Nell’ultimo decennio, gli eventi meteorologici estremi in Italia sono più che quadruplicati, passando da 348 nel 2011 a 1.602 nel 2021 (European Severe Weather Database). Nonostante la sua elevata suscettibilità alle catastrofi, solo il 5% delle abitazioni italiane gode di una protezione assicurativa contro terremoti e alluvioni, a fronte di un rischio che riguarda almeno il 78% degli edifici adibiti ad abitazione (Report sui cambiamenti climatici, ANIA). Spostando l’attenzione sul settore dell’agricoltura, solo il 10% delle aziende agricole è assicurata contro rischi meteoclimatici, laddove il danno determinato dagli eventi estremi si attesta in media su oltre 600 milioni di euro all’anno. Nel 2022 per la siccità si sono stimati oltre 6 miliardi di euro di danni. In questo contesto si inscrive l’iniziativa del Fondo nazionale Agricat, rivolto a tutti gli agricoltori italiani beneficiari dei finanziamenti del Piano di Politica Agraria Comunitaria (PAC) (circa 700.000 aziende) e destinato a coprire, in una logica d’intervento pubblico-privato, i danni catastrofali da siccità, gelo e alluvione.
Agricoltura, un asset strategico
Il peso del settore primario sull’economia nazionale si è attestato su circa il 2,2% del Pil (Istat, 2021). L’importanza del settore agricolo è ancora più evidente considerando l’indotto dell’industria alimentare che ha un peso analogo (2,1% del Pil), confermando complessivamente la posizione strategica dell’agroalimentare nel quadro economico nazionale. I dati Istat (2021) fotografano inoltre un calo delle aziende agricole (-30% rispetto al 2010), con un aumento della dimensione media della superficie agricola gestita da una singola azienda.
La gestione del rischio in agricoltura
L’Italia è stato uno dei primi paesi ad affrontare il tema della gestione del rischio in agricoltura, introducendo già dagli anni Settanta, il Fondo di Solidarietà Nazionale. Le misure previste consistono principalmente nella erogazione di aiuti contributivi e creditizi alle imprese agricole che, per effetto della perdita delle produzioni, subiscono danni in misura non inferiore al 20% della produzione aziendale. Le polizze assicurative agevolate invece sono finalizzate alla prevenzione del rischio e sono gestite principalmente a livello provinciale attraverso i consorzi agricoli di difesa. Il numero di aziende assicurate rimane ancora contenuto: circa 76.000 unità a fronte di 705.000 aziende agricole (Infocamere, 2020). La persistente concentrazione territoriale e la limitatezza della base assicurata, in abbinamento al trend sfavorevole dei fenomeni climatici avversi, hanno generato un aumento progressivo dei tassi praticati dalle compagnie assicurative. Dopo un lieve calo registrato nel primo triennio, le tariffe assicurative medie sono aumentate fino a raggiungere un aumento medio nazionale del 9,2% nella campagna 2021 (ANIA).
Verso un sistema pubblico-privato per far fronte agli eventi estremi
In ragione di quanto sin qui considerato, per il raggiungimento degli obiettivi di rafforzamento a livello nazionale del sistema di gestione del rischio è stata delineata un’articolazione per livelli. Interviene in prima istanza una copertura obbligatoria di primo livello, con l’obiettivo di coprire la maggior parte dei danni catastrofali, poi un secondo livello caratterizzato dal sistema agevolato delle polizze assicurative agricole e dei fondi di mutualità privati e infine un terzo livello che interessa le misure di investimento in prevenzione e mitigazione dei rischi.
Il nuovo Fondo mutualistico nazionale Agricat
Il nuovo Fondo per la copertura dei danni catastrofali meteoclimatici alle produzioni agricole causati da alluvione, gelo o brina e siccità è stato istituito con legge 30 dicembre 2021, n. 234. Nel Piano di gestione del rischio agricolo è stata prevista per la campagna 2022 una sperimentazione con la duplice finalità di: simulare “in campo” l’applicazione del nuovo strumento; affiancare l’avviamento della Società Agricat Srl nata a luglio 2022 e riconosciuta quale Soggetto Gestore del Fondo.
Nel 2020 in Italia l’incidenza sul Pil dei premi del ramo danni era del 2%, contro una media Ocse del 4,9%
Nel 2020 in Italia l’incidenza sul Pil dei premi del ramo danni era appena del 2%, contro una media Ocse del 4,9%. Le motivazioni di tale situazione, secondo Banca d’Italia, sono da ricercarsi negli interventi pubblici ex post che disincentivano una copertura assicurativa ex ante e nella mancanza di un tetto al massimo danno assicurabile, insieme a una bassa cultura assicurativa. Secondo l’IVASS è importante ripensare le modalità con cui si è perseguita l’esigenza di stabilizzare i redditi degli operatori agricoli in caso di calamità naturali e di favorire il pronto ristabilimento dei livelli di produzione alimentare. Negli ultimi vent’anni, in Italia, si è passati da un sistema di intervento pubblico a fondo perduto ex post ad un sistema misto, con un progressivo incremento degli strumenti ex ante costituiti da assicurazioni dei rischi in agricoltura agevolate. Queste ultime sono fondamentali nell’attuazione di strategie di adattamento delle imprese ai cambiamenti climatici. Secondo l’ANIA è il momento di allineare la legislazione italiana a quella di gran parte degli altri paesi europei, con l’adozione di uno schema assicurativo obbligatorio pubblico-privato contro le catastrofi naturali. L’obiettivo è stimolare la protezione sostenibile dei cittadini e assicurare omogeneità di garanzie fra i paesi europei, ma vi sono resistenze alla proposta.
La possibilità di prevenire gli eventi futuri
Le catastrofi naturali mostrano in tutti i continenti preoccupanti dinamiche di crescita. I drammatici effetti di questa escalation sono distribuiti in modo disuguale a livello sia geografico sia sociale. Favorire un’allocazione dei rischi efficiente, equa e finanziariamente sostenibile è una sfida complessa e urgente per le Istituzioni pubbliche. La prevenzione è generalmente materia di competenza esclusiva delle Regioni e Province autonome, mentre le politiche d’intervento ex post sono centralizzate a livello statale in quanto gravano sulla finanza pubblica. Agricat potrà concorrere, da un lato, a rafforzare il supporto agli agricoltori nel fronteggiare l’impatto di eventi estremi connessi ai cambiamenti climatici e, dall’altro lato, stimolare l’ampliamento del mercato delle assicurazioni danni favorendo un riequilibrio dei tassi dei premi e una più omogenea distribuzione delle coperture assicurative tra Nord e Centro-Sud del Paese.