Gino Falleri “pietra miliare” del giornalismo. “Aveva sempre la parola giusta”. Il ricordo

Gino Falleri era considerato l’Highlander del giornalismo, il paladino dei Pubblicisti, per i quali ha combattuto lunghe battaglie. La sua corporatura minuta nascondeva una volontà di ferro, che gli ha consentito di essere, per decenni, il punto di riferimento per migliaia di giovani e meno giovani che hanno scelto questa professione. In tanti hanno voluto omaggiare lo storico Vicepresidente dell’Ordine dei Giornalisti, il giorno del suo funerale nella parrocchia di San Mattia a Talenti, quartiere dove viveva. Scomparso il 18 marzo, aveva 92 anni.
Bruno Tucci, ex Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio ricorda: «Gino per il mondo del giornalismo ha rappresentato tanto. Ho vissuto con lui 18 anni, tutti i giorni, tutte le mattine per parecchie ore; a volte litigando, cercando di prendere decisioni giuste, in un periodo in cui è stato molto difficile gestire l’Ordine perché i provvedimenti disciplinari erano stabiliti direttamente da noi e punire un collega è una decisione difficoltosa e dolorosa. Gino è stata una pietra miliare perché aveva sempre una parola al posto giusto, e aveva sposato questa professione».
Roberto Natale, dal 2007 al 2013 Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana dice: «Gino ha attraversato decenni del giornalismo italiano e li ha attraversati con un incredibile tratto umano. La sua straordinaria passione e la correttezza che utilizzava nei rapporti, anche quelli sindacali, hanno fatto sì che quando anche non si era d’accordo, la distanza non era mai così importante come quella che univa. Aveva veramente il senso forte della comunità professionale, che non è corporativismo, perché a questo senso della comunità lui collegava un senso vivissimo delle regole e della deontologia. In occasione del suo funerale, è emersa questa capacità di Gino di unire anche chi, negli anni, con lui aveva sindacalmente combattuto».
Nel 1982 Gino Falleri era stato cofondatore dell’Eurispes. Il Presidente Gian Maria Fara commenta: «Con Gino scompare un pezzo di storia dell’Istituto, che abbiamo fondato insieme nel 1982 e dal quale non si è mai allontanato, regalandoci l’aiuto del suo prezioso consiglio e dell’esperienza e della saggezza delle quali era portatore. Un dolore enorme. Cercheremo di mantenere la sua memoria, onorandolo con il nostro lavoro».

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