Il 16 marzo 1978 si consumava uno degli atti più efferati della recente storia italiana: l’agguato di via Fani compiuto dalle Brigate Rosse per uccidere gli uomini della scorta di Aldo Moro e sequestrare l’esponente politico.
Ma quanto si parlò degli uomini della scorta e quali ricordi sono rimasti di loro? Quarantuno anni dopo, pochi ricordano i nomi degli uomini che avevano il compito di tutelare Aldo Moro; eppure, l’immagine del presidente della Democrazia Cristiana insieme con Oreste Leonardi, è divenuta iconica.
Delle cosiddette “vittime collaterali” che, nel caso di via Fani, come in tutti gli altri episodi di terrorismo, erano e sono rimasti soltanto dei nomi su una lapide sulla quale solo i familiari piangono, si sa poco o nulla. Le persone che proteggono la quotidianità di politici, “testimoni di mafia”, giornalisti, magistrati, rischiano la vita tutti i giorni rimanendo nell’ombra.
Quell’atto di terrorismo rappresentò l’acme della lotta armata in Italia, investì in maniera brutale e indelebile indistintamente decine di vittime collaterali. Il rapimento e l’uccisione di Moro segnarono una svolta storica e di costume che molti – politici, intellettuali e storici – non esitarono a definire un punto di non ritorno. Nulla sarebbe stato più come prima.
Il reading L’Ombra di Aldo Moro, scritto da Patrizio J. Macci e interpretato e diretto da Pino Calabrese, tenta di riempire questa lacuna, attraverso il ritratto di Oreste Leonardi, il capo scorta del presidente della Democrazia Cristiana, per l’appunto “l’ombra” di Aldo Moro. E, attraverso di lui, dare voce a tutti gli altri – poliziotti, carabinieri e uomini di ogni corpo delle Forze armate – che hanno fatto della loro vita l’ultimo baluardo della difesa di qualcosa nella quale hanno creduto o hanno dovuto credere. L’Ombra di Aldo Moro è un testo “anomalo” nel panorama della produzione teatrale su Moro, perché racconta il sequestro dal punto di vista del suo caposcorta: il Maresciallo Oreste Leonardi.
Per la sua rappresentazione, è stato scelto in maniera mirata il Teatro del Lido di Ostia per dare un segno di rinascita civile in un territorio (il X municipio di Roma Capitale) profondamente depresso dopo il Commissariamento per mafia, l’aggressione al giornalista della Rai, Daniele Piervincenzi, e i fatti accaduti nel quartiere Axa, dove il nuotatore Bortuzzo è stato offeso nella vita da mani scellerate.
In questo reading si rivive in maniera emozionale e coinvolgente uno spaccato della Storia d’Italia, una ferita ancora aperta.
L’appuntamento è per venerdì 29 marzo alle ore 20 presso il Teatro del Lido di Ostia, Via delle Sirene 22 – INGRESSO LIBERO.