L’IPA (Indice di permeabilità alle Agromafie) è un parametro elaborato dall’Eurispes e contenuta nell’8° Rapporto Agromafie, realizzato in collaborazione con Coldiretti, per valutare le criticità di un territorio che lo rendono particolarmente esposto al rischio di infiltrazioni mafiose nella filiera agroalimentare. La presenza della criminalità organizzata rappresenta oggi un serio ostacolo allo sviluppo del settore agroalimentare, danneggiando profondamente sia il tessuto sociale che quello produttivo delle aree interessate. Il problema non si limita soltanto alle organizzazioni di stampo tradizionale, con solide radici in specifici contesti territoriali, ma si estende anche alle moderne espressioni criminali legate al mondo della finanza e alle pratiche di riciclaggio. L’incremento della domanda di prodotti di qualità ha trasformato l’agroalimentare in un àmbito particolarmente redditizio e, di conseguenza, appetibile per le organizzazioni criminali. L’Italia, in particolare, si trova in una posizione di fragilità rispetto al fenomeno delle infiltrazioni mafiose a per due ragioni principali: da una parte, detiene il record di prodotti agroalimentari protetti da denominazioni di origine e indicazioni geografiche riconosciute dall’Ue, rendendo questi beni estremamente lucrativi; dall’altra, il sistema di controllo e tracciabilità dei prodotti agroalimentari si rivela ancora inadeguato. Nel corso del solo anno 2022, il Comando Carabinieri per la Tutela Agroalimentare ha scoperto frodi alimentari per un valore complessivo di 3,4 milioni di euro e l’ICQRF ha riportato un valore di sequestri pari a oltre 42mila euro, tutti riconducibili a organizzazioni criminali.
Agromafie e penetrazione territoriale: le variabili di contesto rendono fragili anche i territori più ricchi
L’Indice di Permeabilità all’Agromafia (IPA), a differenza dell’Indice Agromafie che attesta la presenza sul territorio delle organizzazioni criminali nella filiera, misura la vulnerabilità delle province rispetto alle agromafie, indipendentemente dal livello attuale con cui si manifesta. Una provincia con bassi livelli di infiltrazione può infatti essere particolarmente vulnerabile al fenomeno in virtù del contesto socio-economico che la caratterizza, mentre una provincia già pesantemente afflitta dall’agromafia può aver raggiunto livelli di saturazione tali da non renderla ulteriormente permeabile al fenomeno. L’IPA si fonda su variabili di contesto ritenute capaci di influenzare la vulnerabilità dei territori. I dati, desunti da statistiche ufficiali Istat e InfoCamere sono stati osservati per gli anni dal 2020 al 2022, privilegiando i dati più recenti disponibili e, riportati a misure che ne consentissero la comparabilità fra province. Le variabili di contesto annoverano: fattori economici (valore aggiunto pro capite, tasso di disoccupazione, numero di protesti e vitalità dell’ecosistema imprenditoriale), fattori sociali (densità della popolazione residente e la presenza di stranieri residenti), fattori criminali (rappresentati dai reati considerati “spia” rispetto alle infiltrazioni criminali nel tessuto socio-economico) e fattori produttivi (superficie coltivata e produzione).
Delle 27 province con IPA elevato, 6 sono del Nord-Italia, 2 del Centro e 19 del Sud e Isole
La permeabilità, differentemente da quanto accade con la manifestazione del fenomeno “Agromafie”, risulta più distribuita sul territorio nazionale: non riguardando in modo preponderante solo le province del Mezzogiorno. Al contrario, sono molte le province del Nord che, pur mostrando livelli modesti di infiltrazioni criminali nell’agroindustria e nell’agroalimentare, sono risultati molto vulnerabili al fenomeno: delle 27 province che ricadono nel quartile “alto” della classifica, 6 sono del Nord-Italia, 2 del Centro e 19 del Sud e Isole; ancor più evidente è la presenza di province del Nord che presentano livelli medio-alti di permeabilità. Nel complesso, le aree di maggiore vulnerabilità si concentrano nella fascia centrale del Nord, fra Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, sulla costa settentrionale dell’Adriatico, lungo il litorale tirrenico e nel Mezzogiorno. Le aree meno esposte sono invece quelle dell’estremo Nord della Penisola (Friuli-Venezia-Giulia, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta), la costiera ligure e la dorsale appenninica.
