Sanità e turismo, col cappello in mano

 

La ricerca è stata vana. Nessun errore di stampa. Davanti al nove non c’era scritto uno e tantomeno due. I miliardi destinati al comparto Sanità e Salute, nella prima stesura del Recovery Plan, per ora, sono soltanto nove. Chi non crede ai propri occhi si stupisce – forse si indigna – quando qualcuno nel Governo mette una toppa peggiore del buco. Sì, nove miliardi non sono molti – davvero? – ma con una limatina qua e là, in altri capitoli, qualche milioncino esce fuori. Eppure, siamo ancora in piena emergenza Covid e alcuni virologi non escludono una terza ondata della pandemia che metterebbe definitivamente al tappeto le ormai esauste strutture sanitarie. Per arrivare ai 25 miliardi richiesti dal Ministro della Salute Speranza, come linea del Piave, la strada è lunga e tortuosa.

Basti pensare ai costi del piano di vaccinazione che prevede anche 16mila assunzioni di medici e infermieri, e resta ben poco per ristrutturare ospedali fatiscenti e ricostituire la Sanità territoriale con i suoi presìdi.

Volutamente sorvoliamo sui 37 miliardi del MES per essere, una volta tanto, fuori dal coro.

Pensavamo, leggendo il testo del Recovery Plan, in un errore di battitura del povero funzionario sotto stress, quando ci siamo imbattuti nei soli tre miliardi destinati al turismo. Secondo i calcoli il settore avrebbe perso solo UN QUINTO del suo fatturato.

In effetti un errore c’è: se solo il comparto alberghiero ha una voragine di 12 miliardi, la perdita è di QUATTRO QUINTI. Ma questo si potrà correggere facilmente.

Quando parliamo del turismo italiano ci riempiano la bocca dicendo che è il nostro petrolio, la nostra incomparabile “grande bellezza”. Per non magnificare poi le doti di accoglienza, il clima paradisiaco e il cibo degno solo degli dei, bla bla bla…

Sanità e turismo, sono col cappello in mano o, se preferite, con le toppe al fondoschiena.

E non serve la polemica politica, né le accuse di incompetenza. Bisogna rifare i conti e cambiare le cifre. In ogni caso il cenone di Natale si può fare anche con i fichi secchi, basta avere sullo sfondo il golfo di Sorrento e la splendida voce di Enrico Caruso.

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