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Giovanissimi e tempo libero: più di uno su cinque vede gli amici tutti i giorni

di
Isabella Latini*

L’Indagine Istat “Bambini e ragazzi: comportamenti, atteggiamenti e progetti futuri”, condotta nel 2023, ha come target i giovani – ovvero i ragazzi con età compresa tra gli 11 e i 19 anni residenti in Italia – e si sofferma su diversi aspetti della loro vita quotidiana con l’obiettivo di evidenziare le principali tendenze e individuare i fattori che incidono sulle scelte dei giovanissimi riguardo a: socializzazione con i coetanei, uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT), pratica sportiva, partecipazione sociale, fruizione culturale e lettura. All’Indagine sono stati chiamati a rispondere circa 108mila ragazzi e ragazze – italiani e stranieri anni residenti in Italia. Le diverse modalità di impiego del tempo libero, che hanno una influenza rilevante sul benessere dei giovani e sul loro sviluppo personale, sono strettamente legate alle possibilità offerte in termini di opportunità culturali, sociali, di svago. In un contesto in cui le relazioni si sviluppano sia di persona che a distanza, la capacità di formare e mantenere relazioni amicali solide è essenziale per il benessere emotivo e sociale dei giovanissimi. In questa fase della vita, infatti, le interazioni con i coetanei favoriscono lo sviluppo di competenze sociali ed emotive come l’empatia, la comunicazione e la capacità di risolvere conflitti.

Il 72,5% dei ragazzi tra gli 11 e i 19 anni trascorre il proprio tempo libero con gli amici almeno qualche volta a settimana

Secondo i dati Istat, il 72,5% dei ragazzi tra gli 11 e i 19 anni trascorre il proprio tempo libero con gli amici almeno qualche volta a settimana e, in particolare, il 21,4% li frequenta tutti i giorni. Il 13,2% afferma di vedere raramente gli amici o di non frequentarli affatto. I maschi frequentano gli amici in modo più assiduo: il 76,9% di loro si incontra con gli amici qualche volta a settimana o tutti i giorni rispetto al 68% delle femmine. Oltre un maschio su quattro vede gli amici con cadenza giornaliera (26,2%). All’opposto, la sporadicità delle frequentazioni coinvolge il 15,1% del collettivo femminile. Per area geografica, il Mezzogiorno presenta più alte percentuali di ragazzi che dichiarano di frequentare gli amici tutti i giorni: oltre un ragazzo su quattro (26,1%) contro quote che nel Centro-Nord non raggiungono il 20%. I ragazzi stranieri frequentano meno assiduamente gli amici: solo il 63,8% li incontra più volte a settimana contro il 73,5% degli italiani. Osservando le singole cittadinanze emerge però un quadro eterogeneo. I ragazzi cinesi, per esempio, frequentano poco assiduamente gli amici: solo il 44,7% afferma di incontrarli più volte a settimana, mentre i giovanissimi marocchini e albanesi frequentano gli amici con cadenza più che settimanale, rispettivamente 71,9% e 70,1%.

Un ragazzo italiano su tre stringe amicizia con coetanei stranieri

Le reti di amicizie sono non di rado composte da ragazzi di diversa cittadinanza. I ragazzi italiani si suddividono in un 68,1% che dichiara di avere soprattutto amici italiani e in un 30,9% che indica amici sia italiani sia stranieri, e solo l’1% ha amici soprattutto stranieri. Il 60% degli stranieri dichiara di avere un gruppo di amici “multiculturale”, ossia costituito tanto da italiani quanto da stranieri; è, invece, il 31,4% a frequentare amici soprattutto italiani. Tutt’altro che residuale è il nucleo di quanti interagiscono soprattutto con ragazzi di cittadinanza “non italiana” (9,2%). In particolare, i ragazzi cinesi, in un caso su quattro (24,8%), frequentano soprattutto coetanei non italiani mentre soltanto il 15,4% frequenta amici italiani. Viceversa, tra gli stranieri, sono i romeni a frequentare di più soprattutto amici italiani (39,4%), mentre i ragazzi marocchini mostrano una maggiore tendenza a formare legami misti (66,2%).

