Sei volumi e sei dvd, oltre 350 autori, più di 400mila pagine di atti parlamentari, 70mila pagine di sentenze, alcune miracolosamente emerse dagli archivi storici, oltre 5mila fotografie, centinaia di grafici e tabelle, per un totale di circa 4mila lemmi. La Grande Enciclopedia delle Mafie è un’opera kolossal, uno di quei testi a cui si lavora per una vita intera, uno strumento di lavoro unico diventato ormai un punto di riferimento imprescindibile per chi si occupa di mafia e lotta alle mafie.
L’ultimo “aggiornamento” dell’opera, curata dal maresciallo dei carabinieri Fabio Iadeluca, è stato presentato nel corso di un convegno dedicato alla “Storia della criminalità organizzata nel nostro Paese”, che si è svolto presso la sede della Corte d’Appello di Roma.
In quest’opera, il fenomeno della criminalità organizzata, in tutte le sue forme, declinazioni ed estensioni, è trattato in maniera scientifica e oggettiva sotto tutti i punti di vista: storico, sociologico, economico, criminale e giuridico.
L’autore parte dal presupposto che i fenomeni mafiosi rappresentino un pezzo molto importante della storia del nostro Paese, da cui non è possibile prescindere se si vuole capire il presente. «La storia d’Italia senza la storia delle mafie è una storia a metà», sostiene Iadeluca.
L’opera si apre con l’importante prefazione dell’onorevole Rosy Bindi, Presidente dalla Commissione parlamentare antimafia, e si chiude con la postfazione del dottor Pier Luigi Maria Dell’Osso, procuratore generale di Brescia.
Spiega Iadeluca: «I primi 3 tomi trattano le mafie autoctone nei loro territori di origine, Cosa nostra in Sicilia, la Camorra in Campania, la ’Ndrangheta in Calabria, la Sacra corona unita in Puglia, i basilischi in Basilicata. Magistrati e membri delle Forze dell’ordine impegnati nella lotta al crimine analizzano la situazione della criminalità organizzata; una ricca sezione è dedicata alla storia di queste forme di criminalità organizzata e alle biografie criminali dei principali boss».
L’autore prosegue: «Il secondo volume amplia gli orizzonti al resto d’Italia e al mondo. È noto infatti che le mafie “classiche” non siano presenti solo nel Sud Italia, ma abbiano infiltrazioni in tutto il resto del Paese. E poi ci sono le mafie straniere, ossia quelle forme di criminalità organizzata che hanno una struttura simile a quella delle mafie italiane e che operano in Italia, spesso in collaborazione con esse, soprattutto nel traffico di stupefacenti, nella tratta degli esseri umani, nell’usura ed estorsione e nei reati contro il patrimonio».
Il terzo volume è dedicato agli strumenti legislativi – come l’articolo 41 bis sul carcere duro o l’aggravante mafiosa – e alle istituzioni il cui compito è il contrasto alla criminalità organizzata: Direzioni antimafia, commissioni, raggruppamenti speciali delle Forze dell’ordine, “Eurojust”, ma anche associazioni di semplici cittadini come “Libera”, a dimostrazione di come sia cambiata la percezione della criminalità organizzata anche dove essa è più profondamente radicata.
Il quarto volume è il vero e proprio Dizionario delle mafie, un’opera di oltre 4.000 lemmi, realizzata con il prezioso apporto di dottrina e di esperienza di docenti universitari, magistrati, avvocati e appartenenti alle Forze dell’ordine.
I diritti di autore dell’opera sono interamente devoluti alle attività del dipartimento di Onco-ematologia pediatrica e Medicina trasfusionale dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù.