Abuso sessuale e sfruttamento del lavoro. Ecco cos’è il reato di “tratta”

A febbraio del 2019, su delega della Direzione distrettuale antimafia, la polizia di Catania ha eseguito un’ordinanza di misura cautelare nei confronti di cinque persone ritenute responsabili dei reati di tratta di persone pluriaggravata. Le aggravanti sono la transnazionalità del reato, l’aver agito in danno di minori ed esposto le persone offese a un grave pericolo per la vita e l’integrità fisica facendo loro attraversare il continente di origine sotto il controllo di criminali che le sottoponevano a privazioni di ogni genere e a diverse forme di violenza.
Per approfondire, sia pure in sintesi, le caratteristiche prevalenti della tratta internazionale a scopo di sfruttamento lavorativo e sessuale, è utile partire dal Protocollo di Palermo del 2000, strumento di fondamentale importanza per conoscere in modo corretto il tema, il quale definisce la tratta di persone, all’art. 3, paragrafo a, un fenomeno caratterizzato da tre elementi distinti ma interconnessi. Il primo riguarda il reclutamento, il trasporto, il trasferimento, l’ospitare o accogliere persone.
Il secondo, invece, l’impiego o la minaccia di impiego della forza o di altre forme di coercizione, di rapimento, frode, inganno, abuso di potere o di una posizione di vulnerabilità o tramite il dare e il ricevere somme di denaro o vantaggi per ottenere il consenso di una persona che ha autorità su un’altra a scopo di sfruttamento. Il terzo, infine, riguarda lo scopo di dette attività e cioè lo sfruttamento della prostituzione altrui o altre forme di sfruttamento sessuale, il lavoro forzato o prestazioni forzate, schiavitù o pratiche analoghe, l’asservimento o il prelievo di organi.
La definizione del Protocollo, sebbene chiara in prima lettura, solleva alcune questioni fondamentali. In primis, in relazione all’elemento del movimento. Nella Convenzione, infatti, si distingue fra la tratta degli esseri umani e il traffico di migranti. È bene precisare che lo scopo del traffico di migranti è l’attraversamento illegale delle frontiere, mentre l’obiettivo della tratta è lo sfruttamento della persona trafficata. In altre parole, il traffico di migranti riguarda soprattutto la protezione degli Stati contro la migrazione irregolare, mentre la tratta interessa, in prima istanza, la protezione specifica della persona da fenomeni di sfruttamento e di abuso.

Un criterio di distinzione, quindi, fra il traffico di migranti e la tratta, è l’esistenza di una vittima, cioè di una persona i cui diritti individuali non sono stati rispettati. Tuttavia, accade sovente, nella pratica, che le persone in condizione di clandestinità generata dal traffico di migranti diventino anche vittime di violazioni di diritti umani. Si può inoltre entrare in un paese legalmente ed essere trafficate in una fase successiva. Concentrarsi sugli elementi legati allo spostamento risulta problematico anche nell’affrontare le dimensioni del lavoro forzato o delle pratiche paraschiavistiche connesse alla tratta. Alcune ricerche dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) hanno indagato le ragioni che spingono i migranti in situazioni di lavoro forzato e non in tutti i casi le vittime sono state trafficate, come concepito tradizionalmente. In alcuni casi, i migranti sono entrati nel paese di destinazione attraverso altri mezzi e, solo in seguito, sono finiti in situazioni di lavoro forzato o coinvolti in pratiche paraschiavistiche.
Il secondo elemento costitutivo del reato di tratta è la presenza di coercizione, inganno, abuso di potere o qualunque altra sua forma. La coercizione, tranne che nel caso di tratta di minori, indica che il risultato dello sfruttamento deve configurarsi come lavoro o prestazioni forzate, compresi i servizi sessuali forzati, la schiavitù o condizioni analoghe alla schiavitù. In genere, si ritiene che la caratteristica fondamentale della schiavitù sia quella di privare una persona della sua libertà di movimento e della capacità di prendere le decisioni per sé. Ciò significa che la schiavitù, le condizioni analoghe alla schiavitù e il lavoro forzato includono la mancanza del consenso. Ne deriva che, nei casi in cui i lavoratori acconsentono a quello che nella realtà è lavoro forzato o pratiche paraschiavistiche, si potrebbe pensare che essi non siano stati trafficati. In realtà, si deve considerare che, in primo luogo, una decisione libera quale un consenso liberamente fornito implica anche la possibilità di non dare il consenso o, più precisamente, di rifiutare del tutto l’azione specifica che la vittima dovrebbe realizzare o che dovrebbe tollerare. Stabilire se una decisione è stata presa liberamente è possibile solo verificando ogni singolo atto che l’individuo compie e questo è in sé assai complicato. Secondariamente, il consenso della vittima deve essere dato riguardo a tutte le circostanze relative ad ogni singolo atto. Il consenso reale è possibile e riconoscibile legalmente quando tutti i fattori pertinenti sono conosciuti e una persona è libera di acconsentirvi oppure no.

