Spazio mediterraneo “bene comune”: entro il 2050, 300 mln di giovani nel mercato del lavoro

Per la sensibilità di molti cittadini europei potrebbe sembrare una provocazione, soprattutto per quelli che guardano in prevalenza ad Est o a Nord dell’Unione, ma per il Centro per l’Integrazione Mediterranea – CMI, emanazione della Banca Mondiale, con sede a Marsiglia, non vi sono dubbi: lo spazio Mediterraneo è un bene comune (“common good”) che appartiene a tutti gli Stati della UE ed a tutti gli Stati della sponda Sud ed Est, i cosiddetti MENA (Medio Oriente e Africa del Nord).
Il problema aperto è come tutelare e valorizzare al meglio questo bene comune, come organizzarlo e gestirlo. Nel Rapporto annuale 2018, che il CMI ha presentato a Parigi lo scorso mese di gennaio, la scelta strategica ricade su un fattore chiave: la valorizzazione del capitale umano, soprattutto di quello costituito dai giovani, il principale veicolo delle trasformazioni in atto nell’area. La presentazione del Rapporto è stata anche l’occasione nella quale il CMI ha illustrato la nuova strategia 2018-2021 definita “Ciclo economico 4.0”, nella quale gli interventi a sostegno del capitale umano del mondo giovanile di tutta la regione, al centro dell’agenda, sono fondati su tre pilastri principali: la creazione di nuove opportunità di sviluppo economico, la inclusione dei giovani nei processi economici, sociali e politici, il potenziamento delle loro capacità individuali (empowerment). Ciò comporta l’organizzazione di piani e politiche precise per trasformare le tante sfide presenti nell’area mediterranea in opportunità: ad esempio, operando su collegamenti efficaci tra istruzione, occupabilità, mobilità; favorendo quella che viene definita come la “migrazione circolare”, promuovendo nei giovani una cultura orientata all’apertura e comportamenti di partecipazione attiva alla vita delle rispettive comunità.
Nei paesi della sponda Sud ed Est del Mediterraneo, sottolinea nel Rapporto Ferid Belhaj, vice presidente per l’area MENA della Banca Mondiale, le previsioni indicano che «più di 300 milioni di giovani entreranno nel mercato del lavoro al 2050. Ancora di più se contiamo quelli dell’Africa sud sahariana.
È una sfida straordinaria che deve essere trasformata in una grande opportunità». Per poi aggiungere: «Questa grande popolazione giovanile non necessariamente pensa ad emigrare». Questi giovani possono costituire un enorme fattore di innovazione e crescita economica, solo che gli Stati si impegnino concretamente a rimuovere gli ostacoli che frenano lo sviluppo e impediscono un efficace inserimento dei giovani nel ciclo economico. Ciò di cui abbiamo bisogno, aggiunge, «è un piano dove l’Europa, l’Africa e il Medio Oriente aprano ai giovani dei nuovi orizzonti». Ed è a questo fine che il centro di Marsiglia, il CMI, è impegnato nell’aiutare i governi a «reinventare i modelli economici».
Per comprendere l’importanza di questa istituzione è opportuno ricordare che i partner del CMI sono 9 Stati, tra cui l’Italia, partner dal 2015, 2 autorità locali, 2 istituzioni finanziarie internazionali, la Banca Mondiale e la Banca Europea di Investimenti BEI. Ulteriori collaborazioni sono garantite, ad esempio, dalla stessa Commissione europea e dalla Unione per il Mediterraneo UpM. Siamo cioè di fronte ad una struttura che ha già una consolidata esperienza ma soprattutto ha un potenziale davvero notevole per innovare profondamente le politiche di integrazione di tutta l’area.

Anche Eurispes, invitato come “esperto”, alla presentazione del rapporto del CMI, ha potuto dare un suo contributo incentrato essenzialmente su quattro aspetti specifici: l’adeguamento della governance dei processi di sviluppo economico dello spazio mediterraneo con un più positivo rapporto tra pubblico e privato nella definizione ed attuazione delle politiche e dei piani; il collegamento tra i servizi per l’impiego degli Stati e delle regioni mediterranee, assai distaccati tra loro; l’avvio di un confronto sulle politiche e piani di investimento dei nuovi attori extraeuropei che in questi anni sono diventati ormai protagonisti stabili dello sviluppo dell’area. Operare sulle risorse umane del mondo giovanile richiede, infine, come il CMI riconosce esplicitamente, anche la costruzione di un rapporto di collaborazione tra strutture pubbliche e organizzazioni della società civile, fuori però da ogni retorica e operazione di semplice facciata. Aderire all’idea dello spazio mediterraneo come un bene comune è davvero una grande proposta culturale e politica, prima ancora che economica. Dunque: sfide ed opportunità valutate in modo serio e con realismo. Potrebbe essere l’occasione di una vera svolta.

