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Il Conte bis alla prova dei Tg. L’esordio nell’informazione di primetime

di
Eurispes e Coris Sapienza

Nella giornata di Giuseppe Conte e della crisi di Governo che si dipana, l’Osservatorio Tg dell’Eurispes e della Sapienza Università di Roma, saggia l’atteggiamento dei Tg di primetime. Come è stata accolta, giovedì 29 agosto, la decisione del Quirinale di affidare al Premier uscente, Giuseppe Conte, l’incarico per la formazione di un esecutivo M5S-Pd?

Partiamo dai numeri. Nella serata del 29 agosto i Tg (Studio Aperto non è andato in onda) hanno raccolto poco più di 12,2 milioni di spettatori. Si tratta di ascolti modesti ed in linea con i giorni precedenti (mercoledì 28 le 7 edizioni avevano fatto registrare 12,8 milioni di spettatori, di cui 570mila provenienti da Studio Aperto). I numeri del primetime risultano, infatti, sempre più in calo, e la stagione estiva è quella in cui tradizionalmente gli ascolti si assottigliano. Ciò nonostante, è interessante analizzare l’offerta dei Tg, in quanto esiste una discreta fetta di italiani che, non vivendo di “pane e politica”, si informa principalmente, se non esclusivamente, proprio attraverso gli schermi televisivi. Sempre in tema di ascolti, va segnalato che TgLa7 nei giorni scorsi ha conteso il terzo gradino del podio (dopo Tg1 e Tg5) ad un agguerrito Tg2; questo grazie all’“accanimento informativo” che contraddistingue la testata e l’intera Rete su cui Enrico Mentana dispiega le sue “maratone” (9,6% di share mercoledì 28, e ben il 10,8% giovedì 22).

Dai Tg della serata di giovedì, non emerge nulla fuori dall’ordinario: aperture per tutti sul conferimento dell’incarico a Giuseppe Conte, ma nessun editoriale. Ciascuna testata, ovviamente, ripropone le proprie posizioni tradizionali e risponde, almeno in qualche misura, ai rispettivi “editori di riferimento”. Se Tg1 dedica il secondo titolo alle dichiarazioni di Di Maio, giustapposte a quelle del Pd, Tg5 richiama in seconda battuta il “centrodestra unito contro il nuovo esecutivo” , dedicando la sua copertina più alle nuove opposizioni che alla nascente maggioranza giallo-rossa. Tg3, dopo lo spazio a Conte, propone nel secondo titolo le dichiarazioni della coppia Di Maio-Zingaretti, seguite da quelle di Salvini, mentre su Tg4 all’apertura segue il “caos poltrone” ed il “totonomi” dei ministri.

Curiosità particolare nell’osservare l’edizione del Tg2, ribattezzato nell’ultimo anno “TeleVisegrad”. Aspettative deluse, in quanto il taglio risulta molto istituzionale e compassato. Addirittura, il Tg diretto da Sangiuliano propone un’ampia pagina dedicata al nuovo/vecchio Premier, cui si riconoscono alcuni meriti. Presenti tre battute dal quotidiano affondo di Salvini, comunque inserite all’interno dei commenti dello schieramento di centrodestra. Da segnalare, anche in questa occasione, il livello di dettaglio di Tg La7, molto chiaro nello scandire i passaggi più perigliosi del probabile nuovo esecutivo.

Sugli altri temi, si registrano orientamenti noti. La risposta positiva dei mercati al nuovo Governo in formazione, con il calo dello spread, viene ripresa da tutti i Tg, con Tg3 e i Tg Mediaset che rimarcano, nei servizi, la diminuzione del fatturato industriale; mentre Tg1 propone il bicchiere mezzo pieno, dando risalto ai dati sull’occupazione. L’incidente sul lavoro costato la vita a due persone a Matera è nei titoli dei Tg Rai e viene ripreso da tutte le testate.
Altro tema al centro dell’attenzione l’immigrazione, con il caso della Mare Jonio: titolo per Tg3, ma coperture dettagliate per tutti, compreso Tg2. Su questo fronte, la testata di Sangiuliano ha dimostrato nel mese di agosto un atteggiamento meno spalmato sulle posizioni di Salvini, anche se il Ministro degli Interni uscente, giovedì 29, trova spazio proprio nel servizio dedicato alla nave Ong per il post su Facebook in cui prevede l’apertura di un’altra inchiesta ai suoi danni. Questo “shift”, per quanto minimo, sembra risentire della spaccatura registratasi nella redazione di Tg2 nella prima settimana di agosto, proprio per quella che è sembrata un’eccessiva accondiscendenza del direttore verso le posizioni di Matteo Salvini, che aveva generato la protesta di ben 60 redattori della testata.

Nel mutato quadro politico che si prospetta, il nostro Osservatorio sarà attento, fin dalle prossime settimane, a segnalare eventuali (probabili) sommovimenti e assestamenti nelle testate del Servizio Pubblico.

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