654.764 tweets analizzati, 5.280.807 likes, 1.031.341 retweets, 651.493 risposte, 110.694 citazioni. È stata isolata e analizzata una mole imponente di dati per raccontare la Scuola su Twitter dall’inizio del lockdown alle ultime battute prima della riapertura. Attraverso alcune parole chiave la ricerca Eurispes ha osservato l’evoluzione dei temi e del dibattito connesso con l’istruzione e i cambiamenti che il sistema scolastico dovrà necessariamente affrontare.
Dal monitoraggio sul periodo che va dall’8 marzo 2020 al 31 agosto 2020 emerge una prevalenza di argomenti proposti dall’opinione pubblica su Twitter con particolare rilevanza sugli hashtag: “Scuola”, “Azzolina” e l’immancabile “Coronavirus”.
Tra i profili più menzionati dagli utenti quello della Ministra Azzolina, seguito da quello di Matteo Salvini, Giuseppe Conte, Matteo Renzi, Carlo Calenda e Giorgia Meloni. Tra le testate giornalistiche, la Repubblica distanzia il Corriere della Sera con il Fatto Quotidiano e La Stampa che seguono da lontano.
Matteo Salvini fa incetta di likes ed è seguito alla lunga dalla stessa Azzolina. Calenda vince la sfida contro Matteo Renzi, Giorgia Meloni poco presente sul tema, occupa gli ultimi gradini del podio, mentre Luca Bizzarri, conduttore Tv, e Jacopo Iacoboni, giornalista, sono i personaggi non politici più graditi dal pubblico. Moltissimi gli utenti “comuni” che raccolgono gradimento da influencer pur non essendo tali.
Per quanto riguarda gli organi di informazione, la Repubblica è leader nella capacità di coinvolgimento dei lettori, seguito da Corriere della Sera, dalle agenzie Adnkronos e Ansa con l’Huffington post. Si può affermare che, a differenza di molte tematiche, la questione scuola è trainata dai giornali e dai giornalisti i quali, tra blog e articoli di redazione, sono stati forieri di un dibattito interessante e vivo, sebbene spesso inasprito dalla presa di posizioni politiche o di dissenso.
Roma infine è la città più attiva con il numero maggiore di tweets sul tema scuola che arriva a coprire il 30% del totale. Il Centro-Nord sembra dunque essere più presente sul tema, mentre il Sud dedica minore attenzione secondo quanto riportato dal rapporto di analisi sulle interazioni.
I dati che emergono sugli interessi reali che gli italiani hanno mostrato sul tema riguardano: l’esame di maturità e l’universo dei precari impiegati nella scuola. Preoccupazioni per i figli e per l’anno scolastico andato in rovina tra sei politici che hanno promosso un’intera generazione di giovani e le prove finali del liceo che hanno incuriosito gli spettatori del web. Dibattito aperto anche sulle condizioni dei bambini rimasti per mesi senza scuola e per la didattica a distanza.
Osserviamo dunque lo spaccato di un Paese diverso da quello a cui siamo abituati. Cittadini che coordinano un dibattito su un argomento concreto e reale come la scuola e si fanno promotori di proposte oltre al semplice dibattito politico che quotidianamente affolla le Echo Room sui Social. Cosa ancora più importante è che il tema della scuola non riguarda solo ed esclusivamente il presente del Paese, ma è un àmbito istituzionale che si occupa dei bambini, dei giovani che rappresentano il futuro ed una opportunità di cambiamento e miglioramento se, ovviamente, oltre al mero dibattito si sarà in grado di articolare soluzioni concrete, utili ad assicurare il funzionamento del sistema di istruzione e forgiare la classe dirigente del domani.
La ricerca, condotta per l’Eurispes dal data journalist e scrittore Livio Varriale, è disponibile in versione integrale cliccando qui