Nuove povertà: una casa per i padri separati

padri separati

I padri separati: a richio povertà

Nonostante la legge obblighi entrambi i genitori a provvedere al sostentamento economico dei figli nati da una unione non più in essere, la realtà dimostra che vi un impoverimento della coppia e che più spesso l’ago della bilancia pende da una parte in particolare.  A patire maggiormente le ristrettezze economiche sarebbero infatti gli uomini, più spesso la parte non collocataria, i quali generalmente devono trovare un nuovo domicilio.

Con un matrimonio andato in pezzi, una nuova esistenza da inventare e a cui abituarsi e un equilibrio talvolta precario, bisogna fare i conti con il proprio budget, solitamente più che dimezzato quando, oltre all’assegno di mantenimento da versare ai figli, sussistono impegni economici presi in precedenza che non cessano con la rottura dell’unione coniugale.

Come già segnalato dall’Eurispes diversi anni fa, l’80% dei padri separati non riesce a vivere con ciò che resta del loro stipendio.

Anche chi poteva contare su un buon tenore di vita durante la vita matrimoniale può ritrovarsi a dover stringere la cinghia, ad accettare compromessi, come ad esempio tornare a vivere in casa con i genitori o chiedere ospitalità a parenti o amici se non si ha la possibilità di prendere una casa tutta per sé. Non manca chi è costretto, dopo aver provato a dormire in macchina o anche sul posto di lavoro, a rivolgersi ai dormitori pubblici.

Tornano a crescere separazioni e divorzi

Secondo i dati Istat, nonostante nel 2020 a causa della pandemia da Covid-19 il numero dei divorzi in Italia abbia fatto registrare una decrescita, dal 2021 separazioni e divorzi hanno conosciuto una rapido incremento toccando i livelli pre-pandemia: +36,4% per le separazioni e +32,8% per i divorzi. Risultano, inoltre, in crescita separazioni e divorzi consensuali (+6%).

Sono proprio loro, i papà separati, a finire sempre più frequentemente sul lastrico, a rappresentare una nuova categoria di poveri, a chiedere aiuto alla Chiesa o ai servizi sociali. Secondo la Caritas i nuovi poveri in un caso su due, circa il 45%, sono rappresentati da uomini separati o divorziati. Un dato in esponenziale aumento se solo si pensa che solo nel 2011 esso si attestava al 25%.

Le case per i padri separati

È per aiutare i padri che devono fronteggiare questo crescente e drammatico problema che in varie città d’Italia stanno nascendo le case dei divorziati, la casa degli ex, il condominio e l’albergo solidale, tutti immobili in locazione, strutture di residenza temporanea (che consentono una permanenza che va da uno a due anni a seconda dei casi), che permettono agli “ex” di ricominciare a costruirsi una vita partendo dalle basi: una casa in cui vivere. Le formule adottate da ciascuna struttura sono differenti, dallo stabilire canoni convenzionati al prevedere che gli ospiti detraggano dall’affitto i lavori ai quali si prestano (dalle pulizie alla manutenzione).

In questo contesto si inserisce anche l’iniziativa presentata nei giorni scorsi a Roma presso il Commissariato Appio Nuovo di Roma, alla presenza del Capo della Polizia e del Presidente dell’Associazione Dare Vita alla Vita A.P.S. e Cappellano Nazionale Vicario della Polizia di Stato, Don. Angelo Maria Oddi, si è svolta l’inaugurazione della Casa dei Papà.

Il progetto è promosso dall’Associazione Dare Vita alla Vita A.P.S. attiva nella promozione di attività a sostegno degli appartenenti alla Polizia di Stato e degli impiegati civili dell’Amministrazione del Ministero dell’Interno. L’iniziativa è rivolta a quei papà, separati legalmente, che affrontino difficoltà abitative ed economiche, fornendo un sostegno concreto per affrontare la vita quotidiana e preservare un rapporto sano ed inclusivo con i propri figli.

La Casa dei Papà offre a titolo gratuito alloggi a quei padri separati che si trovano ad affrontare le difficoltà economiche e abitative dovute al divorzio. Nei termini previsti dagli accordi di separazione, sarà possibile ospitare i propri figli minori in un contesto sano ed in grado di attutire gli shock dovuti alla separazione coniugale.

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