L’importanza che gli animali ricoprono nelle case degli italiani è un fatto oramai comprovato, consolidato dai numerosi progressi in campo normativo che negli anni hanno reso il nostro Paese uno dei più avanzati in tutta Europa in termini di tutela e difesa. Eppure, l’evidenza dei dati emersi nel Rapporto Italia 2023 fa nascere una nuova domanda: gli italiani sono ancora un popolo pet friendly? L’analisi dei dati evidenzia, in generale, un andamento negativo nell’affezione verso gli animali domestici da parte degli italiani: nel 2023, secondo i dati rilevati dell’Eurispes, il numero di italiani che dichiarano di possedere almeno un animale domestico è del 32,7%, -5 punti percentuali rispetto al 2022 e -7,5 punti rispetto al 2021. Ma ciò non significa che l’amore degli italiani per gli animali si sia improvvisamente esaurito. Semmai, a condizionarne le scelte sarebbero, oggi, la “paura” legata all’incertezza dei tempi e l’aumento generale del costo della vita che rendono più difficile l’adozione di un animale domestico in funzione di tutte le sue necessità. Nel 2023, infatti, molti italiani hanno rinunciato ad adottare un nuovo pet; altri hanno ridotto i costi legati alle visite dal veterinario o, ancora, quelli più superflui come il/la dog sitter, l’acquisto di gadget e accessori. Insomma, il mantenimento di un animale domestico è sempre più un lusso e i dati sembrano segnalare la preoccupazione degli intervistati a non poter fare fronte ad un impegno economico per il mantenimento del proprio amico a quattro zampe.
Nel 2023 il 32,7% degli italiani ha un pet, -5% rispetto al 2022
Il mercato legato alla cura degli animali domestici è in costante aumento: nell’ultimo decennio ha fatto registrare dei tassi di crescita annui molto elevati, arrivando nel 2021 a generare un giro d’affari di circa 3,5 miliardi di euro a livello nazionale (fonte: Nielsen). A livello mondiale il mercato dei prodotti e dei servizi legati ai pets cresce del 6% l’anno e si stima che passerà dai 232 miliardi di dollari del 2020 a 350 miliardi nel 2027. Nello specifico, dai risultati del sondaggio di Eurispes, emerge come il 18,7% degli intervistati dichiari di spendere meno di 30 euro al mese per i propri animali domestici; il 28,4% afferma di spendere tra 31 e 50 euro e il 33,2% tra 51-100 euro. Il 12,1% dei rispondenti spende una cifra compresa tra i 100 e i 200 euro al mese, mentre solamente il 3,2% spende tra i 200 e i 300 euro mensili. Se nel 2022 chi aveva un animale domestico dichiarava in misura maggiore di spendere fra i 31 e i 50 euro mensili (31,1%), nel 2023 la spesa risulta essere aumentata, con la percentuale maggiore registrata nella fascia che va dai 51 ai 100 euro mensili. Si evidenzia, inoltre, che nel 2023 è più che raddoppiata la percentuale di chi spende più di 300 euro al mese (4,4%) rispetto al 2022 (1,6%).
Le spese per gli animali domestici mettono in difficoltà soprattutto famiglie monogenitoriali e chi vive solo
Tra le voci di spesa, quelle dove si tende a spendere di più sono legate alla salute e all’alimentazione. Il 10,8% degli italiani spende più di 200 euro al mese in visite mediche, mentre la quota di coloro che spende meno di 30 euro al mese per l’alimentazione del proprio pet si ferma al 26,3%. Al contrario di quanto avviene per alimentazione e le cure mediche, gli italiani sono più propensi a tagliare i costi relativi a dog sitter, abbigliamento e ai gadget. In questo caso, la percentuale di coloro che spendono meno di 30 euro al mese si attesta rispettivamente al 71,9%, al 66% e al 64,2%. La crisi ha generato nel consumatori la necessità di scegliere e di rinunciare ad alcuni prodotti e servizi dedicati agli animali domestici. Dal sondaggio emerge che solamente il 18,5% delle famiglie che possiedono un animale ha effettuato dei tagli su medicinali acquistati, mentre il 36% ha dichiarato di aver rinunciato a prendere un nuovo animale e il 35,8% ha deciso di acquistare cibo meno costoso. Il 28,5% degli intervistati ha scelto di rinunciare a cure o interventi chirurgi costosi e il 26,3% ha ridotto le visite veterinarie. Ad essere più in difficoltà risultano essere le coppie monogenitoriali con figli, che hanno scelto di acquistare cibo meno costoso o hanno rinunciato a prendere altri animali nel 45% dei casi. Nel 40% dei casi, inoltre, i nuclei monogenitoriali con figli hanno ridotto le visite veterinarie, rinunciato ad effettuare interventi chirurgici costosi (30%) o tagliato la spesa dei medicinali (25%). Percentuali molto simili, seppur inferiori, si riscontrano per le persone che vivono sole, mentre le coppie senza figli sono la categoria che ha dovuto fare meno rinunce nelle spese legate alla cura degli animali domestici.
Un italiano su cinque ha pensato di destinare una parte della propria eredità al proprio animale domestico
Casi come quello dello stilista Karl Lagerfeld, che ha lasciato parte della sua eredità alla gatta Choupette, pongono degli interrogativi sul rapporto “ultraterreno” che le persone hanno con i loro amici animali. Per questo motivo, l’indagine ha dedicato una sezione proprio al rapporto degli italiani con la morte, in relazione ai propri animali domestici. Ebbene un italiano su cinque (20,2%), tra chi possiede almeno un animale domestico, ha seriamente preso in considerazione l’ipotesi di destinare una parte della propria eredità a quest’ultimo ma anche di trovare sepoltura insieme al proprio pet. Il 14,7% degli intervistati ha pensato di utilizzare un cimitero virtuale per il proprio animale; il 13,1% ha preso in considerazione l’ipotesi di venir seppellito insieme al proprio pet e l’11,9% di ricorrere ad un funerale online nel momento in cui il proprio animale da compagnia dovesse venire a mancare. Modi nuovi per metabolizzare la perdita di “uno di famiglia”, del tutto in linea con le recenti tecnologie e che permettono non solo di celebrare il rito funebre come si farebbe per una persona, ma di dare anche una sepoltura all’animale laddove non sia possibile.
Un nuovo modo di approcciarsi al proprio pet?
Infine, è stato chiesto agli italiani se conoscono qualcuno che abbia effettivamente deciso di ricorrere ad alcune delle pratiche di cui si è parlato in precedenza. Per quanto riguarda la scelta di lasciare almeno una parte della propria eredità al proprio animale domestico, solamente il 10,7% dei rispondenti afferma di conoscere qualcuno che ha preso tale decisione. L’8,5% ha dichiarato di conoscere qualcuno che ha utilizzato un cimitero virtuale per il proprio animale, dato che scende all’8% in relazione alla scelta di far ricorso ad un funerale virtuale online. Infine, solamente il 6,9% degli italiani afferma di conoscere qualcuno che abbia effettivamente dato disposizione di venir seppellito insieme al proprio animale.