Il caporalato sembra essere un fenomeno legato più che al lavoro agricolo, alla stessa filiera del settore agroalimentare, alla GDO e ai bassi stipendi dei consumatori, come spiega il Prof. Fabio Berti.
Le previsioni agricole globali indicano uno spostamento dei consumi di carne, latticini e cereali dai paesi Ocse alle economie emergenti, mentre nei paesi ad alto reddito si è osservata una maggiore attenzione verso alimenti biologici e prodotti sostenibili. Le variabili climatiche e geopolitiche influenzeranno invece prezzi e reperibilità dei prodotti agricoli.
In agricoltura, per innovare c’è bisogno di immaginare come vorremmo che fosse il nostro Paese tra 30/50 anni, senza perdere di vista dove siamo e in quale epoca storica, ambientale, economica e culturale viviamo. L’intervista a Enrico Dall’Olio, AD di Agribioenergia.
Il mercato delle IG vale in Europa 74,8 miliardi di euro, e un prodotto IG su quattro è italiano. Per valorizzare questa ricchezza bisogna puntare su un futuro tecnologico per i marchi DOP e IG, prodotti di punta del Made in Italy, e a una Agricoltura 4.0 basata su trasparenza e tracciabilità.
Il settore agroalimentare italiano genera oltre 522 miliardi di euro e rappresenta il 15% del Pil nazionale. Il settore va protetto e implementato, innanzitutto attraverso il rafforzamento di partnership e alleanze tra pubblico e privato, e in vista degli eventi climatici estremi che minano le attività del comparto.
“L’agricoltura italiana come bene comune” è il titolo dell’indagine svolta dall’Istituto Eurispes che investiga sul significato contemporaneo del concetto di bene comune. Dalle interviste in profondità emerge una idea romantica di campagna, condizionata anche dal luogo in cui si vive.
L’agricoltura italiana è considerata una parte fondamentale dell’economia da circa l’86% dei rispondenti. Negative le opinioni su GDO, specialmente da parte di giovani e cittadini, mentre nei territori rurali è vista anche come una risorsa. Natura, cibo, paesaggio, patrimonio e tradizioni sono le parole chiave.
In agricoltura va affrontata la questione della gestione del rischio rispetto alle catastrofi naturali, sempre più frequenti e distruttive. Infatti, solo il 10% delle aziende agricole è assicurata contro rischi meteoclimatici, laddove il danno determinato dagli eventi estremi si attesta in media su oltre 600 milioni di euro all’anno.
Il mercato dei fertilizzanti organici raggiungerà, secondo le previsioni, un giro d’affari di circa 12,5 miliardi di dollari entro il 2027 con una crescita del 10,2% per il periodo 2022-2027. Un mercato in forte espansione grazie alla sempre maggiore richiesta che arriva dal mondo agricolo.
Alla ricerca della sostenibilità in agricoltura
Il settore agricolo si sta ormai orientando su scala globale verso pratiche sostenibili volte a preservare e ripristinare gli habitat critici e migliorare la salute dei suoli e la qualità delle risorse idriche.
Si...