Donald Trump e Joe Biden: una sfida all’ultimo voto per la conquista della poltrona di Presidente del paese più potente del mondo. Non solo una guerra di preferenze, ma anche un conflitto di opinioni e accuse che in questi mesi si sono avvicendati sui media e, soprattutto, sui social network. Negli USA, il social politico per eccellenza è Twitter, dove quotidianamente ogni iscritto può essere o sentirsi opinion leader.
L’Eurispes ha analizzato l’ecosistema virtuale di profili che ha nominato Trump e Biden dal primo gennaio al 31 ottobre 2020, scoperchiando una mole di dati impressionante che ha superato il miliardo di interazioni solo per quei contenuti che avevano il nome dei due sfidanti.
L’analisi ha, inoltre, notato come tra i due avversari ci sia stato un conflitto serrato in questi mesi, con Trump che ha citato 987 volte lo sfidante, e Biden che ha risposto con 3.739 tweets, dando vita a una campagna aggressiva.
La sfida tra i due è stata vinta da Biden su molti dei tweets nei quali si sono punzecchiati a vicenda. Il post più letto è stato quello di Biden che recitava «Donald Trump è il peggior Presidente che abbiamo avuto» ed ha ottenuto 1.800.000 preferenze. Per osservare il primo tweet di Trump sul tema “Biden” che ha avuto successo, bisogna scendere giù nella graduatoria dei 500.000 likes.
Nella sfida social, per quanto concerne le interazioni, Trump batte di poco Biden, ma ottiene una fetta media del 53% su condivisioni, gradimento e citazioni. Il dato è spropositato, invece, per i commenti ricevuti, in cui Trump è praticamente surclassato da milioni di sostenitori e altrettanti protestatori. Il dissenso nei confronti dell’attuale Presidente degli States è sonoro più per la questione razziale sfociata nel “Black Lives Matter” che per quella emergenziale causata dal Covid.
Proprio il fattore “bianchi contro neri” giocherà un ruolo determinante contro Trump. Negli argomenti più cliccati, notiamo come il repubblicano sia quello più citato di Biden che, a sua volta, è seguito da Obama.
Anche dal punto di vista semantico la differenza di hashtag tra #Trump2020 – che richiama il brand presidenziale – e #BidenHarris mostra vera natura politica della candidatura democratica, basata non sulla premiership, ma su una squadra ben definita, con l’asse Biden-Clinton per intercettare i voti dei lobbisti e dei bianchi, e Obama-Harris per dare ai democratici la stessa credibilità avuta in occasione dell’elezione del primo Presidente di colore degli Stati Uniti d’America.
Chi vincerà quindi? L’America profonda o quella multietnica? I social saranno più decisivi dei media questa volta? Oppure ricadranno tutti in errore come accaduto 4 anni fa?