L’idrogeno verde è la base sulla quale costruire una solida politica di sostenibilità ambientale in Europa come emerge dall’intervista al prof. Luigi Campanella, chimico e ordinario di Chimica dell’Ambiente dei Beni Culturali. Ma in Italia bisogna fare di più per supportare imprese e start up.
Nel Sistema-Italia ogni territorio esprime una propria identità da valorizzare, che va ben oltre le peculiarità geografiche. La diversificazione delle politiche, insieme a una decisa politica di coesione, farà da traino al Paese partendo da contesti particolari, come nel caso del Disegno di Legge Montagna dello scorso ottobre.
Il rischio di alluvioni coinvolge 1 italiano su 3 che vive sul 30% del nostro territorio. Anche l’Ue si prepara ad affrontare fenomeni catastrofici che il cambiamento climatico renderà sempre più frequenti. Intanto, i finanziamenti dedicati del PNRR procedono per la messa in sicurezza del territorio.
Lo stato delle acque in Italia sconta la presenza di infrastrutture idriche antiquate e inadeguate, che disperdono il 40% di una risorsa che sarà sempre più preziosa e meno reperibile in futuro. La situazione peggiore è nel Mezzogiorno, le regioni del Centro le più virtuose.
In agricoltura va affrontata la questione della gestione del rischio rispetto alle catastrofi naturali, sempre più frequenti e distruttive. Infatti, solo il 10% delle aziende agricole è assicurata contro rischi meteoclimatici, laddove il danno determinato dagli eventi estremi si attesta in media su oltre 600 milioni di euro all’anno.
Bilancio energetico nazionale, l’Italia ha un grande potenziale confermato da una quota del 20% di energie rinnovabili sul totale registrato nel 2020. A frenare la transizione ecologica però ci sono burocrazia e regionalismi che rischiano di allungare i tempi di decarbonizzazione dell’economia.