L’Europa ancora ferma. Garantisce la Germania?

La grande scelta

Nei mesi che hanno preceduto l’estate, la pandemia, come ricorderete, aveva colpito l’Italia più di altri paesi. Il dibattito, anche molto duro, che si è sviluppato dentro l’Unione aveva portato, alla fine, al grande passo: il Consiglio Europeo decide che si può procedere all’emissione di debito comune (312,5 miliardi) per finanziare la ripresa attraverso delle sovvenzioni agli Stati più colpiti. Una scelta tale da rompere il tabù tedesco che sembrava insormontabile. La spinta maggiore che aveva accompagnato il dibattito era quella sui tempi: fare presto, prima che le condizioni economiche e sociali di alcuni paesi potessero precipitare e diventare incontrollabili. In realtà cosa sta avvenendo? Il contrario.  

L’Europa ancora ferma

Dopo le lungaggini iniziali, tutto è nuovamente fermo, secondo la prassi del rinvio cui l’Unione ci ha abituato da tempo e che nemmeno la pandemia riesce a rimuovere. Il Parlamento europeo, giustamente, vuole evitare che vengano ridotti e penalizzati alcuni programmi comunitari, compreso l’Erasmus, per cui chiede un leggero aumento del QFP (il bilancio) in discussione e, cosa molto importante, vuole condizionare gli aiuti al rispetto dei diritti fondamentali previsti dal TFUE (il Trattato) da parte dei paesi beneficiari. Perciò accusare il Parlamento del ritardo è solo strumentale da parte di alcuni governi. Infatti, nel Consiglio Europeo, i vecchi oppositori alla decisione del 21 luglio sono tornati alla carica, dopo aver incassato i lauti sconti sul loro contributo al QFP – i nordici più la Germania, cioè i paesi più ricchi –, mentre a quelli dell’Est, per averne il consenso, sono state aumentate le quote di loro spettanza su alcune voci del bilancio (come, ad esempio, la PAC) a danno anche dell’Italia. Ma tutto ciò non basta, visto che sono tornati alla carica, impedendo l’approvazione del QFP e quindi dell’emissione del debito comune per gli aiuti ai paesi, che dovrà essere garantito dal QFP. 

Gli aiuti e i prestiti

Questa situazione di stallo sposta in avanti l’arrivo degli aiuti e dei prestiti previsti per il primo semestre 2021, a condizione, forse, che tutto verrà sbloccato al vertice del 10 e 11 dicembre prossimo. Infatti, come quelli precedenti, nemmeno il vertice della scorsa settimana (29 ottobre), convocato dalla Merkel, ha deciso nulla in merito, né sul piano per la ripresa, né su come affrontare insieme il nuovo attacco del Covid-19. In verità, dovrebbero essere gli aiuti ad arrivare il prima possibile (i 63,8 miliardi previsti per l’Italia) più che i prestiti (360 miliardi), perché questi aumenterebbero comunque il debito dei paesi (127,6 per l’Italia). Ciò diventa indispensabile per non aumentare ancora di più il divario già esistente tra paesi.

Indebitamento

In mancanza degli aiuti promessi, che cosa resta da fare, nel frattempo, all’Italia e agli altri paesi più danneggiati? Non resta che ricorrere ai prestiti, cioè ad un ulteriore indebitamento sul mercato o al programma SURE (10 miliardi per sostenere la cassa integrazione) o al MES (per interventi sul sistema sanitario), o alla BEI, o, ancora, utilizzando altri piccoli programmi europei, come Invest-Eu. Naturalmente una situazione che se perdura, come dicevamo, è destinata ad aumentare le disuguaglianze e la forbice degli squilibri economici e sociali già esistenti nell’Eurozona.

Ancora nulla

Dei “grandi aiuti” annunciati, sbandierati come più importanti del piano Marshall, non è arrivato ancora nulla, né si sa quando arriveranno. È difficile considerare un grande aiuto una somma pari a 312,5 miliardi, destinata a tutti i paesi dell’Unione, vista la gravità della situazione cui occorre far fronte, a meno di considerare come tale anche il debito fornito. Una somma già insufficiente, ma che lo sarà ancor di più alla luce del nuovo attacco della pandemia in tutti i paesi dell’Unione. Un attacco che ha ricreato lo spettro della primavera scorsa, aggravando le condizioni sanitarie, sociali ed economiche già molto precarie, in particolare in alcuni paesi dell’Unione, tra cui l’Italia, la Spagna e la Francia.

Salvare la sovranità economica dell’Ue

Oggi, oltre ad accelerare l’attuazione del piano approvato, occorrerebbe pensare a come potenziarlo, quanto meno triplicandone la disponibilità, circa 1.000 miliardi di sovvenzioni, pari, se non meno, alla somma che la Germania ha utilizzato solo per sé, attingendo al suo surplus finanziario accumulato negli anni. Dovrebbe essere destinato alle imprese in difficoltà dei settori strategici, al finanziamento di infrastrutture comuni europee (comprese quelle socio-sanitarie e alla ricerca). Una proposta da approfondire, ma l’Unione non ha alternative se vuole sopravvivere e salvare la sua sovranità economica, senza finire stritolata tra la Cina e gli USA. La cosa da evitare, comunque, è di rimanere fermi. Se necessario bisognerà lasciare indietro alcuni paesi, in attesa che si convincano sulle buone ragioni delle scelte da fare.

