Italia nel 2023 il valore complessivo della pet economy è stato stimato intorno ai 6,8 miliardi di euro
Dai dati raccolti dall’Eurispes nel Rapporto Italia 2025 emerge che gli animali domestici sono sempre più presenti nelle case degli italiani: il 40,5% degli intervistati dichiara di possedere un animale domestico, rispetto al 37,3% del 2024. Il 22,1% ha dichiarato di possedere un solo animale, quasi il 10% due e quasi il 9% da tre in su, di cui il 5,2% ne ha più di tre. È il Nord-Est ad avere il maggior numero di rispondenti con animali domestici (43,8%), seguito dal Nord-Ovest (41,8%) e dal Centro (41,6%). Più bassa è la percentuale nelle Isole (35,4%) e nel Sud Italia (37,8%). Sono soprattutto le coppie con figli (41%) e quelle senza figli (40,8%) a possedere animali. Risulta lievemente più bassa la percentuale di monogenitori con figli (37,2%) e persone che vivono da sole (38%). A possedere almeno due animali sono soprattutto le coppie senza figli (20,7%). Le famiglie mononucleari (22,3%) e le coppie con figli (21,9%) possiedono soprattutto un solo animale.
Cani e gatti si confermano gli amici per eccellenza degli italiani
Gli italiani intervistati possiedono in egual misura cani e gatti (37%), seguiti, a notevole distanza, dai pesci (5,6%), uccelli (4,7%) e tartarughe (4,1%). Troviamo poi i conigli (2,9%), i criceti (2,2%), i cavalli (1,3%) e, poco diffusi, rettili (0,7%), animali esotici (0,7%), asini (0,7%). A preferire i cani sono soprattutto gli uomini: ne ha uno il 39,7% contro il 34,6% delle donne. Il rapporto si ribalta se si considerano i gatti: ne ha uno il 40% delle donne contro il 33,9% degli uomini.
Quanto costa la spesa per gli animali domestici
Quanto spendono gli italiani per i loro animali domestici? Il 18,9% del campione spende meno di 30 euro al mese. La maggioranza si attesta su una spesa mensile che va dai 31 euro ai 100 euro. A spendere di più il 28,4%, con una punta del 2,9% che spende oltre i 300 euro al mese. Prevale dunque un livello di spesa mensile medio o medio-basso; meno di un possessore di animali su dieci afferma di sostenere costi superiori ai 200 euro per il proprio animale. Ma la crisi economica sembra aver impattato sul rapporto con gli animali domestici: a causa delle difficoltà economiche, il 23% dei rispondenti ha rinunciato a prendere altri animali, e quasi uno su 10 (il 9,7%) ha dovuto dare via il proprio animale domestico (il 90,3% non lo ha fatto). Più di un italiano su dieci (11,4%) afferma di aver dovuto rinunciare a prendere un animale in casa per difficoltà economiche. Non è dunque raro per molti italiani doversi privare dell’affetto e della compagnia di un animale, pur desiderandolo, per l’impossibilità di sostenere le relative spese.
Il 15,5% dei possessori di animali ha sottoscritto un’assicurazione sanitaria e il 16% un’assicurazione per la tutela legale e la responsabilità civile
Ma le spese per gli animali domestici non finiscono qui: il 15,5% dei possessori di animali ha sottoscritto un’assicurazione sanitaria e il 16% ha sottoscritto un’assicurazione per la tutela legale e la responsabilità civile (in particolare per tutelarsi da eventuali danni a terzi di cui possono rendersi responsabili i propri animali). Per area geografica, rispetto all’assicurazione sanitaria, a stipularla sono il 24,4% dei rispondenti residenti nelle Isole, seguiti da quelli del Sud (18%) e del Nord-Ovest (17,7%). L’assicurazione per la tutela legale e la responsabilità civile è stipulata con maggior frequenza nel Nord-Ovest e nel Centro (18,1% per entrambi), seguita della Isole (15,4%) e dal Sud (15,2%). Per entrambe, il fanalino di coda rimane il Nord-Est.