L’86,3% dei ragazzi dichiara di avere almeno un amico con cui confidarsi

L’86,3% dei ragazzi dichiara di avere almeno un amico con cui confidarsi e uno su due (50,7%) ha più di un amico con cui condividere i propri pensieri e sentimenti. La confidenza sembra essere una caratteristica più comune tra le ragazze delle quali oltre il 90% afferma di avere almeno una persona fidata con cui aprirsi, rispetto all’82,1% dei ragazzi. Questa differenza è in gran parte attribuibile al maggior numero di amicizie strette tra le ragazze, che d’altra parte, dichiarano di poter contare su più amici fidati (il 56,3% rispetto al 45,4% dei maschi), mentre i ragazzi sembrano leggermente più propensi (36,6% contro il 34,4% delle ragazze) ad avere un amico esclusivo. Anche per questa dimensione si confermano maggiori difficoltà relazionali per gli stranieri; solo il 41,1% afferma di avere più amici stretti, rispetto al 51,7% degli italiani.

Il contatto online o telefonico è spesso giornaliero soprattutto tra le ragazze

Il tempo dedicato ai contatti “a distanza”, mediante telefono o via web, è un’altra parte del complesso puzzle delle relazioni amicali tra i giovanissimi. Il 48,7% degli 11-19enni mantiene contatti online più volte durante il giorno e l’8,4% dichiara di farlo giornalmente in modo continuo. Le ragazze sono molto più assidue nei contatti con gli amici online o al telefono (il 54,6% contro il 43,2% dei maschi). Incontrarsi “a distanza” è una prerogativa soprattutto dei più grandi (14-19enni) che hanno maggiore possibilità di accesso ai dispositivi tecnologici per relazionarsi con gli amici. Ciononostante, tra i ragazzi di 11-13 anni, uno su tre utilizza più volte al giorno il contatto a distanza. Il contatto (continuo o più volte al giorno) tramite telefono o internet è una caratteristica tipica dei ragazzi italiani: nel 50,2% dei casi più volte al giorno, rispetto al 34,6% degli stranieri. Se avere contatti online è consuetudine più frequente tra i ragazzi italiani, fare nuove amicizie via web riguarda più spesso gli stranieri, il 52,2% contro il 45,1% degli italiani (45,8% il valore medio generale). I ragazzi stranieri, quindi, sono decisamente più propensi a stringere amicizie in rete e a ricercarle al di là dello spazio relazionale fisico in cui vivono.

Meno della metà dei ragazzi stranieri pratica sport

Lo sport rappresenta una componente fondamentale del tempo libero per i giovanissimi, offrendo sia un’opportunità per mantenersi fisicamente attivi sia uno spazio cruciale per lo sviluppo personale, la socializzazione e la costruzione di altre relazioni significative. Pratica una qualche attività sportiva, al di fuori dell’orario scolastico, ben il 64,5% dei giovanissimi. Le differenze a livello di genere ed età nella pratica sono importanti. La quota dei maschi che pratica sport è nettamente maggiore di quella delle femmine (73,5% contro 55%). Tra chi pratica meno attività sportiva spiccano gli stranieri. Meno della metà degli 11-19enni di cittadinanza straniera fa sport (47,3%), rapporto che scende a un solo caso su tre tra le ragazze. La mancata attività sportiva nel tempo libero è poi particolarmente evidente in alcune collettività: le ragazze di nazionalità marocchina e cinese fanno sport in un solo caso su quattro; i maschi cinesi, in meno del 50% dei casi. Praticare sport, al di fuori dell’orario scolastico, è più o meno ricorrente a seconda del background socio-culturale di provenienza. I figli dei laureati praticano sport in oltre il 75% dei casi e la differenza tra i due sessi si assottiglia man mano che si procede ai livelli di istruzione superiori.