Un altro aspetto di fondamentale importanza e che è utile chiarire allo scopo di non replicare diffusi stereotipi, riguarda il superamento della falsa distinzione tra “vittime innocenti” e “vittime colpevoli”. Questa distinzione presuppone che queste ultime non siano meritevoli di protezione contro il lavoro forzato, la schiavitù o condizioni analoghe, visto che gli abusi a cui sono sottoposte sono ritenute essere una conseguenza di una loro presunta colpa.
Secondo questo approccio le vittime “innocenti” sono quelle capaci di provare di essere state forzate a diventare prostitute, le vittime “colpevoli”, al contrario, sono coloro che erano già coinvolte nella prostituzione prima di essere trafficate, supponendo che esse sarebbero o sono consenzienti a svolgere questa attività anche in condizioni non coercitive.
La conseguenza diretta di questa distinzione è che, in molti casi, anziché perseguire il responsabile, è la vittima che deve provare la sua “innocenza”, con un pericoloso spostamento di attenzione dagli atti del trafficante alla moralità della vittima. Nella pratica tutto ciò costituisce un grave ostacolo per la donna trafficata nel mercato del sesso rispetto alla decisione di denunciare o di agire in qualità di testimone. Un’ulteriore conseguenza è che molti casi di tratta nei quali sono coinvolte prostitute non vengono perseguiti perché gli abusi subiti sono considerati conseguenze della volontà di essere una prostituta. Si tratta di una contorsione concettuale che trasforma la vittima in soggetto consenziente e dunque favorevole alle condizioni di sfruttamento e violenza praticate. Questa distinzione impedisce anche il contrasto al lavoro forzato e alle situazioni paraschiavistiche nell’ambito del mercato del sesso.

Ultime notizie
diritto dell'automotive
Recensioni

Il diritto dell’automotive, diritto e tecnologia nell’era della mobilità sostenibile

Il diritto dell’automotive è una disciplina che coinvolge professionisti con percorsi formativi diversi con lo scopo di risolvere tutte le questioni giuridiche e tecniche e nate dall’emergere di una mobilità sempre più sostenibile, automatizzata, connessa e condivisa.
di Benedetta Cosmi*
diritto dell'automotive
noleggio
Diritto

Sharing mobility e disciplina legale, muoversi in un mondo che cambia

Noleggio a lungo termine e car sharing hanno cambiato profondamente il mondo della mobilità. Anche la normativa, e chi ha il compito di garantirne il rispetto, devono adeguarsi a queste nuove istanze, laddove le norme tradizionali tendono ad identificare proprietario e utilizzatore della vettura in un soggetto unico.
di Enrico Al Mureden*
noleggio
nuovo ordine globale
Rapporti

