L’emergenza del Covid-19 che si sono trovate a fronteggiare le strutture sanitarie italiane era imprevista e non prevedibile? Le risposte potrebbero essere di segno opposto ma soprattutto articolate. Una cosa è certa: l’abbandono della cosiddetta medicina territoriale è un gap da colmare immediatamente. Lo dicono i medici di prima linea, quelli che tutti i giorni sono a contatto con i malati. Uno di questi è il Prof. Cesare Greco, dell’Università Sapienza, Responsabile UOD Emodinamica B al Policlinico Umberto I di Roma.
Secondo quello che dicono alcuni studiosi, ci sarebbero legami fra le malattie cardiovascolari e l’insorgenza del Covid. Lei cosa dice?
No, in realtà non c’è una vicinanza. Nel senso che il Covid ha messo in evidenza un’estrema aggressività dal punto di vista della risposta infiammatoria. Questa risposta infiammatoria ha innescato una cascata coagulativa che ha provocato, in molti pazienti, la cosiddetta CID (Coagulazione Intravasale Disseminata). C’è stata un’altra circostanza grave, a mio parere. Quando questo fatto è stato denunciato, ricordo che ci fu un cardiologo di Ancona che disse: «Io facendo l’eco a questi pazienti che stanno in terapia intensiva, vedo i coaguli». Fu sbeffeggiato da chi, facendo l’esperto – in realtà non lavorava sui pazienti in urgenza, lavorava in laboratorio – si mostrò molto scettico. Successivamente, sono usciti anche dei lavori che hanno evidenziato come il virus sia in grado di penetrare all’interno delle cellule dei vasi. Quindi l’effetto del virus sul sistema cardiovascolare è stato devastante, però di questo ci si è accorti successivamente perché, fra l’altro, non si avevano gli strumenti diretti come l’autopsia, appunto, per verificare che ci fossero queste gravi trombosi.
Molti fondi arriveranno dall’Europa all’Italia, e molti fondi saranno destinati anche alla sanità, in particolare quelli del MES. Lei li prenderebbe subito?
Li prenderei sì, sono ad interesse negativo. Praticamente, una parte di questi soldi sono ad interesse negativo: non faccio l’economista, ma credo che, di fatto, siano a fondo perduto. Come fare a non prendere soldi a interesse bassissimo quando invece andando sul mercato con i titoli di Stato si pagano interessi superiori all’uno? Lo trovo folle.
In chiusura: quali sono le frontiere della medicina del futuro?
Le frontiere della medicina del futuro sono legate alla globalizzazione. Ovverosia, la globalizzazione ci ha dimostrato come patologie che consideravamo marginali non lo sono per niente, perché non viaggiano più con la velocità dei vascelli a vela, ma viaggiano con gli aerei supersonici; un mondo interconnesso è un mondo in cui anche le patologie si spostano velocemente. Fra le altre cose, le avvisaglie c’erano state tutte, perché c’era stata la Sars, c’era stata l’Aviaria, c’erano state diverse patologie che per fortuna erano abortite. Il Covid-19, invece, ha colpito pesantemente e non è escluso che possa ripresentarsi una nuova pandemia su nuove basi. Da anni si parla anche di eventuali superbatteri resistenti a tutti gli antibiotici: se dovesse avvenire una cosa di questo genere e la sanità non è pronta a fare fronte, credo che davvero sarebbe una strage.