Tra due settimane le scuole vanno riaperte. L’Organizzazione Mondiale della Sanità sostiene che è necessario, nonostante i rischi, e che non è veicolo privilegiato di pandemia. Se non riparte la macchina dell’istruzione tutta la società si ferma. E non è solo un problema italiano. Il Comitato Tecnico Scientifico sta perfezionando le misure di sicurezza. L’ obiettivo è fare di tutto perché le scuole rimangano aperte. A Codogno, Alzano e Nembro – da dove tutto è cominciato – sono arrivati i primi banchi mobili, ma non si può prescindere dal distanziamento, dalla continua igiene e forse dalle mascherine. Problema dei problemi resta come arrivare a scuola. Il nodo dei trasporti sicuri passa solo dall’aumento dei mezzi e non equiparando gli studenti ai congiunti. Ma forse era una battuta. La misura imprescindibile, che però non può essere codificata, è la responsabilità: quella delle famiglie e quella dei docenti che devono sottoporsi a controlli sanitari. Primaria resta, però, quella del Governo che deve mettere a disposizione i fondi necessari anche pensando a quelli del MES che l’Europa ci offre. Il tempo è poco, le incognite tante. Non solo per la scuola che si fermerà quasi subito per le elezioni. Fare come i furbetti delle discoteche non è ammissibile. Il futuro, soprattutto dei giovani, non si baratta con due ore di musica a palla.