In Lombardia la provincia di Mantova raggiunge un IPA alto, quattro province rientrano nella fascia medio-alta
Nello specifico, partendo dal Nord della Penisola, in Piemonte troviamo tre province con un livello medio-alto di permeabilità (Cuneo, Asti e Alessandria), una con un livello medio basso (Vercelli) e quattro basso (Torino, Biella, Novara e Verbano-Cusio-Ossola). In Lombardia la provincia di Mantova raggiunge un IPA alto, quattro province rientrano nella fascia medio-alta (Pavia, Lodi, Cremona e Brescia), due nella fascia medio-bassa (Milano e Sondrio) e cinque nella bassa (Varese, Como, Lecco, Bergamo e Monza-Brianza); mentre la Liguria presenta un livello di permeabilità basso in tutte le province. In Emilia Romagna, Bologna e Ferrara hanno un livello medio-alto di permeabilità e le province costiere di Ravenna, Rimini e Forlì-Cesena risultano molto vulnerabili all’agromafia. Il Veneto ha due province nella fascia alta della classifica (Verona e Rovigo), una in quella medio-alta (Vicenza); il Friuli-Venezia-Giulia mostra livelli di permeabilità medio-bassi e bassi, come il Trentino-Alto-Adige e Valle d’Aosta.
Le regioni centrali della Penisola si mostrano nel complesso meno vulnerabili, livelli alti al Sud e nelle Isole
Le regioni centrali della Penisola si mostrano nel complesso meno vulnerabili: 5 province hanno un livello medio-alto (2 in Toscana, 2 nel Lazio, una nelle Marche) e due alto (Livorno e Latina), 9 medio-basso (fra le quali Roma e Firenze) e 5 basso. Al Sud, gli elevati livelli di Agromafia registrati sono accompagnati da altrettanti elevati livelli di IPA che lasciano ancora ampi spazi di manovra alle organizzazioni criminali. Quasi tutto il Mezzogiorno, Isole comprese, registra livelli alti (19 province) e medio-alti (13 province) di permeabilità; solo in Abruzzo troviamo province con livelli bassi (L’Aquila e Chieti).
Nelle province del Nord con permeabilità alta incidono le caratteristiche economiche unitamente a contesti agricoli dinamici, al Sud la fragilità dei contesti socio-economici
Per le province del Nord con permeabilità alta e medio-alta ad incidere sono soprattutto le caratteristiche economiche, unitamente però a contesti agricoli dinamici, specialmente per alcune produzioni e livelli di criminalità piuttosto elevati rispetto ad altre aree settentrionali. Sebbene, infatti, le organizzazioni criminali trovino ampi spazi di penetrazione nei contesti socio-economici più fragili come quelli del Mezzogiorno, caratterizzati da elevati tassi di disoccupazione, numero e valore dei protesti mediamente più alti e livelli di ricchezza pro capite più bassi, è altrettanto vero che la ricchezza di un territorio, con la conseguente circolazione di denaro e di merci, può rendere un contesto particolarmente appetibile agli interessi delle organizzazioni mafiose. Emblematico il caso di Forlì che occupa il secondo posto nella classifica a causa di una combinazione di fattori che la rendono, nel contesto della presente analisi, particolarmente vulnerabile. In conclusione, la costruzione dell’Indice di Permeabilità all’Agromafia (IPA), evidenzia la complessità del fenomeno, non riconducibile o spiegabile ricorrendo ad una sola delle dimensioni che caratterizzano un territorio.