La prima notizia è che i ragazzi americani coltivano ancora la lettura dei periodici. Sì, le riviste, i magazine. Come quello dell’Eurispes, per intenderci.
Ben il 73 per cento dei giovani fra i 18 e i 25 anni, ne legge infatti almeno uno al mese. Ma quale formato prediligono? Ed ecco la seconda notizia: se il 4 per cento di loro fruisce delle versioni digitali, sul tablet, il 27 per cento ne segue le attività social, e dunque ancora sul web, il 23 per cento legge i loro siti, ma ben il 43 per cento, una percentuale superiore alle attese, si dichiara fedele alle riviste cartacee.
E’ questo il risultato di una recente ricerca dell’Università dell’Alabama, effettuata da un docente, Chris Roberts, e da una giornalista, Elizabeth Bonner. E’ stato effettuato un sondaggio preliminare on line fra 266 studenti universitari della suddetta fascia d’età (che è una porzione della categoria “millennials”) e poi si sono costituiti tre focus-group qualitativi, composti da 5-8 studenti. Un elemento distorsivo dell’indagine sta nel fatto che questi tre gruppi erano costituiti da un 79 per cento di studentesse che, come risulta da precedenti indagini, sono accanite lettrici di magazine. Le conclusioni non si prestano dunque a facili generalizzazioni, ma sono egualmente interessanti.
Le apprezzerà certamente Aldo Cazzullo, autore del recente saggio “Metti via quel cellulare”, che il nostro magazine ha intervistato. Immergendosi nella lettura di un periodico, quella ragguardevole quota di ragazzi esprime infatti il bisogno di smarcarsi per un po’ dallo smartphone.
L’insoddisfazione verso i contenuti digitali potrebbe derivare da un senso di saturazione rispetto alla illimitata risposta di informazioni che Internet garantisce. Ci si fida più dei formati cartacei dove la selezione delle notizie viene percepita come migliore, e il controllo sull’attendibilità più severo.
L’indagine dell’Università dell’Alabama scopre poi che la tendenza a leggere riviste cartacee è oggi più spiccata rispetto alla ricerca effettuata nel lontano 2001, su chi in quanti in quell’anno ricoprivano la stessa fascia d’età, 18-25 anni. Gli interpellati dichiarano che, attendibilità a parte, e anche dal punto di vista estetico, dalla cover al lay-out, i magazine cartacei sono più gratificanti, e suggeriscono maggiore attendibilità.
C’è poi il fatto che, quando si sta all’aria aperta, la lettura di una rivista è tecnicamente più agevole rispetto a quella tramite dispositivi elettronici. Se però un giorno venissero interpellati i giovani della cosiddetta “generazione Z”, circoscritta ai nati fra il 1997 e il 2010, la sensazione è che i dati sarebbero ben diversi. Sovraesposti come sono al digitale potrebbero decidere di loro iniziativa di abbandonare del tutto il cartaceo.