540 miliardi di prestiti con i tre strumenti già previsti (Mes, Bei, Sure) accontentando la Germania e altri paesi del Nord. Concessioni sulle condizioni e possibili stimoli futuri all’economia per altri 500 miliardi, su richiesta di Francia, Italia e Spagna.
È questa l’intesa che ha portato il Presidente dell’Eurogruppo, il portoghese Centeno, a chiudere in poco più di trenta minuti la video-riunione serale del 9 aprile dei ministri finanziari sulle misure da adottare per affrontare le conseguenze economiche del Covid-19, dopo averla fatta slittare per circa quattro ore per permettere pre-consultazioni informali ristrette.
Le Maire e Scholz, ministri delle Finanze di Francia e Germania, sono gli artefici dello sforzo di mediazione dal quale è derivato il compromesso raggiunto, agevolato dall’impegno del Presidente Centeno, per avvicinare le posizioni più estreme messe in campo dai due fronti in disaccordo, il ministro delle Finanze olandese, Hoeskstra, contro il responsabile italiano dell’Economia, Gualtieri, e l’omologa spagnola, Calvino. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha difeso a distanza il “no agli Eurobond” e favorito compensazioni di prospettiva all’Italia e agli altri paesi del Sud.
L’accordo, secondo i resoconti ufficiali della riunione, ha un valore complessivo di 1.000 miliardi e prevede:
1) Mes: 240 miliardi con condizionalità light;
2) Prestiti Bei per le imprese: liquidità da 200 miliardi;
3) Meccanismo per finanziare la cassa integrazione, Sure: 100 miliardi;
4) Fondo per la Ripresa: circa 500 miliardi di finanziamenti adeguati e innovativi (la cui tipologia è da definire) e i cui costi saranno limitati nel tempo. Tuttavia, non è stato trovato un accordo sulle emissioni di debito comune.
Le sottolineature ex-post dei protagonisti sono improntate a toni positivi, evidentemente volti a lanciare segnali rassicuranti alle opinioni pubbliche nazionali. Il francese Le Maire ha giudicato l’intesa raggiunta un “ottimo accordo” che prevede «500 miliardi disponibili immediatamente» e per il futuro un «piano di ripresa da 500 miliardi» su cui «resta da dibattere le condizioni» di finanziamento. Dello stesso avviso il Commissario Ue all’economia Gentiloni che giudica “senza precedenti” il pacchetto di misure, in linea con Ursula von der Leyen che ritiene “cruciale” il risultato raggiunto dall’Eurogruppo. La Presidente dalla Bce, Lagarde, notoriamente favorevole agli Eurobond, si è spinta a definire l’accordo “innovativo” marcando una certa distanza dalla cancelliera Merkel, che pure ha cercato di non lacerare del tutto l’asse franco-tedesco, da sempre costruttivo e influente nell’Unione.
In virtù dell’accordo raggiunto, il ministro dell’Economia italiano, Roberto Gualtieri, ritiene ormai «tolte le condizionalità del Meccanismo europeo di stabilità (Mes)» e «messi sul tavolo i bond europei» così come si evince dal testo del suo annuncio ufficiale: «L’accordo raggiunto dall’Eurogruppo sul pacchetto di proposte per l’emergenza Covid-19 da sottoporre alle decisioni del Consiglio Europeo costituisce un ottimo risultato che giunge dopo un negoziato difficile e a tratti aspro. Grazie alla solida alleanza tra l’Italia e gli altri paesi firmatari della lettera promossa dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, l’agenda europea è cambiata e si è passati da un documento con un’unica proposta, il MES con condizionalità leggere, a un pacchetto di quattro proposte che include 200 miliardi della Bei per le imprese, 100 miliardi che, attraverso il nuovo programma SURE, contribuiranno a finanziare la cassa integrazione e la proposta italo-francese di un grande Fondo per la Ripresa alimentato dall’emissione di debito comune europeo. Inoltre, ai paesi che vorranno farvi ricorso, sarà possibile accedere a una nuova linea di credito dedicata unicamente all’emergenza sanitaria, che sarà totalmente priva di ogni condizionalità presente e futura. Consegniamo ai leader un pacchetto ambizioso di proposte, l’Italia si batterà con determinazione perché le decisioni del Consiglio europeo siano all’altezza della sfida che l’Europa sta affrontando»
La ratifica effettiva del Fondo per la Ripresa è demandata ora al primo Consiglio Ue dopo la Pasqua. Francia, Italia, Spagna, Portogallo e altri Stati hanno già annunciato che il “Fondo per la Ripresa” dovrà essere finanziato con Recovery Bond, e vogliono un Reinvestment Plan contro una nuova recessione in Europa. Un piano che Germania, Olanda, Austria e Finlandia, potrebbero giudicare rischioso se dovesse prospettarsi come troppo svincolato dalla struttura di disciplina fiscale costruita a Maastricht per la stabilità dell’eurozona.
L’impatto dei sostegni alle economie che verranno perfezionati nella seconda metà di aprile si annuncia come un banco di prova storico per la coesione dell’Europa nei prossimi anni.