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Bagnoregio è l’Eden: ‘no tax’, bus gratis e aiuti per le bollette

di
Corrado Giustiniani

Il paese di Bengodi esiste davvero. I suoi abitanti non pagano tasse comunali, viaggiano gratis sui mezzi pubblici, parcheggiano liberamente nelle strisce blu, non versano un euro per la mensa scolastica dei bambini e nemmeno per lo scuolabus. E le famiglie meno abbienti ricevono persino un assegno a casa, per pagare le bollette. Sembra una favola e invece è realtà. Quel paese è 38 chilometri a nord di Viterbo, non lontano dalle rive del lago di Bolsena, e dista un po’ più di un’ora e mezza d’auto da Roma. Il suo nome? Bagnoregio.

E’ un paradosso che a rendere bella la vita ai suoi 3.700 abitanti sia la “Città che muore”, ovvero Civita di Bagnoregio, lo splendido borgo medievale che sorge a un chilometro e mezzo dal centro, abbarbicato su uno sperone tufaceo e collegato al resto del mondo grazie a un ponte lungo trecento metri. La ricetta della prosperità venne trovata nel 2013: mettere un varco all’inizio del ponte, imponendo un biglietto d’ingresso. Ricetta, è proprio il caso di dirlo, perché Francesco Bigiotti, il sindaco di Bagnoregio, che cinque anni fa era al suo primo mandato, è un farmacista. Soltanto che il costo, allora, venne fissato in un euro e mezzo, mentre di recente è stato alzato a tre euro e a cinque nei giorni festivi.

A Pasqua s’è toccata quota 6 mila 300 paganti, a Pasquetta più del doppio, oltre 13 mila biglietti staccati. Le due festività hanno reso al Comune 110 mila euro, ovvero 30 euro ad abitante. Senza contare le tariffe delle circa mille “strisce blu” (del tutto insufficienti) dove i visitatori hanno lasciato l’auto. Del resto, l’anno scorso sono stati venduti ben 850 mila biglietti. E nel 2018? “Quest’anno contiamo di superare il milione – risponde il sindaco, che guida per la seconda volta una giunta civica – Nel bilancio di previsione abbiamo inserito incassi per 2,8-3 milioni di euro, ma probabilmente andremo sopra. Paradossalmente, da quando abbiamo deciso il ticket, le presenze sono raddoppiate e i visitatori sono divenuti molto più rispettosi, quasi che Civita di Bagnoregio fosse più preziosa di prima”.

Ma in concreto, quali i vantaggi per gli abitanti? “Siamo la città italiana con la  minore pressione fiscale in assoluto – spiega orgoglioso Bigiotti – La prima decisione che abbiamo assunto, in anticipo sul governo nazionale, è stata l’abolizione dell’Imu sulla prima casa. Ma abbiamo chiesto alle Entrate il permesso per abolire anche l’imposta sulle seconde case, per le quali la nostra aliquota è oggi al minimo di legge, il 7,6 per mille. Inoltre a Bagnoregio non c’è Tasi e non c’è addizionale Irpef”. Poi i trasporti (i cittadini non pagano il biglietto nemmeno per andare a Bolsena), le ecografie per le quali prima bisognava andare a Viterbo, e invece ora, dopo l’acquisto di un apparecchio da 90 mila euro, è la gente che viene qui da altri paesi, il pool del consultorio, ricostituito grazie alla figura centrale di un assistente sociale, mense e scuolabus gratis e persino un insegnante di inglese alla scuole materne, pagato dal Comune. Infine, quell’assegno ai meno abbienti: “Sì, lo abbiamo previsto per quelle famiglie con reddito complessivo lordo inferiore ai 15 mila euro, ed finalizzato al pagamento delle utenze domestiche”.

Un punto d’onore, per la Giunta, è aver finanziato un accordo con la Croce Rossa per condurre al borgo disabili e infortunati, con automezzi realizzati ad hoc. Ma Il boom turistico, oltre a portare proventi, non solo al Comune, ma anche ad albergatori e ristoratori, crea però pure problemi. “A parte i biglietti venduti, calcoliamo che a Pasqua gli ospiti siano stati in tutto 7.500 e a Pasquetta addirittura 20 mila…Un po’ troppi, forse, per le nostre attuali capacità di accoglienza”.

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