Maarten van Aalderen, giornalista olandese, è stato Presidente dell’Associazione della Stampa Estera in Italia dal 2009 al 2011 e da marzo 2013 ad oggi. Laurea in filosofia presso l’università di Utrecht e Dottorato di ricerca in filosofia a Firenze, è da diciotto anni corrispondente del maggiore quotidiano olandese, De Telegraaf, per l’Italia e la Turchia. Nel 2005 ha pubblicato in Olanda presso l’editore BZZTôH il libro Johannes Paulus II. Een revolutionair conservatief (Giovanni Paolo II. Un conservatore rivoluzionario). È Condirettore del corso di Global journalism all’università telematica UniNettuno di Roma. Ha vinto il premio Sicilia Madre Mediterranea 2008 e il premio internazionale per la Cultura Santa Margherita Ligure 2009.
Maarten van Aalderen, giornalista del De Telegraaf, il principale quotidiano olandese, ha appena pubblicato con Albeggi Edizioni il suo libro “Il bello dell’Italia”, dove raccoglie il punto di vista, senza filtri, di altri 25 corrispondenti della stampa estera in Italia sul BelPaese. Un lavoro che tenta di far emergere l’unicità e la positività di un Paese che, secondo van Aalderen, soffre di autolesionismo e invece avrebbe bisogno, proprio in questo momento di crisi, di fare leva sulle proprie caratteristiche d’eccellenza per rialzarsi.
Gli olandesi sono consapevoli che il problema dell’immigrazione e degli sbarchi dei clandestini non è solo un problema che riguarda l’Italia. Sanno molto bene che il passaggio successivo per i profughi è spesso quello di raggiungere l’Olanda e i paesi del Nord. È difficile gestire questi flussi. Anche in Olanda, come in Italia, la questione è duplice, come direbbe Goethe “due anime che vivono nel mio petto”. Da una parte il dramma di migliaia di persone che muoiono in mare, in maniera tragica, dall’altra la questione dell’accoglienza e di tutti i problemi che essa comporta. Con ritardo, ma ormai anche l’Europa è cosciente di questa emergenza.
I mass media italiani, rispetto agli altri paesi, danno troppa attenzione alla politica interna. È inusuale che i giornali diano 10 pagine di spazio ai contrasti interni ai partiti o che i Tg ne parlino così ampiamente. Bisogna evitare che i mass media siano fatti per i partiti politici. In genere negli altri paesi europei questi argomenti non trovano così tanto spazio. Inoltre in Italia c’è una grande diffidenza nei confronti dei partiti politici e questo rappresenta un gap per la democrazia.