Garantisce la Germania

Gli altri procedano insieme. È un’occasione per la presidenza tedesca e per la Germania, che potrebbe compiere un gesto concreto, storico e “rivoluzionario”, ma anche dal grande significato simbolico: non solo chiedere al Consiglio Europeo di potenziare il piano per la parte riguardante le sovvenzioni, ma offrire la sua garanzia, almeno per una parte del debito comune, in attesa di un bilancio autonomo dell’Eurozona. Sarebbe un grande gesto di riconciliazione e di leadership verso l’Europa e gli europei, prodighi verso di lei in altre occasioni, passate e recenti, da cui ha tratto e trae grandi vantaggi, a beneficio del suo sistema paese.

*Carmelo Cedrone è il coordinatore del Laboratorio Europa dell’Eurispes

Leggi anche

Europa, Fondo per la ripresa. Che cosa serve? L’Italia esca dall’angolo

Ultime notizie
empatia
Scienza

Neuroscienze: gli effetti della lettura narrativa sulla capacità empatica

L’empatia desta sempre più interesse in àmbito neuroscientifico, e a supporto di ciò alcuni studi affermano che la lettura narrativa alimenti lo sviluppo di capacità empatiche e creative. Metterci nei panni di un personaggio di fantasia amplia il ventaglio delle possibilità di azione e di pensiero anche nella vita reale.
di Angela fiore
empatia
istruzione
Istruzione

Istruzione, in Italia risorse e stipendi sotto la media Ocse

L’istruzione italiana raccontata nel report “Education at a Glance 2024” è la fotografia di un Paese che invecchia, che non valorizza i suoi docenti e non riesce a colmare i divari educativi e di genere. Da non trascurare poi il dato sui giovani tra i 20 e i 24 anni: 21% di essi non studia, non lavora e non segue percorsi formativi.
di Mariarosaria Zamboi
istruzione
conflitto medio oriente
Sondaggi & Ricerche

Conflitto in Medio Oriente e antisemitismo, l’opinione degli italiani

Conflitto in Medio Oriente, la maggioranza degli italiani non mette in dubbio il diritto di esistere di Israele ma una parte di essi vuole il riconoscimento di uno Stato palestinese. I recenti episodi di antisemitismo preoccupano il 54% degli italiani; il 14% del campione nega la Shoah, un dato in pericoloso aumento negli ultimi 20 anni.
di redazione
conflitto medio oriente
concordato preventivo
Fisco

Concordato preventivo biennale e ravvedimento speciale

Il Decreto Omnibus approvato ieri dal Senato prevede, tra le varie misure, un ravvedimento speciale per incentivare ulteriormente le adesioni al concordato biennale. Il concordato/ravvedimento non può essere considerato un condono, ma è sicuramente un’opportunità sia per i contribuenti che per lo Stato.
di Giovambattista Palumbo*
concordato preventivo
capitale umano
Sostenibilità

Green Economy, il Capitale umano per esprimersi ha bisogno di fiducia

Benedetta Cosmi parla di Green Economy e di Capitale umano, oggi rappresentato dai nostri figli “nativi sostenibili”, che hanno bisogno di fiducia per esprimere il proprio potenziale. Anche la società civile ha la responsabilità di diffondere la sostenibilità anche negli ambienti di lavoro e studio e nel mondo dell’informazione.
di Benedetta Cosmi*
capitale umano
rigenerazione urbana
Sostenibilità

Rigenerazione urbana: quando il pubblico incontra il privato

Il ricorso a forme di collaborazione pubblico-privato nel Terzo Settore è in aumento, e coinvolge in parte anche la rigenerazione degli spazi urbani. Solo nel 2023 sono stati emanati oltre 2.400 bandi finanziati dal PNRR aventi ad oggetto la rigenerazione urbana, 134 solo nella provincia di Roma.
di Marco Marucci
rigenerazione urbana
Internazionale

Il binomio dell’Uzbekistan: riforme della società civile e politica estera

Il Presidente uzbeko Mirziyoyev negli ultimi anni sta abbandonando il retaggio sovietico del passato in favore di una partecipazione più attiva delle associazioni della società civile alla scelte comuni, sia di politica interna che di politica estera.
di Elena Vian*
Cultura

La città è come una seconda pelle

La città come riflesso delle civiltà che le costruiscono e le abitano, una sorta di seconda pelle che ci avvolge dalla nascita: da questa suggestione scaturisce il tema della XV edizione di DermArt, evento internazionale ideato da Massimo Papi e svoltosi a Roma presso il Campidoglio.
di Massimiliano Cannata
rivoluzione digitale
Intervista

La rivoluzione digitale tra opportunità e false illusioni. Intervista al Prof. Vanni Codeluppi

“I 7 tradimenti del digitale” di Vanni Codeluppi è un saggio che indaga le contraddizioni e le false promesse che hanno accompagnato la rivoluzione digitale. Lo scopo è avvicinare il lettore a un’analisi critica dell’ideologia che sostiene attualmente lo sviluppo di Internet dal punto di vista industriale e commerciale.
di Massimiliano Cannata
rivoluzione digitale
Caligiuri
Osservatori

Pedagogia e IA, Mario Caligiuri alla Summer School Puglia 2024

“L’educazione tra disinformazione e Intelligenza Artificiale” è il tema della lezione tenuta alla Summer School Puglia 2024 dal Prof. Mario Caligiuri, Direttore dell’Osservatorio sulle Politiche educative dell’Eurispes. Tra gli argomenti trattati dal Prof. Caligiuri figurano la disinformazione come emergenza educativa e la pedagogia del futuro.
di redazione
Caligiuri