Il mercato del gioco pubblico e legale è cresciuto dal 2000 ad oggi in maniera esponenziale, giungendo ad apportare alle casse dello Stato – solo nel 2019 – circa 16 miliardi di euro.
«Forse abbiamo esagerato», ha detto il Sottosegretario all’Economia Baretta ma, finora, l’intesa per il riordino dell’intero settore dei giochi, è naufragata.
Ad aggravare la situazione, come in tutti i settori, ha contribuito l’emergenza Covid, che è stata terreno fertile per la contemporanea ripresa del gioco illegale che nei mesi di lockdown ha rastrellato buona parte dei mancati introiti legali, circa 750 milioni al mese, secondo l’Eurispes.
Il Ministero dell’Interno e la Banca d’Italia hanno diffuso studi molto affidabili che confermano l’interesse, sempre maggiore, della criminalità organizzata nella gestione del gioco, anche a livello transnazionale.
Aumentano i severi controlli dell’Agenzia dei Monopoli, e la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo si prepara ad una forte azione di contrasto, anche tecnologica.
È, dunque, arrivato il momento di cambiare gioco.
E questo, oggi, è in primissimo piano.