Tra i giovanissimi i maschi mostrano una maggiore propensione alla partecipazione sociale rispetto alle femmine

Un’importante dimensione del tempo libero è quella relativa alla partecipazione sociale nelle sue diverse forme. L’indagine “Bambini e ragazzi” investiga, in particolare, la frequentazione di circoli/associazioni (sportivi, culturali, artistici), il far parte di organizzazioni giovanili (tra cui quelle religiose/parrocchiali), di movimenti per la tutela di diritti umani, di animali e dell’ambiente, o di club dove si coltivano specifici hobby. Oltre sei ragazzi su 10 dichiarano di partecipare ad almeno una delle associazioni/organizzazioni prese in considerazione (63,4%). In generale, i maschi mostrano una maggiore propensione alla partecipazione sociale rispetto alle femmine (il 68,8% contro il 57,7%). Questa differenza è principalmente imputabile all’ampia adesione maschile a circoli e associazioni sportive che costituiscono la componente preponderante della partecipazione. Le ragazze, invece, frequentano più dei ragazzi le organizzazioni religiose (il 15,4% delle prime rispetto al 13% dei secondi). L’altra faccia della medaglia è la mancata partecipazione sociale. In generale, oltre un terzo dei ragazzi (36,6%) non frequenta alcuna delle associazioni/organizzazioni prese in considerazione, aspetto che riguarda più gli stranieri che gli italiani (rispettivamente il 53,2% e il 34,9%). 

I giovanissimi amano andare al cinema: la partecipazione è già elevata a 11 anni e tende a crescere arrivando al 79,1% dei diciottenni

Partecipare a eventi culturali come andare al cinema, a teatro, assistere a un concerto, a un evento sportivo, visitare musei e siti archeologici rappresenta sia modi per divertirsi, sia occasioni di formazione e arricchimento. Queste esperienze incrementano il bagaglio culturale dei ragazzi e offrono l’opportunità di condividere interessi e passioni con gli altri. Andare al cinema rappresenta l’opzione più popolare tra gli 11-19enni. La partecipazione è già elevata a 11 anni (68,2%) e tende a crescere arrivando al 79,1% dei diciottenni. Vi è una quota significativa di ragazzi per i quali la fruizione culturale è praticamente inesistente mentre per altri è, invece, sostanzialmente piena. Il titolo di studio dei genitori è una discriminante fondamentale per la partecipazione culturale dei figli: a un elevato livello di istruzione dei primi si associa una fruizione culturale più ricca e diversificata da parte dei secondi. Ancora più accentuate sono le distanze tra italiani e stranieri. Il 20,2% di questi ultimi non fruisce di alcuna delle attività culturali considerate rispetto al 7,4% degli italiani.

Il 22,1% dei giovanissimi non legge libri, influisce anche il contesto familiare

Poco più di un ragazzo su due afferma di amare la lettura. Si osserva una netta prevalenza tra le femmine, 63,7% rispetto al 39,8% dei maschi. Un dato degno di nota rivela che i ragazzi stranieri esprimono una maggiore passione per la lettura rispetto ai loro coetanei italiani (il 55,1% dei primi rispetto al 51% dei secondi). Questo aspetto si discosta dalla partecipazione sociale e dalla fruizione culturale che vedevano, invece, gli italiani più attivi degli stranieri. Il piacere della lettura è stimolato dal livello di istruzione dei genitori: il 56,8% dei ragazzi che hanno almeno un genitore laureato dichiara di amare la lettura. La propensione a leggere può essere misurata dal numero di libri letti nell’ultimo anno. A non aver letto alcun libro nell’anno precedente sono soprattutto i maschi, 28,5% contro il 15,3% delle femmine. Complessivamente il 22,1% di ragazzi 11-19enni non legge libri. Il contesto familiare di provenienza, in analogia a quanto descritto a proposito della partecipazione culturale, determina effetti sulla propensione a leggere dei ragazzi. La percentuale dei giovanissimi che non legge libri è molto più alta tra chi ha genitori con al massimo la licenza media (32,3%).

*Isabella Latini, tecnologo di ricerca dell’Istat.

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