Il nuovo ordine globale, un dibattito aperto sul mondo di oggi

La presentazione del libro “Il nuovo ordine globale” a cura di Marco Ricceri, ospitata presso la sede di Sioi, ha offerto un’opportunità di dibattito sulla geopolitica odierna e sulle organizzazioni multilaterali che la regolano, tra studiosi ed esperti, tra cui l’On. Tremonti, prof. Giovanni Barbieri, prof. Riccardo Sessa.
di redazione
nuovo ordine globale
BRICS
Internazionale

BRICS e Unione europea, alternativi e competitivi: intervista alla prof.ssa Lucia Scaffardi

I BRICS sono al centro dell’intervista alla prof.ssa Lucia Scaffardi e della recente collaborazione tra Università di Parma e Istituto Eurispes, Laboratorio sui BRICS. Nel dialogo con la prof.ssa Scaffardi emergono diversità e parallelismi tra NATO e Unione europea da un lato, e BRICS dall’altro, come blocchi contrapposti nella geopolitica attuale.
di Susanna Fara
BRICS
continuità territoriale
Infrastrutture

La discontinuità territoriale della Sardegna

Continuità territoriale, in Sardegna manca ancora una soluzione definitiva, soprattutto per lo scalo di Alghero disertato dalle compagnie aeree nei bandi proposti dalla Regione. In estate la situazione precaria dei collegamenti è peggiorata dal traffico turistico, mentre la continuità vige solo da e per Milano e Roma.
di giuseppe pulina
continuità territoriale
violenza di genere
Donne

Violenza di genere, i dati degli ultimi sei mesi della Polizia Criminale

Violenza di genere, i dati del Servizio Analisi Criminale della Polizia Criminale documentano un trend in crescita dal 2021 al 2023, ma i dati degli ultimi sei mesi evidenziano una flessione rispetto allo stesso periodo del 2023, soprattutto per i reati spia e gli omicidi volontari.
di redazione
violenza di genere
work life balance
Parità

Work life balance, c’è ancora un gap di genere da colmare

Il work life balance, ovvero l’equilibrio tra vita privata e professionale, riguarda anche la parità di genere, soprattutto in merito al caregiving, che troppo spesso ancora ricade principalmente sulle donne. Adnkronos evidenzia inoltre che il 66% degli utenti si dichiara insoddisfatto del proprio life work balance, e che questo incide nella scelta dell’impiego.
di redazione
work life balance
mediterraneo
Sostenibilità

Giornata internazionale del Mediterraneo, un ecosistema da difendere da plastica e sfruttamento

La Giornata internazionale del Mediterraneo è stata dedicata al dibattito sul nostro mare, un ecosistema che va difeso dallo sfruttamento intensivo della pesca e dalle plastiche. Un incontro presso la Camera dei Deputati organizzato da Fondazione Aqua ha visto numerosi studiosi esprimersi in merito al fragile equilibrio di questa risorsa fondamentale.
di redazione
mediterraneo
Uricchio ANVUR
Intervista

Antonio Uricchio, Presidente ANVUR: la valutazione come strumento per migliorare la qualità di ricerca e didattica

Antonio Uricchio, Presidente di ANVUR interviene nel merito delle critiche mosse verso una eccessiva burocratizzazione delle Università italiane, affermando la valutazione delle stesse come importante strumento per migliorare la qualità della ricerca e della didattica attraverso la raccolta di dati, documenti e informazioni.
di Mario Caligiuri*
Uricchio ANVUR
Corridoi TEN-T
Infrastrutture

Segnali positivi nella nuova strategia dei corridoi europei dei trasporti TEN-T

Il Parlamento europeo ha approvato il nuovo Regolamento sui Corridoi TEN-T. Il testo ha l’obiettivo di completare alcuni importanti collegamenti, aggiornando il piano europeo per una rete di ferrovie, strade, vie navigabili interne e rotte marittime a corto raggio collegate attraverso porti e terminali in tutta l’Unione.
di Giampaolo Basoli*
Corridoi TEN-T