Cibi per intolleranti, integratori alimentari ed antibiotici fai da te. Tra salutismo, moda e psicosi, esplode anche in Italia il mercato dei “cibi senza”.
Un fenomeno non solo italiano ma di portata mondiale, in crescita esponenziale negli ultimissimi anni. Con conseguenze non soltanto in termini di spesa, ma anche di carenze nutritive.
Molti italiani assumono alimenti speciali per evitare glutine, lievito o lattosio, pur non avendo ricevuto una diagnosi di intolleranza dal proprio medico. Si tratta di alimenti negli ultimi anni molto al centro dell’attenzione mediatica e, in conseguenza di ciò, assurti in un certo senso a spauracchi dell’alimentazione.
Quasi un quinto del campione dichiara di acquistare alimenti privi di glutine; tuttavia, solo al 6,4% è stata diagnosticata una intolleranza, mentre il 12,9% li assume senza essere intollerante al glutine. Una situazione simile si rileva per gli alimenti senza lievito, che vengono comprati da quasi un quinto degli intervistati: il 4,6% è stato effettivamente riconosciuto intollerante, a differenza del 14% che ammette di non esserlo. L’8,5% degli italiani acquista prodotti alimentari senza lattosio perché ha avuto una diagnosi di intolleranza e ben il 17,5% pur dichiarando di non essere intollerante. La tendenza risulta leggermente più diffusa tra le donne. Benché si possa maturare la convinzione di digerire con fatica alcuni cibi, pur non avendo ricevuto una diagnosi di intolleranza, è forte il sospetto che le auto-diagnosi e le diete auto-gestite abbiano poco fondamento, in mancanza di una validazione medico-scientifica.
Anche gli integratori alimentari sono sempre più presenti nella comunicazione pubblicitaria, nelle farmacie, nelle diete particolari (sia quella vegetariana o vegana, sia quella senza lattosio e non solo). Il 10,5% degli italiani dichiara di farne uso abitualmente, il 46,5% qualche volta, il 43% mai. Le donne acquistano integratori più spesso degli uomini, come riflesso della maggiore attenzione femminile nei confronti dell’alimentazione, della cura di sé e del benessere in generale. Il 45,6% del campione assume integratori solo su indicazione di un medico. Tuttavia, il 28,3% effettua l’acquisto su propria iniziativa, mentre il 26,1% alterna acquisti prescritti dal medico ad acquisti su iniziativa personale. Anche in questo caso è legittimo ipotizzare che molte scelte non supportate dal consiglio medico, stimolate dalla pubblicità o da sensazioni soggettive, possano rivelarsi inutili se non inopportune.
Quasi quattro italiani su dieci, inoltre, ricorrono agli antibiotici senza consultare il proprio medico, trascurando il rischio di assuefazione e le eventuali controindicazioni. Un terzo degli intervistati afferma di assumere antibiotici senza prescrizione medica qualche volta (33%); a farlo spesso è il 4,8%.
Per approfondire, si può consultare il sondaggio pubblicato nel Rapporto Itali 2019
Rapporto Italia 2019. Vegetariani e vegani: le nuove diete si consolidano