Italia addio. La fuga all’estero dei pensionati italiani. La storia

Pensionati italiani che “fuggono” all’estero: si stima che siano circa 400mila, distribuiti in 160 diversi paesi del mondo. Molti di loro si sono trasferiti in età lavorativa, sono però in forte aumento, negli ultimi anni, i pensionati che decidono di cambiar vita ed emigrare.
Tra le ragioni determinanti, c’è senz’altro il minor costo della vita e, in alcune nazioni, la possibilità di avere agevolazioni fiscali; in molti casi, la scelta è determinata da un clima più favorevole o da ritmi di vita più rilassanti. Portogallo, Spagna, Brasile, Argentina, Thailandia, Ungheria, Tunisia sono alcune delle mète più gettonate. Rossana e Franco sono due delle tante coppie che hanno compiuto questa scelta.

Rossana e Franco, dove vivevate prima di trasferirvi? Da quanto tempo?
Vivevamo a Sant’Ilario d’Enza, in provincia di Reggio Emilia. Franco dalla nascita, Rossana da 39 anni, tanti quanti sono gli anni di matrimonio.

Come è nata l’idea di lasciare il vostro paese?
Già da qualche anno avevamo cominciato a trascorrere alcuni mesi invernali in luoghi caldi. Siamo stati in Spagna, a Malaga, e nell’isola Gran Canaria. Così è partita l’idea di un trasferimento definitivo in un luogo più caldo.

Come è maturata la decisione definitiva? Quali sono stati gli elementi che vi hanno maggiormente motivati ad una scelta tanto radicale?
La vita del paese diventava sempre più noiosa e monotona. Gli amici, che diventavano nonni, erano sempre più impegnati e ci si vedeva sempre meno. A questo, lo scorso anno, si è aggiunto il nuovo Governo, che non ci ispira fiducia di un futuro sereno in Italia.

Prima di trasferirvi eravate soddisfatti della vita in Italia e nello specifico a Sant’Ilario? Avete lasciato una situazione di disagio o di relativo benessere?
Non possiamo di certo parlare di disagio, tutt’altro. Ma il clima della Val Padana, con un’umidità che tocca il 100% in gran parte dell’anno, ormai ci stava danneggiando la salute.

Quali resistenze, al contrario, avete dovuto superare per partire?
Essendo una famiglia composta soltanto da tre persone ed avendo una di queste, nostro figlio, lasciato l’Emilia, per motivi di lavoro, ormai da parecchi anni, rimanevano pochi amici e la nostra attività di volontariato nella Pubblica Assistenza a poterci mancare. E, mettendo un clima più sano ed una vita, anche economicamente, più ricca sulla bilancia, il peso si è orientato decisamente sul trasferimento. Per quanto riguarda la lingua non è un grosso impedimento: nella vita di tutti i giorni si riesce sempre a capire e a farsi capire.

E la scelta di Portimao come mèta? Avevate valutato altre possibili destinazioni? Quali sono le prerogative di Portimao che vi hanno attratti?
Avevamo preso in considerazione sia Malaga sia la Gran Canaria. Ma quando un amico ci ha parlato di Portimao e ci ha messo in contatto con un’italiana che abita qui già da anni e che aiuta gli espatriati in tutte le faccende burocratiche, siamo venuti a vedere la cittadina. Ci è piaciuta subito. Dal punto di vista panoramico è ricca di belle spiagge; la vita è poco movimentata; e il costo della vita stessa è molto inferiore a quello italiano.

È stato semplice organizzare il trasferimento? Vi siete affidati all’aiuto di qualcuno? Esistono soggetti che si occupano in modo specifico di questo?
Come già detto, ci siamo affidati ad un’italiana che si occupa di questo per lavoro. Sappiamo che esistono anche agenzie nate proprio a questo scopo.

Dopo questi primi mesi qual è il primo bilancio? Quali sono i principali vantaggi?
Il primo bilancio è sicuramente positivo. Fare la spesa è più economico che in Italia, soprattutto per carne e pesce. E il ritmo di vita tranquillo comincia a piacerci.

In che cosa Portimao si differenzia maggiormente dall’Italia? A che cosa vi è risultato meno facile abituarvi?
Una delle cose che salta subito all’occhio è il diverso ritmo di vita, qui sicuramente molto più lento e tranquillo che in Emilia. Le persone stanno in coda nei negozi e negli uffici senza spazientirsi. Per noi è un po’ più difficile. Soprattutto per Franco.
A parte le persone, parenti ed amici, ci mancano le comodità della nostra casa. Ma in futuro contiamo di migliorare la nostra situazione abitativa.

Avete trovato una comunità italiana? Avete fatto nuove conoscenze?
Esiste una comunità italiana, abbastanza numerosa, composta quasi esclusivamente da pensionati. Ci sono alcuni bar dove gli italiani si ritrovano. Noi frequentiamo alcuni italiani, ma senza un rapporto fisso e continuo. Non ci interessa frequentare i luoghi dove gli italiani si riuniscono e stanno insieme.

Che cosa state facendo per integrarvi maggiormente nella vostra nuova vita?
Franco praticamente niente, si affida totalmente a me. Io ho frequentato il primo livello di apprendimento del portoghese. Per il resto ci affidiamo all’istinto ed ai gesti.

Avete mantenuto rapporti stretti con l’Italia e parenti/amici?
Grazie alle nuove tecnologie, non è un problema mantenere rapporti con parenti ed amici. Nostro figlio è già venuto a trovarci. E con le videochiamate ci si sente più vicini.

Che cosa immaginate per il futuro? Restare a Portimao, restare all’estero ma non necessariamente a Portimao, valutare un giorno il ritorno in Italia?
Di tornare in Italia, per il momento (sicuramente finché rimane l’attuale Governo) non se ne parla. Faremo sicuramente dei viaggi in Italia, ogni tanto, ma contiamo di rimanere a vivere qui a Portimao, che ci piace veramente tanto.

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