La digitalizzazione è un fattore chiave per la crescita della produttività nelle economie moderne. Eppure la sua diffusione, avvenuta negli anni in maniera irregolare, ha aumentato per le imprese il fenomeno della dispersione della produttività e, al tempo stesso, ha aumentato la disuguaglianza salariale, riducendo anche l’inclusività. Queste tendenze sono particolarmente preoccupanti per l’Italia. Il sistema delle imprese italiane ha mostrato un divario crescente nell’adozione di tecnologie digitali e nella quota di investimenti negli asset immateriali rispetto ad altri paesi OCSE.
Il sistema produttivo italiano mostra un divario significativo rispetto ai paesi OCSE nella digitalizzazione
Negli ultimi 25 anni, l’economia italiana ha faticato per stare al passo con gli altri paesi. Dal 1995 al 2018 il Pil italiano è cresciuto di meno 0,6% annuo, circa il 2% in meno alla media OCSE. La dimensione dell’economia italiana è aumentata meno rispetto alla media OCSE fino al 2007, è diminuita in modo più significativo durante la recessione del 2008 e la crisi del debito sovrano, registrando poi una ripresa (sebbene inferiore) dal 2013. L’Italia ha sperimentato inoltre un rallentamento nella crescita della produttività più forte e più duraturo. In particolare, dal 1995 la produttività multifattoriale (MFP) ha smesso di crescere, diminuendo dal 2001 al 2009 e stagnando da allora in poi, mentre questo stesso indice è aumentato in media quasi del 13% tra gli altri paesi OCSE. Divario nella digitalizzazioneIn questo contesto, l’adozione e l’uso efficace delle tecnologie digitali può notevolmente migliorare la competitività delle nostre imprese. Tuttavia, il sistema produttivo italiano mostra un divario significativo rispetto agli altri paesi OCSE nella misura in cui le aziende si stanno avviando verso la trasformazione digitale. Diversi indicatori macroeconomici forniscono prove di questo divario digitale. In particolare, in termini di investimenti in asset relativi al settore ICT, che sono passati dall’essere in linea con la media OCSE durante la metà degli anni ‘90 (circa 0,4-0,5% del Pil) all’essere inferiori di un terzo rispetto all’1,2% della media OCSE nel 2017 (0,8% del Pil).
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Il Rapporto per uscire dal gap digitale
Queste sono alcune delle evidenze contenute nel Rapporto “Closing the Italian Digital Gap: the Role of Skills, Intangibles and Policies” realizzato grazie alla collaborazione di diversi economisti e statistici dell’OCSE, della Banca d’Italia e dell’Istat. Lo studio individua i principali fattori che incidono sulla diffusione delle tecnologie digitali e sul ritorno economico per imprese italiane, evidenziando il ruolo cruciale delle politiche pubbliche. Dall’analisi emerge che la scarsa digitalizzazione delle imprese italiane è riconducibile ai bassi livelli di tre fattori: le competenze dei lavoratori, le capacità gestionali e l’accumulo di asset immateriali. Questi fattori sono fondamentali anche per massimizzare l’efficacia delle politiche pubbliche a sostegno della digitalizzazione delle imprese, come la diffusione di infrastrutture a banda larga e gli incentivi fiscali agli investimenti nelle tecnologie digitali. Infine, l’analisi mostra che la crisi del Covid-19 ha contribuito ad ampliare ulteriormente il divario digitale tra le imprese italiane, favorendo ex ante imprese più digitalizzate, e suggerendo che le politiche pubbliche svolgono un ruolo cruciale per la ripresa post-pandemia.
Gli interventi legati al PNRR
Questo rapporto si concentra su come colmare il “digital gap” italiano. Analizza le radici del fenomeno e si concentra sulle leve politiche più efficaci che possono aiutare a colmarlo. Lo fa adottando una prospettiva analitica approfondita che sfrutta un’infrastruttura di dati unica che permette di prendere in considerazione un ampio insieme di fattori, interni ed esterni all’impresa, che influiscono sull’adozione della tecnologia digitale e sui suoi ritorni. Dimostra che i tassi di adozione delle tecnologie digitali in Italia sono estremamente sbilanciati. Il Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza stanzia consistenti risorse per la digitalizzazione, l’innovazione e la competitività del sistema delle imprese. L’efficacia di questi interventi dipenderà in modo cruciale dalla capacità di sviluppo degli stessi, un pacchetto politico completo che integra gli incentivi finanziari alla tecnologia, gli investimenti infrastrutturali con interventi per migliorare le competenze digitali della forza lavoro e le capacità dei manager.
Il Rapporto è online al seguente link