L’8 marzo, giornata internazionale della donna, è una data simbolica, che da un lato assume valenza per illuminare il percorso che ha condotto a numerose, anche se ancora incomplete, conquiste sociali, economiche e politiche e, dall’altro, richiama l’attenzione sulla violenza, sia fisica sia psicologica, e le discriminazioni nei confronti delle donne, in Italia e nel mondo. Le Forze di Polizia sono in prima linea nella lotta alla violenza di genere, investendo nella specifica formazione del personale, nelle campagne di informazione e prevenzione del fenomeno, nella predisposizione e nell’utilizzo di tecnologie e strumenti che possano sostenere in maniera sempre più efficace le specifiche attività di contrasto e di analisi. In questo quadro, il lavoro di monitoraggio su omicidi volontari e violenza di genere elaborato dal Servizio Analisi Criminale, articolazione a carattere interforze della Direzione Centrale della Polizia Criminale, ha come obiettivo quello di fornire aggiornati ed elementi di valutazione sul fenomeno, attraverso l’esame dell’andamento dei cosiddetti reati spia, delle fattispecie di reato introdotte con il “Codice rosso”, degli omicidi volontari (con un approfondimento sulle vittime di genere femminile), nonché di dare indicazioni utili in merito ai presidi di assistenza e sostegno cui è possibile rivolgersi nei casi di violenza di genere.
Un fenomeno complesso con radici culturali antiche
«La violenza di genere – ha sottolineato il Prefetto Vittorio Rizzi Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Direttore Centrale della Polizia Criminale – è un fenomeno complesso, che ha radici culturali antiche, che richiede una strategia globale ed una pluralità d’interventi, dove alla responsabilità delle forze di polizia si affianca l’impegno della magistratura, il lavoro di tutte le istituzioni pubbliche e delle associazioni nella tutela delle vittime, il coinvolgimento delle agenzie educative, prima fra tutte la famiglia e la scuola. Tale azione corale deve fondarsi su di una solida conoscenza del fenomeno, basata su di un’approfondita analisi dei dati disponibili. L’obiettivo di questo report è quello di fornire un contributo che si avvale delle informazioni presenti nelle banche dati delle Forze di polizia, e l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (OSCAD), che si occupa dei crimini dell’odio e di tutte le forme di violenza che colpiscono una donna in quanto tale».
Reati spia espressione di violenza di genere
Più in dettaglio, per avere una più chiara percezione del fenomeno della violenza contro le donne, un’analisi specifica deve essere dedicata in primo luogo ai reati spia, ovvero delitti che sono ritenuti i possibili indicatori di una violenza di genere, in quanto verosimile espressione di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica diretta contro una persona in quanto donna: sono ritenuti tali gli atti persecutori (art. 612-bis c.p.), i maltrattamenti contro familiari e conviventi (art. 572 c.p.) e le violenze sessuali (art. 609-bis, 609-ter e 609-octies c.p.). Si è proceduto, quindi, ad esaminare tali fattispecie, nel complesso e poi singolarmente, evidenziandone il trend evolutivo attraverso il confronto dei dati rilevati nel quadriennio 2019-2022, procedendo poi ad un ulteriore approfondimento in relazione all’ultimo anno considerato, per verificare la diffusione della specifica delittuosità sul territorio nazionale e per caratterizzarne le vittime.
Stalking, maltrattamenti, violenza sessuale
Esaminando per primi gli atti persecutori (“stalking”), si rileva un trend crescente del numero di reati commessi dal 2019 sino al 2021 e un successivo decremento nell’ultimo anno in esame. L’azione di contrasto, dopo aver evidenziato una progressiva decrescita fino al valore più basso nel 2021 (59% di reati scoperti), nel 2022 fa rilevare una significativa inversione di tendenza, attestandosi al 67%. Nel 2022 continuano, in linea con il passato, a risultare predominanti quelle di genere femminile (74%). Nel caso dei maltrattamenti contro familiari e conviventi fino al 2021 si rileva un trend crescente dei reati commessi, che invece decrescono nel 2022. Allo stesso modo, per questa fattispecie, la relativa azione di contrasto, dopo aver evidenziato una progressiva decrescita fino al valore più basso nel 2021 (71% di reati scoperti), nel 2022 evidenzia un’inversione di tendenza, con un incremento della percentuale dei delitti scoperti, che si attesta al 77%. Le vittime, anche in questo caso, sono soprattutto donne (81% nel 2022). Un trend in evidente crescita si registra per la violenza sessuale, declinata in tutte le sue forme. Dal 2020, anno nel quale si è registrato il dato minore (4.497), l’incremento è stato significativo e si è attestato, nel 2022, a 5.991 eventi. Nell’ultimo anno resta invece sostanzialmente stabile l’efficacia dell’azione investigativa, con una percentuale di casi scoperti che si attesta al 61% (+4% sul 2021). L’esame delle vittime mostra ancora che quelle di genere femminile continuano a risultare predominanti, con il 91%.
Codice rosso, una mano tesa contro la violenza
Sono stati dunque analizzati i reati introdotti dal cosiddetto “Codice rosso” (legge 19 luglio 2019, n.69), dalla data di introduzione della legge nell’ordinamento, sino al 2022. Il numero dei reati commessi in tale periodo è andato progressivamente aumentando per il reato di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso (art. 583-quinquies c.p.) e per le violazione ai provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa (387-bis c.p.); mentre per la costrizione o induzione al matrimonio (art.558-bis c.p.) e per la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti (art.612-ter c.p.), si registra un decremento nell’ultimo anno. Per quanto riguarda infine gli omicidi volontari, il numero delle donne vittime evidenzia un incremento ancora maggiore, pari al 12%, in quanto dalle 112 donne uccise del 2019 si è passati alle 125 del 2022. Anche in ambito familiare/affettivo, ad una diminuzione dell’8% degli omicidi commessi, corrisponde un aumento del 10% di quelli con vittime di genere femminile. Nello stesso ambito, invece, risultano in diminuzione sia gli omicidi commessi dal partner/ex partner (-17%) sia il numero delle relative vittime donne che, da 68 del 2019 passano nell’anno appena trascorso a 61, con un decremento che si attesta al 10%.