Ultime notizie
Osservatorio Giochi
Gioco

Osservatorio Giochi: il distanziometro e la “marginalizzazione” del gioco pubblico voluta dalle Regioni

Osservatorio Giochi, le politiche regionali più che espulso, hanno “marginalizzato” il gioco per contrastarne i conclamati effetti negativi. L’industria del gioco legale è inoltre sottoposta a rigide regolamentazioni e stringenti controlli, eppure è un settore che patisce cattiva informazione.
di Chiara Sambaldi e Andrea Strata*
Osservatorio Giochi
principio di rotazione
Criminalità e contrasto

Appalti, il principio di rotazione fra teoria e pratica

Il principio di rotazione garantisce trasparenza e imparzialità negli appalti pubblici, e impatta sulle procedure di oltre il 70% del totale degli affidamenti. Ma ne andrebbe differenziata l’applicazione in ragione della tipologia di affidamento.
di Simone Cannaroli
principio di rotazione
Covid
Società

Le domande inevase sul Covid

Dopo la pandemia è rimasto un obbligo di chiarezza verso i singoli e la collettività, per dare conto di quanto ha funzionato e di ciò che è gravemente mancato. Le aspettative di verità e i desideri di giustizia sono troppo ampie per confidare soltanto sul processo penale: gestione delle emergenze, funzionamento della sanità pubblica, capacità di coordinamento dello Stato.
di Angelo Perrone
Covid
Intervista

Insularità e autonomia differenziata. A che punto siamo? Intervista al Prof. Aldo Berlinguer

La nostra Costituzione riconosce il principio dell’insularità grazie alle modifiche intervenute nell’art. 119. D’altronde, l’applicazione di tale principio porta con sé ancora...
di Susanna Fara
Osservatorio sulla PA

Appalti: il principio del risultato, la novità

Il nuovo Codice Appalti 2023 si apre con l’enunciazione dei princìpi ispiratori e con quella che potrebbe rappresentare la novità più rilevante del nuovo impianto normativo: il principio del risultato.
di Simone Cannaroli
armi da fuoco
Sicurezza

Armi da fuoco, un pericolo prima che una difesa per la maggioranza degli italiani

Armi da fuoco, un italiano su quattro le comprerebbe per sé, ma il 44,8% del campione le considera un pericolo più che una opportunità. A giudizio di circa un italiano su tre non dovrebbero incriminare chi reagisce a una rapina. Cresce la paura di essere vittima di omicidio.
di redazione
armi da fuoco
sicurezza
Sicurezza

Cittadini e sicurezza: tra realtà e percezione. Emergono sfiducia nei mass-media e timore dei reati informatici

Sicurezza e cittadini, qual è il rapporto tra realtà e percezione? Il furto in casa è il reato più temuto da sempre, ma cresce la preoccupazione per il furto di dati su Internet, fenomeno incrementato dagli acquisti online in pandemia. Media poco attendibili, solo il 27,9% del campione li giudica realistici.
di Angelo Caliendo
sicurezza
criminalità
Sondaggi & Ricerche

Delittuosità in Italia: meno omicidi ma cresce la criminalità minorile

Criminalità in Italia, l’indagine Eurispes evidenzia un dimezzamento degli omicidi dal 2007 a oggi, ma preoccupa la criminalità minorile, in crescita del +13,8% dal 2019.
di redazione
criminalità
metaverso
Tecnologia

Metaverso, che cosa ne pensano gli italiani

Fra criticità e opportunità, il mondo del Metaverso sta andando rapidamente avanti e sembra essere ormai una realtà con cui l’umanità sarà destinata a convivere. Ma quanto ne sanno gli italiani di questo mondo che si muove all’interno delle nuove tecnologie della comunicazione? Che cosa ne pensano e quali sensazioni evoca in loro? L’Eurispes ha cercato di dare risposta a queste domande sondando l'opinione dei cittadini.
di redazione
metaverso
autoconsumo
Sostenibilità

La valorizzazione dell’autoconsumo: nuovi perimetri per l’energia elettrica condivisa e autoconsumata

Autoconsumo, si va verso la definizione dei soggetti interessati e dei perimetri geografici che agevolano le comunità energetiche. Il Testo Integrato sull’Autoconsumo Diffuso adottato da Arera ha lo scopo di semplificare e razionalizzare le regole per l’accesso al servizio di autoconsumo.
di Avv. Daniela Pappadà
autoconsumo